Recensione della riedizione dell’album
Lo avevamo accolto, fin dalla sua pubblicazione lo scorso 28 settembre, come uno dei migliori album dell’anno oltre che il graditissimo ed attesissimo ritorno discografico di Loredana Bertè, ormai da troppo tempo lontana dalle scene. Un disco che (qui la nostra recensione della versione originaria) aveva avuto la capacità di riproporre al pubblico un’interprete fedele alla sua tradizione musicale ma, contemporaneamente, votata positivamente al racconto della sè stessa di oggi.
Con la partecipazione al Festival di Sanremo del 2019 della Bertè è arrivata anche la riedizione dell’album prodotto da Luca Chiaravalli. Oltre alla 12 tracce originali già contenute nella prima versione dell’album sono state aggiunte il brano sanremese e due speciali medley live eseguiti dal vivo durante l’ultimo tour live della cantante di Bagnara Calabra. Il primo di questi medley è quello sulle note di Petala (contenuto in Savoir faire del 1984), Esquinas (contenuto nell’album Carioca del 1985) e Jazz (contenuto nell’omonimo album del 1983). Il secondo medley live, invece, raccoglie i brani Stare fuori e Madre metropoli (entrambi facenti parte dello storico disco Traslocando del 1982) e Indocina (estratto dall’album Normale o super del 1976).
Il centro focale dell’intero lavoro, però, sta su Cosa ti aspetti da me, il brano che ha segnato l’undicesima partecipazione alla kermesse canora di Sanremo. La firma di Gaetano Curreri (coadiuvata dalle più giovani penne di Gerardo Pulli e Piero Romitelli) evoca tinte non troppo lontane dall’ultimo Vasco Rossi che, in effetti, al brano si dice fosse stato interessato. Il tema del brano è quello di un amore complicato giunto ad uno stop chiedendosi vicendevolmente che cosa, ancora, ci si può aspettare dall’altro. Punto forte del brano, però, non sta nel testo, che si rivela abbastanza lineare e tradizionale nei suoi toni e nella sua scrittura, quanto piuttosto nella musicalità e, soprattutto, nella grintosa interpretazione della Bertè. Ad un inciso in pieno stile Vasco per i cori da stadio che richiama con facilità si somma il timbro graffiato, sporco e consumato di un’ugola come quella di Loredana che si rivela perfettamente in grado di comunicare un messaggio più profondo della stessa canzone.
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Video recensione |
Ilario Luisetto
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