sabato, Giugno 29, 2024

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L’intervista, Sethu, “Tutti i colori del buio” la grande soddisfazione cela anche momenti oscuri

Fuori venerdì 17 maggio l’atteso primo album di Sethu: l’artista savonese conosciuto dal grande pubblico grazie alla partecipazione al Festival di Sanremo 2023 pubblica “tutti i colori del buio”, il suo primo album prodotto per Carosello Records dall’immancabile gemello e producer Jiz. Proprio il Festival di Sanremo è stato uno dei momenti più belli di sempre vissuti dall’artista e lo hanno portato a esibirsi anche in apertura di artisti come i Pinguini Tattici Nucleari, Sfera Ebbasta, Geolier e Massimo Pericolo, ma ha anche inciso sulla salute mentale di Sethu che è tornata a vacillare, logorata da pressioni e aspettative del momento. Le 11 tracce dell’album raccontano e condividono tutte le sfumature di questo periodo tra luci e ombre, soddisfazioni e disfatte, profondo buio e nuova luce.

Abbiamo raggiunto Sethu per parlare un pò di questo album che affronta un percorso musicale che potrebbe aiutare tanti coetanei a superare le proprie paure. Di seguito l’intervista al cantautore le nostre domande e le sue risposte:

Ciao, sei in promozione quindi sappiamo che sei molto impegnato e ti ringraziamo per aver ritagliato un pò di tempo per noi. Allora esci con questo album, una operazione discografica molto importante per le tematiche che affronta, con un titolo un pò particolare, Tutti i colori del buio, un lavoro che inizia addirittura con una chiacchierata tra te e il tuo gemello, in cui affrontate un pò  diversi temi. Ci vuoi spiegare come nasce questo album, quale è la mission, cosa ti ha portato a parlare anche di te stesso in quest’album?

“Allora, l’album nasce nell’anno post Sanremo, nell’anno post mia partecipazione a Sanremo, quindi Sanremo 2023, diciamo con più precisione da settembre 2023, quindi subito dopo l’estate. Diciamo che Sanremo è stato senz’altro il momento della mia vita più bello, quello dove ci sono state più luci, ho vissuto un sogno praticamente, diciamo dopo questo, chiusa, finita tutta la macchina di Sanremo, spenta tutta la macchina di Sanremo, a
settembre invece ho avuto un periodo buio, chiamiamolo così, nel quale sono dovuto
tornare a confrontarmi con una serie di mie problematiche di salute mentale, ed è qua che
è nato l’album.

Tutti i colori del buio, è la fotografia di questo periodo qua che dura in realtà relativamente poco, quindi si parla di 5-6 mesi fino ad arrivare ad oggi, quindi è stato un album concepito molto velocemente, ma anche in modo molto intenso, perché molte canzoni che ho scritto parlano ancora di come mi sento ora, quindi è molto attuale per quanto riguarda proprio il mio stato sentimentale. Lo sento ancora proprio, molte canzoni sono ancora ferite aperte, la musica, oltre a quella che invece ho affrontato, proprio psicologicamente parlando, il mio percorso di psicoterapia, che è coinciso anche con l’inizio della scrittura di questo nuovo album.

Sì, mi dicevi che dopo questa grande macchina Sanremese, tutto il successo che ne ho conseguito, pensavo più alle cose che mi erano andate male, che a quelle che mi erano andate bene, mi sono fermato troppo a pensare su quello che non era andato, invece di quello che era andato, forse avrei dovuto fare il contrario. Come riflessione per un ragazzo giovane, è molto molto molto profonda, perché poi siamo sempre portati a non capire dove sbagliamo e perché qualcosa non abbia funzionato.

Parliamo anche della scelta di questa copertina, molto particolare, lì per lì ti lascia un pò interdetto, poi si va in loop e la si guarda sempre, quindi complimenti, se
volevate colpire ci siete riusciti

“Grazie, volevamo colpire, più che altro siamo fan, io e mio fratello intendo di questo, dell’ immaginario sempre un pòdark, ma anche di quello horror vecchio e insomma volevamo fare qualcosa che un pò rappresentasse una trasformazione, ci piaceva l’idea di rifarci tutto quel mondo vampiresco, dark, vecchio, anche tutta la serie dei visual, eccetera, è tutta molto incentrata sul cinema horror, quindi sì, tutti i colori del buio, proprio lo stesso titolo ripreso da un film thriller horror del 1972 che si chiama proprio Tutti i colori del buio, quindi la scelta è mirata, è proprio mirata, sì.”

E nella tracklist? I brani si rifanno, hanno la loro conseguenzialità, si rifanno proprio a questa tematica?

“Sì, sì, tutti i brani sono collegati, diciamo, c’è un filo rosso che collega tutti loro per quanto riguarda proprio la tematica, si parla di salute mentale, è molto introspettivo come album, ci sono anche canzoni che diciamo parlano di situazioni un po esterne a me, ma è un album che è molto rivolto in dialogo, spesso anche con me, dentro di me, quindi sì.”

Un lavoro ricco di citazioni e le tracce costituiscono appunto un percorso, c’è un brano che senti particolarmente tuo quando lo canti, perchè ti emoziona, perché dici questo sono io proprio in questo momento?

“Sì, si chiama ‘I ragazzi perduti’, è la traccia numero 3 dell’album, è proprio
la traccia che io penso sia la traccia manifesto dell’album, nel senso
che I ragazzi perduti è un brano che ho scritto proprio per me,  è un brano che affronta diverse tematiche di salute mentale, come depressione, l’assenza di sogni,
quando affronti dei momenti molto diciamo brutti. E’ uno sfogo ed è un brano che è rivolto
alla seconda persona e quindi è singolare,  parlo al tu, che è come se parlassI a me
stesso, ed è anche un brano,  che è molto triste ma è anche molto speranzoso, perché diciamo il tutto si risolve in un coraggio anche se in questo momento
soffri e ti sembra tutto insormontabile ce la farai,  mi piace molto il messaggio che c’è
dentro quel brano, ci sono molto legato, mi emoziona molto cantarlo e anche, come dire,
sentirlo.”

