venerdì 22 Novembre 2024

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Loredana Errore: “Sono una rivoluzionaria alla negatività” – INTERVISTA

Intervista alla cantante per presentare il nuovo singolo “Torniamo a casa

In occasione della pubblicazione del suo nuovo singolo radiofonico inedito, Torniamo a casa, siamo tornati a scambiare qualche chiacchera con Loredana Errore (a cui qui la nostra precedente intervista) che ci ha raccontato tutto a proposito di questo suo nuovo ritorno musicale, dell’album di prossima uscita e di qualche altro sogno nel cassetto riguardo ad una possibile partecipazione al Festival di Sanremo. Ecco, però, le sue parole:

Bentornata su Recensiamo Musica Loredana. Vorrei partire con te, ovviamente, da “Torniamo a casa“, questo tuo nuovo singolo che in qualche modo prosegue quel lavoro artistico e discografico che hai avviato negli ultimi mesi e che ti avvicina sempre di più al traguardo di un nuovo album. Che canzone è per te?

<<‘Torniamo a casa’ è davvero un ritorno a casa un po’ in tutti i sensi. E’ un brano che, secondo me, i miei fan stavano aspettando: so che speravano che io tornassi con un brano del genere proprio per riappropriarsi di quella Loredana che avevano amato con quel graffiato, quell’interpretazione un po’ più ruvida se vogliamo rispetto a ‘100 vite’ ed ‘E’ vita che conta’ in cui mi sono confrontata con un panorama italiano con uno stile sicuramente più attuale grazie all’utilizzo dell’elettronica e non solo. ‘Torniamo a casa’ è un brano scritto da Stefano Paviani e Riccardo Quagliato che ne è stato anche il produttore. E voglio ricordare anche che per questo brano hanno partecipato, e sono onorata di questo, delle grandissime leve musicali e dei grandissimi artisti e musicisti come Giorgio Secco e Andrea Torresani che sono due grandi colossi che suonano per Vasco Rossi e Giorgia. Trovarmi in questo contenitore di grande talento è stato un grande onore e mi ha dato una grande forza, una grande speranza nell’essere sempre pronta  al bene che può arrivare>>.

Che significato assume, metaforicamente ma anche concretamente, la casa per te?

<<In questo testo ha come come come significato il grande il grande nido d’amore che ognuno di noi vi ritrova: dalla cameretta alle quattro mura, al tepore. La casa è il luogo che ci può accogliere: ci ripara, ci rafforza, ci fa riposare. E’ bene dire anche che la casa ha nel suo significato anche un elemento un po’ ambivalente: da un lato il suo senso protettivo e dall’altro quello più costrittivo che sentiamo in questo periodo proprio per la pandemia mondiale che stiamo vivendo>>.

Loredana Errore - Torniamo a casa

Come dicevi questo è un brano che, rispetto ai due singoli precedenti, pare voler invertire una tendenza alla ricerca e alla sperimentazione in un senso più contemporaneo ma meno fedele alla tua tradizione discografica precedente. Questa nuova canzone è arrivata dopo i due singoli ricercando di recuperare quella vecchia Loredana oppure era già una tappa stabilita nel percorso che avevi scelto di percorrere?

<<Il mio obiettivo è voglio far entrare chi mi ascolta in questa magia in cui io vivo: tutto quello che io vivo è veramente qualcosa che arriva, irrompe e costruisce ed ha, in sé, molto amore. Queste due canzoni hanno scelto per me: Dio ha scelto per me che, forse, prima dovevo misurarmi con due pezzi che parlassero di questo nuovo modo di fare musica e sicuramente non è stata una scelta calcolata o una scelta per far vedere qualcosa a qualcuno. E’ stato un percorso che si è veramente creato da solo è che io ho ricevuto come dono. Adesso ‘Torniamo a casa’ nel vero senso della parola con mia grande sorpresa perché questo è un brano talmente particolare e bello che all’inizio, devo essere sincera, non avevo molto capito come potevo agire e dare il meglio di me stessa. All’inizio non avevo capito questa canzone ma poi, come spesso accade per i grandi pezzi, pian piano mi sono innamorata. Devo dire che l’incontro con Riccardo Quagliato e Stefano Paviani è stato un incontro decisivo in questo senso>>.

