sabato, Aprile 27, 2024

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L’intervista, Tommaso Talarico, “Il giorno prima di partire” la partenza declinata in tanti significati

Lo avevamo lasciato nel 2018 con il disco Viandanti (Cantoni di un tempo distante)” e lo ritroviamo oggi con un nuovo lavoro inedito. Tommaso Talarico, calabrese di nascita, ma ormai toscano di adozione, non ha mai dimenticato la sua terra di origine e neIl giorno prima di partire” è racchiuso un messaggio importante, la partenza, declinata in tante direzioni e non solo quella della fuga e dell’immigrazione, non solo quella dei barconi e delle tragedie.

Nel lavoro il featuring con Marilena Catapano, il video ufficiale è stato girato sulla spiaggia di Steccato di Cutro, un luogo diventato tristemente simbolo dell’immigrazione. Abbiamo incontrato Tommaso all’inizio del mese di marzo, pochi giorni dopo l’uscita del disco, per parlare della sua musica e di questa sua ultima opera, ne è sorta una chiacchierata molto interessante in cui si è parlato anche della direzione che sta prendendo la musica, di seguito le domande e le risposte :

Tommaso,  parliamo del tuo ultimo singolo, Il giorno prima di partire, dal 26 febbraio è uscito e si avvale sia della collaborazione artistica di Marilena Catapano che della produzione di Gianfilippo Boni. Nella presentazione dici che è stato scritto in un periodo di sentimenti contrastanti, la chiami la ipocondria, la nostalgia, tu sei calabrese, parli di quel sentimento che ogni volta ti pervade quando stai per allontanarti dalla tua terra di origine

Sono calabrese di origine, vivo da anni a Firenze, però sono latino. Sì, era un momento, il brano è stato scritto in realtà in un momento di nostalgia, cosa che avviene sempre quando il giorno prima di partire devo lasciare la terra in cui sono nato,  quel giorno diciamo sono riaffiorati ricordi di altri giorni passati, sempre in Calabria, in altri posti che hanno, diciamo, hanno prodotto poi la scrittura della canzone. Cantare le proprie sensazioni, le proprie emozioni, può essere una scelta a volte semplice, invece è abbastanza difficile, penso, per un cantautore riuscire a leggersi dentro,  riuscire a mettere in musica, a mettere in parole quello che poi prova, le sue emozioni, quindi cercare di condividere le proprie emozioni diventa difficile.”

SENTIMENTI NOSTALGIA E MALINCONIA

Cosa ti ha colpito in particolare? Tu dici, un giorno che ero tra i pensieri, in cui ero combattuto tra i ricordi e la poesia di quel momento. Sono sensazioni che provi solo nella tua terra, quando abbandoni la tua terra, o sono elementi che vengono spesso dentro di te e che poi ti portano a scrivere e a mettere tutto in musica ? 

Beh, i sentimenti di nostalgia, di malinconia, fanno parte, penso, del vivere di tutti, sono sentimenti comuni. In quel momento, però, hanno prodotto qualcosa di diverso, nel senso che io ho tentato di raccontare un sentimento che è individuale, mio, quindi il distacco, per poi aprirmi a raccontare nella canzone, come ho cercato di fare, un sentimento più collettivo. Quindi, un mio punto di vista, che in quel momento ha cercato di allargarsi. Non sono solo io a provare questi sentimenti, ma tante altre persone che, per motivi più svariati, devono abbandonare la loro terra. Io sono più fortunato, ci sono altre persone che sono costrette, in un modo diverso, a farlo. Ho cercato di raccontare tutto questo”.

IL VIDEO DEL SINGOLO

Il video del singolo parte da dentro casa, da dentro la tua casa, diciamo a Natale, e termina, diciamo in una seconda parte sulla spiaggia di Cutro, dove c’è stata la tragedia degli migranti. Come mai questa scelta? Nel senso, vuoi, hai voluto indicare le speranze di chi va via e cerca di emanciparsi, di trovare la sua fortuna, e a volte quello che trova non è mai bello, oppure a volte non è quello che uno pensa di trovare,  la realtà che uno trova è più brutta di quella che si aspetta. Cosa hai voluto dire? Perché la scelta di Cutro, in particolare?

Allora, la scelta di Cutro, chiaramente perché Cutro è un luogo simbolico, dove un anno fa sono morte più di 90 persone in un naufragio davanti alle nostre coste, sono cose che accadono, sono accadute solamente l’anno scorso e che accadono oramai da tanti anni. Io quello che ho semplicemente cercato di fare è di riflettere sulla dimensione del partire. Negli anni, io vengo dalla Calabria che è una terra di forte migrazione, come lo è stata anche tutta l’Italia nell’immediato dopoguerra, ho cercato di rielaborare questa cosa che è dentro di me, anche attraverso i racconti della mia famiglia,  di raccontare il sentimento della partenza e di fare un parallelo con il sentimento che provano altre persone, che per i motivi più diversi, che non sono il tema della canzone, scelgono di abbandonare la loro terra e anche di mettere a rischio la loro stessa vita in un viaggio molto difficile. La mia intenzione era quella di riflettere su questi due aspetti, che secondo me sono paralleli. Il parallelo tra la mia partenza e la partenza di altre persone che facevano parte della mia famiglia, di tutta una terra, dell’emigrazione calabrese e anche quella di altre persone che giungono in una terra, che da terra di emigrazione diventa terra che invece deve accogliere. A distanza di decenni cambiano le cose, no?”

