40 anni di straordinaria carriera rock raccontati dal critico Lele Boccardo
Regina indiscussa della serata non poteva che essere, ovviamente, Loredana Bertè che ha deliziato il pubblico ripercorrendo una carriera quanto mai ricca di successi intramontabili intervallati da hit nuove e vecchie delle amiche coinvolte nella serata.
Ho contattato personalmente l’esperto critico musicale Lele Boccardo, autore non da ultimo di un entusiasmante noir musicale (Il rullante insanguinato) di cui vi abbiamo già raccontato in precedenza, per tracciare un breve profilo dell’istrionica carriera dell’artista calabrese rispetto alla quale la famosa penna giornalistica piemontese ha confessato di trovarla “l’unica vera icona rock femminile italiana senza che me ne vogliano le altre”. Per poi proseguire dicendo “in tutto ciò che ha fatto nel corso della sua carriera ha sempre scelto di metterci la faccia


pagando eventuali scelte, non proprio felicissime, come fu il pancione esibito a Sanremo nel 1986 piuttosto che altri atteggiamenti forse troppo sopra le righe. Ciò non toglie, però, che dal punto di vista interpretativo sia unica: Loredana è Loredana e non ha alternative. Occorre sottolineare anche il fatto che, nel corso di questi 40 anni, non è stata solo cantante ma si è dilettata anche, come ben ricordo, in un fantastico varietà del 1977, intitolato “Bambole, non c’è una lira”, dove se la cavava benissimo come intrattenitrice a fianco di un giovanissimo Christian De Sica, Pippo Franco, Isabella Biagini e Leopoldo Mastelloni”.
Nel corso della sua carriera la Bertè ha deliziato il pubblico con successi intramontabili e dischi densi di quel sapore rock che più di ogni altra artista le appartiene ancora oggi malgrado abbia talvolta spostato la sua attenzione al mondo pop e a svariate svolte stilistiche e di genere come ogni grande artista fa, e deve fare, nel corso della propria evoluzione.
Per lei ha scritto il grande maestro Ivano Fossati ma anche assoluti numeri uno della scrittura come Mario Lavezzi, Pino Daniele, Maurizio Piccoli, Bruno Lauzi, Enrico Ruggeri e tanti altri a testimonianza del fatto che “lei non sia una cantautrice ma ha scelto di affidarsi sempre a grandissimi autori che sono riusciti, e questo va assolutamente sottolineato, ad esaltare al massimo le sue qualità vocali”.
Figura ricca di carattere e grinta la Bertè è stata spesso contrapposta dalla stampa e dalla critica all’altra artista di famiglia, la sorella maggiore Domenica, divenuta universalmente nota come Mia Martini o, più semplicemente, Mimì. “Mimì non ha raccolto tutto ciò che meritava per colpa, probabilmente, di quell’assurda voce che non voglio nemmeno citare. Era un personaggio, forse, più riservato ma ugualmente grande alla sorella quanto ad interpretazione: due voci uniche ed inimitabili”.
Ilario Luisetto
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