L’ho scritto personalmente nelle nostre pagelle del primo ascolto (qui) ma lo ripeto perchè ci tengo: questa secondo me è una grande canzone, messa a disposizione di una grande interprete che trova nella voce il marchio di fabbrica. Sei consapevole di questa tua forza oppure se ancora un po’ inconsapevole di quanto la tua voce faccia la differenza?

<<Già che ne sto parlando mi emoziono perché per me la voce che ho ottenuto come dono penso che sia qualcosa che veramente mi ha salvata in tanti momenti bui. La musica è stata veramente il mio tempio. Io vorrei semplicemente che questa voce possa farmi compagnia, portarmi il più avanti possibile perché io ho bisogno di cantare, io sento la necessità. Il mio è un bisogno, una gioia, una vocazione: non so cosa saprei fare senza questo dono che, quindi, diventa per me insostituibile. Questa è la grande consapevolezza che ho: non voglio mai mollare la mia casa, la casa della musica>>.

Viviamo degli anni in cui gli artisti spesso scelgono di agire di sottrazione, di smussare ogni caratteristica del loro proporsi da un punto di vista vocale risultando, quindi, più lineari, più puliti nella timbrica. Riscontri questo fenomeno come ascoltatrice oppure secondo te è una visione parziale di quello che ci sta attorno?

<<Devo dire che, come tutti, ho notato questa cosa e spero che non diventi una regola. C’è molto autotune in questo momento, in questi anni, e questo ha un po’ fatto perdere quelle che sono comunque le autenticità vocali omologando un po’ tutto. Credo che nessuno sia migliore di altri però penso anche che una voce, quando esprime, emozioni a prescindere quindi non c’è una regola per fare musica, per dare delle emozioni. E’ ovvio che come cantava Lucio Dalla oggi non canterà Achille Lauro: sono due artisti completamente diversi però, secondo me, è giusto anche fare delle distinzioni tra il commerciale e l’immediatezza mediatica e l’arte. Sono campi che, secondo me, vanno distinti assolutamente>>.

Mi faceva piacere fare un riferimento a quanto dicevi poco prima a proposito del valore della musica suonata. Contemporaneamente a questa tendenza di affidarsi sempre di più alla volontà di ridurre la particolarità della voce c’è anche una tendenza ed affidarsi ai plugin, ai suoni precampionati e al coinvolgere sempre meno i musicisti in studio di registrazione. Proprio di questo parlava ultimamente Renato Zero per presentare il suo ultimo album arrivando a fare una sorta di appello agli artisti incoraggiandoli ad affidarsi nuovamente alle orchestre, ai musicisti veri perché il sentimento che questi possono tradurre non può essere tradotto da un plug in. Sei d’accordo?

<<Io credo semplicemente che tutti i suoni hanno un proprio valore. E’ ovvio che, poi, ci si trova a dover fare delle scelte e questo fa la differenza. Per quanto mi riguarda in ‘E’ vita che conta’ ci sono dei plugin e ci sono anche degli strumenti suonati, in ‘Torniamo a casa’, invece, è tutto suonato quindi, voglio dire, è davvero solo una questione di scelte. A me piace la musica elettronica, sono io la prima che ha fatto delle sperimentazioni quando ero giovanissima però è ovvio che quando si ascolta un brano bisogna dare magari più informazioni a chi ascolta. L’ascoltatore va anche instradato e gli va spiegato il perché sia stato concepito piuttosto che con un’orchestra filarmonica con dei synth>>.

Volevo per un momento soffermarmi sul testo di questa canzone perché in un verso dici “qualcuno mi ha detto che niente per sempre“: c’è qualcosa che secondo te, invece, dura per sempre?

<<Io credo che possa durare per sempre, se noi ci impegniamo, la nostra persona ed il nostro carattere, il nostro essere autentici. Ho veramente la grazia che nonostante eventi straordinari come incidenti e altri momenti molto difficili io non abbia mia perso la mia indole, la mia essenza quindi credo che questo possa essere per sempre. Le nostre azioni sono il nostro per sempre e sicuramente, poi, da un punto di vista più spirituale il per sempre è l’immortalità della nostra anima che vivrà sempre in eterno>>.