C’E’ FUTURO PER LA CANZONE D’AUTORE?

In un’epoca in cui si è orientati un po’ verso il commerciale, dove si cerca la hit a tutti i costi, dove si è orientati più verso le vendite, pensi che la canzone d’autore possa ancora avere il suo valore specifico? Tu anni fa, nel 2018, hai pubblicato un album bellissimo, I Viandanti, dove hai collaborato con diversi artisti importanti. Ecco, pensi che un progetto del genere sia ancora attuale nel panorama musicale italiano di adesso?

Probabilmente non è attuale se parliamo della canzone intesa come prodotto. Da quel punto di vista la canzone d’autore non ha più alcuna possibilità, probabilmente. A meno che non si ritagli una nicchia, una nicchia di ascolto. Però io non parto, diciamo, da quel ragionamento. Io scrivo canzoni perché sento il bisogno di scriverle e poi anche di proporle. Sono perfettamente consapevole del fatto che i numeri della canzone d’autore e dei tanti cantautori che popolano, diciamo, il panorama musicale italiano adesso sono quasi ridicoli, se li compariamo con la musica che circola veramente in radio che viene ascoltata, soprattutto dai più giovani. Non di meno io non posso fare a meno di notare che la musica che circola si guarda un po’ all’ombelico. Non so, diciamo, discutere sui suoni, su quello, perché, insomma, la musica ha fatto, c’è la musica elettronica, ci sono tante cose che uno potrebbe fare. Però credo che la canzone d’autore ancora rispetto alle altre cerchi un po’ di più uno sguardo sul mondo, un pochino più ampio. È chiaro che non fa grossi numeri, però può ancora raccontare un po’ di verità, probabilmente. Eh no, indubbiamente racconta un po’ di verità. Può almeno provarci”

IL SIGNIFICATO DELLA COPERTINA

Tornando al Il giorno prima di partire, che appunto è il singolo di cui stiamo parlando, mi ha colpito molto la copertina,  tu sei di spalle, con una chitarra sulle spalle e vai verso, casa tua dovrebbe essere quella che si vede, insomma, ci sei tu con la chitarra di spalle che vai via quasi a salutare.

No, in realtà quello è il centro storico del mio paese come è ora, il mio paese d’origine, che ora è quasi completamente abbandonato. E nel giorno in cui abbiamo girato il video, io sentivo questa sensazione molto particolare di aggirarmi tra case che erano state abitate da famiglie numerosissime, con otto, nove, dieci figli e che ora sono quasi completamente disabitate. Quelle famiglie partirono per una emigrazione lunga, forse per certi aspetti dura tuttora, attraversarono l’oceano e lasciarono il centro storico, le case in cui vivevano. Ecco, quello che si vede è il centro storico, è molto significativo per me, anche come collegamento con quello che dicevamo prima, no?  Poi lasciare ciò che si ama, a volte per scelta, ma soprattutto, purtroppo, a volte anche per bisogno perché il territorio non offre futuro è triste. Diciamo, se posso aggiungere una cosa, io sono stato influenzato anche negli ultimi anni dalla lettura dei testi di un antropologo che si chiama Vito Teti, che ha scritto un libro molto bello che si intitola La Restanza, e parla molto di questa necessità di dare ancora vita ai paesi che formano l’ossatura della cultura italiana, e lo fa in un modo molto particolare. Io credo che quella sia una strada da perseguire. Per esempio, anni fa, visitai Riace, giusto per capirsi su quello che intendo dire, è un borgo il cui centro storico era stato completamente abbandonato, ma venne ripopolato dal sindaco di allora, Mimmo Lucano, con altre persone che avevano ridato vitalità a quel luogo e vivevano fianco a fianco delle persone che erano ancora lì. Questo intendo dire, è quello che cerco di creare questo parallelo. È abbastanza interessante come discorso.”

IL SINGOLO ANTICIPA UN ALBUM

Il giorno prima di partire, questo singolo, anticipa poi un album che uscirà sempre nel 2024, un po’ più avanti. Orientativamente sappiamo la data di rilascio oppure è in produzione e quindi non abbiamo una data specifica?

“Il disco verrà registrato tutto in presa diretta nel mese di aprile, dopodiché ci sarà un po’ di lavorazione e di studio, però penso che già nel mese di maggio dovrebbe essere pronto. Sulla data di uscita ancora non so dire”

I nuovi brani continueranno il percorso di questo singolo ?

“In qualche modo sono andate in quella direzione lì. Avrebbero potuto prenderne un’altra, ma hanno preso quella lì. Quindi a quel punto ho deciso di includere tutte quelle che ho scritto negli ultimi anni e che sono legate da delle tematiche”

LA VOGLIA DI RIDARE SPAZIO ALLE CANZONI DEL PRIMO DISCO

Concludiamo con quelli che sono i progetti futuri. Oltre questo album in produzione a maggio ci saranno delle date oppure hai in testa qualcos’altro per continuare questo percorso musicale?

“Certo, assolutamente. Spero di portare un po’ in giro il disco e anche di poter ricantare le canzoni del mio primo disco che hanno avuto una buona accoglienza quando uscirono, ma una sorte un po’ sfortunata dal vivo perché dovevo cominciare una piccola tournee nei teatri quando praticamente cominciò la pandemia. Dopodiché sono diventato papà alla fine del 2019. Per tutte queste cose,  vorrei ridargli quello che un po’ secondo me meritano, almeno dal mio punto di vista.”