giovedì, Marzo 28, 2024

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Loredana Bertè rimane con rabbia la regina del rock anche in “LiBertè” – RECENSIONE

Recensione del nuovo album d’inediti dell’artista calabrese

L’ultima volta che ascoltavamo Loredana Bertè alla prova con un album d’inediti era il 2005 per un futurista (e poco messo a fuoco) Babybertè. Da allora le tracce dell’artista calabrese sono state parecchio offuscate e, salvo rarissimi episodi, praticamente inesistenti dal punto di vista discografico. Con la rinascita mediatica degli ultimi anni e la rivisitazione di un colossale repertorio rock, concentrato soprattutto tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’90, avvenuta grazie all’opera di rilancio, supportata da Fiorella Mannoia, la Bertè è riuscita a tornare sulla cresta dell’onda mettendo in atto una delle tante ripartenza della sua lunga carriera.

Loredana Bertè - Libertè

LiBertè arriva, dunque, a tredici anni di distanza dall’ultimo vero progetto ma ha la forza di far riscoprire per così com’è sempre stata un’artista unica della migliore musica italiana. Dodici tracce inedite prodotte meravigliosamente da Luca Chiaravalli che, coadiuvato da un gruppo di autori storici o giovani, ha il merito di aver cucito un abito soprattutto coerente con la storia ed il sentire di questa grandissima interprete nostrana.

La voglia di dire la propria, di farsi sentire, di non risparmiare niente e nessuno è l’obiettivo di tutto l’album che con toni duri nei testi, che ben sposano suoni decisi e melodie micidiali, ben viene rappresentato dall’apertura di Libertè che propone una Bertè che “non seguo le regole del branco” proponendosi che “niente potrà farmi più male finalmente” cantando il proprio grido di anticonformismo e libertà con una voce roca e segnante che sottolinea nello special conclusivo “sono il vento che s’alza, nessuna appartenenza; sono il pensiero randagio, dolcezza, rabbia, disobbedienza; sono la nave già partita, guerra da disertare; pronta ad urlare l’unica regola che c’è: libertè”.

Con Fabio Ilacqua la Bertè co-scrive anche le successive Tutti in paradiso, che, in perfetto stile Bertè, si concentra contro “le canaglie della Terra” avendo una buona parola per tutti da dittatori, generali, banchieri, assessori, assassini, presidenti ed intellettuali risuonando quasi come una ‘Musica e parole 2.0’, e Anima carbone, vera e propria gemma musicale del progetto che propone una donna consumata dalla vita ma ancora pronta a lottare anche contro Dio che ha “barato a mio sfavore” lasciando spazio a tutta l’intensità del tomento contro la vita che appare “solamente una partita divertente” da giocare fino alla fine.

Loredana Bertè

Come co-autrice Loredana è presente anche in Gira ancora, la potente schitarrata scritta affianco allo storico collaboratore Maurizio Piccoli, e nel singolo di lancio Maledetto Luna-Park dove incrocia i giovani Davide Simonetta, Andrea Bonomo e Luca Chiaravalli che dimostrano tutta la loro maestria e capacità autorale proponendo un pezzo che ben poco ha a che fare con le proposte musicali che sono soliti proporre per il mondo pop italiano d’oggi. Qui, invece, “il boia mostra i denti e dice ‘prego madame'” trascinando in un inciso iper-radiofonico ma perfettamente calato nella parte della storica interprete che ritrova anche i suoi collant tra un verso e l’altro resuscitando, seppur solo testualmente, anche tutto il suo sex appeal.

Gli unici passi falsi in un progetto degno di passare alla storia della musica pop-rock italiana sono, forse, le tracce d’apertura e chiusura che si perdono in delle superficiali IntroOutro che con cori di bambini poco dicono rispetto all’interezza del progetto. Poco riuscita anche l’unica traccia firmata da Ivano Fossati che con Messaggio dalla luna tradisce le alte aspettative donando alla Bertè, che fece grande la sua Non sono una signora, un pezzo intriso di chitarre che lasciano, però, ben poco, forse, giustappunto, “una gioia fugace” che si consuma rapidamente dinanzi a pezzi nettamente più a fuoco in questo disco.

Babilonia è indubbiamente il miglior episodio, tra quelli presenti, in cui Loredana diventa interprete delle parole altrui (in questo caso quelle di un illuminatissimo Fabio Ilacqua e Luca Chiaravalli) che, però, perfettamente raccontano il mondo dell’artista calabrese che dichiara la confusione del panorama e della società attuale in cui anche l’amore appare triste. A chiudere ci sono la più pop Una donna come me, scritta da Geatano Curreri degli Stadio assieme a Gerardo Pulli e Piero Romitelli che mettono in risalto l’universo femminile raccontandone paure ma anche forze in un racconto quasi autobiografico per la stessa interprete, Davvero, di un ispirato Paolo Simoni che alla Bertè fa dire “non ho risposte da dare: l’unica cosa che so è che per far luce bisogna bruciare”, e il grandissimo successo estivo di Non ti dico no, che con i Boomdabash ha dimostrato come il successo sia ancora possibile dopo più di quarant’anni di carriera riproponendo quel leggendario reggae de ‘E la luna bussò’.

LiBertè è un disco che fa bene alla musica italiana e lo fa per diversi motivi. Primo tra tutti il fatto che questo lavoro ha il grande merito di restituire al pubblico una delle ugole che ha fatto la storia della musica italiana nei suoi anni d’oro grazie a delle canzoni diventate dei must, a dei look memorabili e ad una forza mediatica inconfondibile. Ulteriore punto a favore è il fatto che Luca Chiaravalli, con la sua produzione centratissima, e i molti autori coinvolti hanno saputo donare a Loredana dei brani adatti a lei, al suo sentire, al suo modo d’interpretare e alla sua storia musicale che ha assoluto bisogno di essere tutelata e rispettate anche con le scelte artistiche del presente. Un disco sincero, attesissimo e assolutamente in grado di rispondere alle aspettative che legittimamente hanno caratterizzato questi anni di lunghissima attesa. Bentornata Loredana!

MIGLIORI TRACCE: Anima carbone – Libertè – Tutti in paradiso

VOTO COMPLESSIVO: 8/10

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
Ilario Luisetto
Ilario Luisetto
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.