E’ uscito qualche settimana fa ed è un album che racchiude in sè tanti temi sociali, 12 brani ognuno con un racconto a sè che unito agli altri diventa un vero e proprio percorso personale dove si evidenzia soprattutto il diritto di affermazione del mondo femminile, di chi sa quello che vuole e lotta per conquistarlo. ROSMY è tornata con un nuovo ed ecclettico album, Pop Fiction, un disco di notevole audacia e carica emotiva.
Abbiamo raggiunto ROSMY per parlare un pò di quest’album, oltre a parlare dell’album ne è sortito un dialogo su cosa sia per lei la musica, una vera e propria mission dove arrivare agli altri e lasciare un segno, di seguito le nostre domande e le sue risposte :
L’INTERVISTA
Sei uscita con un album interessantissimo dove si evidenzia soprattutto il diritto di affermazione del mondo femminile, 12 tracce in cui si affrontano diverse tematiche sociali, come è nato l’album e come mai un titolo del genere, pensi che ci sia ipocrisia, che anche la realtà nasconda per gran parte la finzione ?
“Sono contenta che il disco abbia suscitato interesse perché credo nella sua forza e nel coraggio che bisogna avere per affermarsi, e parlo soprattutto da cantautrice donna che ha voglia di farsi ascoltare in un’epoca in cui la parola “Fiction” è diventata la normalità: il vero si traveste da finzione e la finzione si finge verità – così come nel film di Tarantino, dove estremizzare ironicamente è normale. POP FICTION contiene dodici brani tutti diversi, con tante tematiche sociali da affrontare: come succede nel film, anche qui si intrecciano tante storie con un unico filo conduttore: il nostro tempo.”
Non è la prima volta che affronti nella tua produzione musicale tematiche sociali, in “Ho tutto tranne te” hai sottolineato l’importanza del volontariato, nel 2021 in “Fake news” la narrazione distorta della verità, in “Tutto bene” l’incoerenza e il bipolarismo della società, affronti tematiche potenti dimostrando grande coraggio nel discostarti dal mainstream mettendo in musica un tuo discorso musicale. Pensi sia difficile in Italia affrontare tematiche sociali con la musica?
“La musica è per me una “mission” dove arrivare agli altri e lasciare un segno, un supporto, un conforto, una motivazione è fondamentale. Una “mission possible” direi, perché credo che nella vita – se davvero si vuole qualcosa – tutto sia possibile.”
Sui social in un post hai scritto quanto fosse forte in te l’esigenza di esternare attraverso la musica, dopo questo album avverti la stessa esigenza ?
“Nel video-trailer di annuncio dell’album ho cercato di far rivivere le emozioni che un cantautore vorrebbe “sparare” al mondo con un microfono in mano. Ho sentito la necessità di “urlare” quel bisogno umano che ognuno di noi ha di essere ascoltato, perché la musica non è solo un rumore di fondo. Io ho lanciato un messaggio, ma perché non rimanga una goccia nel mare c’è bisogno di condivisione e di appoggi.”
Nell’album c’è un tributo a Lucio Dalla, in passato hai dato molto spazio al cantautorato, quale importanza ha avuto Dalla o in generale il cantautorato nella tua formazione?
“Amo Lucio Dalla per la sua poliedricità e per il suo spessore cantautorale, una notte l’ho sognato e ho sentito l’importanza della sua presenza. Ho voluto con tutta me stessa che “Quale Allegria” fosse la bonus track del mio nuovo album. Le parole di questo brano, sempre più attuali, mi hanno contaminata di energia, mi hanno raccontato ciò che vivo intorno, e con quanta più umiltà ed entusiasmo possibile le ho fatte mie: sono davvero un forte paradigma del mio nuovo progetto”.
Dopo Pop Fiction ci saranno delle date live o hai in mente un singolo da fare uscire in estate?
“Ci saranno delle date live che a breve pubblicherò e saranno ufficiali sui miei social. Questa estate mi divertirò a raccontarvi la mia visione in musica di Pop Fiction in un modo tutto particolare”.
Progetti futuri e sogni nel cassetto
“Ho sempre un’ idea nuova, un progetto nuovo, sono piena di sogni, ormai il mio cassetto è sempre aperto perché credo che sia più bello viverli che lasciarli lì in attesa che qualcuno lo apra”.
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