Con te vorrei fare anche una piccola riflessione sull’essere oggi una donna artista: sono anni in cui le ragazze fanno un po’ di fatica nelle classifiche della musica italiana. Ce ne sono sempre meno ed in posizioni sempre più marginali: è un fenomeno un po’ strano da da capire e da concepire però, visto che parlavamo di voci, mi viene quasi da pensare che possa essere un fenomeno dovuto al fatto che la donna, per struttura fisica e tecnica, dispone spesso di una timbrica più varia di quella dell’uomo e quindi questa volontà di ridurre al minimo l’impostazione vocale nelle canzoni svantaggi maggiormente le donne rispetto agli uomini. Come la vedi?

<<Per mia diciamo distorsione non guardo mai le classifiche però ti posso dire dal mio punto di vista che questo a me non fa paura. Possono essere magari delle scelte che determinano delle esclusioni. Quello che noto è che ci sono molte voci uguali, molte voci omologate che non fanno fuoriuscire grandi personalità e in questo credo che ci sia una volontà. Poi, però, credo anche nel lavoro di ognuno di noi e, proprio per questo, penso che ognuno avrà la propria fetta. Se non combatti, se non lotti niente sarà gratuito>>.

In un altro punto del testo di “scappiamo dalle feste per tornare a casa” e poi ancora “scappiamo da ogni vita aliena“: è un momento particolare e la casa sta assumendo un nuovo valore che è un valore di un po’ strano per la società che c’era prima di questa situazione pandemica dove la casa era sempre meno luogo di ritrovo e sempre più luogo di sfuggita. Secondo te c’è qualcosa che questa situazione ci può tornare ad insegnare?

<<Sì, assolutamente. Intanto ci può insegnare quanto siamo niente e quanto la vita sia una livella. La casa non deve sicuramente risultare né un limite né un incipit: la casa è uno status, è una preziosità e un dono oltre che un diritto. E’ quel luogo dove ognuno di noi ritrova il tepore, la famiglia, la persona amata ma può anche trovare semplicemente se stesso e la casa diventa in quel momento la propria compagna, il proprio nido d’amore. L’oggi ci può insegnare come ognuno di noi può essere migliore e utile a sé stesso perché un sorriso può cambiare le cose, un gesto umano può cambiare una giornata, un immedesimarsi di più è sicuramente un pensiero più verso il bene. Mi auguro che tutti possiamo ritornare a mettere in primo piano il cuore nelle cose non sono il materialismo perché è la vita che conta, la vita sopra ogni cosa>>.

Mi fa piacere vederti così sorridente perché vuol dire che ti stai godendo questo momento…

<<Si, è così. Io sono una rivoluzionaria al male, sono una rivoluzionaria alla negatività. Penso che dobbiamo reagire a tutto questo con la gioia che ci deve accompagnare perché ci siamo ancora. Il bene ed il pensiero positivo è già un elemento grandioso che se è pensato con purezza e convogliato insieme ad altri pensieri da il proprio risultato. Non abbattiamoci: crediamo nel bene e crediamo che se noi siamo ancora qui è semplicemente una questione di bene non di male>>.

Manca poco alla pubblicazione di questo nuovo album…

<<Si, pochissimo. Siamo in dirittura d’arrivo: questo mese lo potremo finalmente avere tutti tra le mani>>.

Ci puoi dare qualche spoiler?

<<Guarda di anticipazioni credo proprio di no (ride). Voglio un attimo far arrivare quel giorno e quindi poi parlare degli altri brani però sicuramente da quello che avete intuito dai primi tre brani la vita è la celebrazione di quest’album>>.

Manca poco più di un mese all’annuncio del cast del prossimo Festival di Sanremo. Hai messo da parte una canzone da mandare alla commissione?

<<Ti rispondo con questo grande sorriso e posso dirti semplicemente che io ci credo, che nella mia vita mi sono accadute delle bellissime e speriamo che questa magia possa continuare e regalarmi nuove sorprese>>.

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.