Hai scritto, per la preparazione di questo album abbiamo abbandonato lo
studio di registrazione e ci siamo rifugiati io e mio fratello nella nostra cameretta, non è la prima volta che sento un discorso del genere, soprattutto post Covid, prima volevamo allargare i confini, adesso invece siamo un pò più portati ad alzare le pareti e a stare chiusi. La senti più come una forma di protezione, non uscire dal proprio guscio, dal proprio nido, non andare in sala di registrazione e stare in casa per elaborare meglio i pensieri, è stata una scelta di separazione dalle persone, volevi stare da solo con te stesso ?

“Più che altro sì, volevo dire che sicuramente anche una forma di protezione, nel senso che la zona di comfort ti crea sempre, ti mette sempre a tuo agio, quello che ad esempio per me è stare con mio fratello in cameretta, è proprio un fatto che io volevo riportare le cose,
dopo essere stato in una mappa come quella di Sanremo, dove è tutto grosso, enorme,
gigante, quasi più grande, anzi no, non quasi, più grande di te sempre, volevo tornare alla
dinamica dove invece ho iniziato proprio, io, mio fratello, un computer, un microfono, una
cameretta, perché essendo un album molto personale volevo fare scrivere le canzoni
senza andare in studio e mettermi in dinamiche grosse che ti mettono sempre una pressione di un certo tipo nel realizzare le cose, invece siccome per certi tipi di canzoni è come dire, più utile cercare invece un’intimità come quella della cameretta, a me è piaciuto molto e forse lo ripeterò anche.”

Hai parlato spesso di Sanremo, ma io mi soffermerei anche su Sanremo giovani, perché anche lì ti sei mangiato il palco, io ti ho visto la serata finale, quando poi siete passati in finale, mi hai colpito tantissimo, e sei arrivato a Sanremo con un brano molto particolare, a prescindere dalla posizione, però era molto interessante, ma soprattutto è stato bello vedere la sicurezza con cui sei salito, non manifestavi emozione, mi ha molto colpito questo  ragazzo che entra e sale per la prima volta in una macchina infernale del genere, e comunque si mangia il palco tranquillo e questo stona un pò con quello che mi hai raccontato, perché dici soffro di ansia, crisi eccetera, ma vederti là sembravi veramente navigato

“Quando sono sul palco esorcizzo molto tutti i miei problemi, la mia ansia. Io
soffro molto il momento prima di salire sul palco, tantissimo ad esempio, però una volta che sono sul palco è come se fossi veramente me stesso e non me ne fregasse più niente di come devo essere, sono veramente libero sul palco, quindi è veramente per me
una occasione di dire chi se ne frega, facciamo, vada come vada, io sono qua per cercare di
emozionarmi io, magari emozionare anche gli altri, e quindi per me è proprio un momento
liberatorio, quando ero lì sul palco non pensavo proprio a niente, volevo solo stare lì, poi
quando scendevo mi facevo tutte le mie paranoie, però quando sono sul palco mi sento un
altro proprio.”

Dopo Sanremo 2023 hai lavorato con personaggi importanti

“Ho aperto un concerto ai Pinguini, abbiamo avuto diverse occasioni anche come sui live, di aprire a altre persone, abbiamo aperto i live di Sfera Ebbasta durante l’estate abbiamo avuto delle belle occasioni anche a livello orario.”

Tutta questa cosa qui poi sfociata in una crisi personale in cui hai detto va bene mi sono stato in tutto in questo frullatore enorme per sei mesi e sei crollato, ad un certo punto hai avuto il bisogno di fermarti e di pensare.

“Stare, come posso dirti, viaggiare molto veloce e stare in una tritacarne come quello del post Sanremo, tritacarne nel senso buono, ti fa a volte scordare dei tuoi problemi, era tutto così veloce che alla fine poi quando si è fermato tutto ho detto cavolo io ho ancora questi
problemi da risolvere, ho capito, che tutto questo diciamo periodo ha in realtà anestetizzato
per un attimo ma che  ha messo tutto in evidenza dopo. Ho avuto bisogno di dirlo
nella forma che è l’unica che so fare cioè musica. Poi di iniziare a prendermi cura di
nuovo un pò di me stesso che ho tralasciato.”

Abbiamo parlato di collaborazioni, ci sarebbe un artista qualcuno con cui ti piacerebbe collaborare?

“Ce ne sarebbero tanti, io ammiro molto Kanye West, musicalmente parlando lo ammiro tanto quindi lui sicuramente uno di quelli, poi tutto il resto, gli altri purtroppo la maggior parte sono morti, però comunque mi piace tanta musica del passato, tanto punk del passato, I Cure, questi qua, mi piacciono molto.”

Perfetto, chiudiamo con le date, ci saranno delle date, porterai in giro un album, farai qualcosa?

“Ci saranno in giro quest’estate, tra poco annunceremo il tour, però la prima data è il 24 maggio al Miami Festival qua a Milano, sarà la prima data in cui suoneremo un nuovo album con la band, sarà bello, abbiamo fatto un set diverso da quelli che facciamo di solito, quindi siamo molto gasati.”

Perfetto, allora lanciamo il 17 maggio album, fuori Tutti i colori del buio, ovunque, mi
raccomando ascoltatelo, il 24 maggio, prima data del tour al Miami Festival.