Intervista alla cantante che racconta il nuovo singolo ‘E’ la vita che conta’
Dopo il singolo del ritorno (‘100 vite’, qui l’intervista con cui ce l’ha presentata), Loredana Errore è tornata a raccontarci il suo nuovissimo brano per la rotazione radiofonica, E’ la vita che conta, che prosegue la strada verso la pubblicazione di un prossimo album d’inediti caratterizzato da una nuova attitudine artistica da parte dell’interprete. Ecco che cosa ci ha raccontato in questa nuova occasione a proposito del brano, del prossimo progetto discografico, dei sogni che conserva nel cassetto per il suo futuro e del valore che la musica ha assunto per lei nel corso della vita:
Ben ritrovata Loredana, è un vero piacere aver l’occasione di parlare insieme del tuo nuovo singolo intitolato ‘E’ la vita che conta’. Che brano è per te?
<<Questa è una canzone davvero particolare per la sua semplicità e per come mi ha permesso di esprimere il mio essere da sempre incline alla positività nella vita malgrado momenti difficili o particolari eventi che possono avvenire. La bellezza di ogni giorno sta nel vivere e questo brano mi ha permesso di tradurre in musica quello che è il mio motto da sempre e che si è particolarmente rafforzato nel momento del mio incidente che mi ha fatto capire quanto la vita sappia stupirci e regalarci sempre nuovi giorni che vale sempre la pena vivere appieno. “E’ la vita che conta” è un brano che ho amato fin dal primo momento in cui l’ho ascoltato e sono grata agli autori che lo hanno scritto pensando a me e al destino che me lo ha portato tra i miei ascolti>>.
Il senso più profondo di questo brano, tra l’altro, viene comunicato benissimo anche dal videoclip ufficiale uscito solo qualche giorno fa…
<<Esatto, è l’espressione contraria a tutto ciò che non va perché, per l’appunto, è la vita che conta qualsiasi cosa succeda>>.
Tra l’altro è una canzone che celebra la forza della vita e la sua bellezza in un momento di ripartenza sociale che, in un certo senso, incarna, dunque, questa vitalità e attenzione all’importanza dell’esistere…
<<Sono felice di questo. Sono convinta che esistano numerosi segnali che la fede ci permette di cogliere: “100 vite” e “E’ la vita che conta” sono due brani che raccontano proprio il fatto che la vita assume, per ciascuno di noi, un significato diverso ma che per ognuno è la cosa più preziosa e bella. Spero che questi mesi di lock down ci abbiamo insegnato il rispetto della vita e la necessità di affrontarla testimoniandone la verità. E’ questo che, a mio giudizio, ci è mancato: la verità, anche nelle canzoni>>.
Nel tuo percorso discografico ci sono stati momenti in cui ti sei confrontata anche con il ruolo di autrice, con questi ultimi due brani sei tornata alla dimensione dell’interprete ma ti va riconosciuto il merito di essere molto attenta all’utilizzo delle parole che scegli di cantare con la tua voce. Quanto è importante per te il testo di una canzone?
<<Moltissimo e ti ringrazio per ciò che dici. Le parole sono, secondo me, la prima culla del piacere che un essere umano può avere. Ciò che può fare una parole è qualcosa di immenso: una parola ti può distruggere ma ti può fare anche correre e volare. Avere la possibilità di dare vita a queste parole rendendole delle immagini è un dono bellissimo ma credo che il vero artista sia quello che riesce a colorare quelle parole dando il proprio punto di vista a proposito di ciò che canta a prescindere se ne sia l’autore o soltanto l’interprete. Mi auguro che si possa fare tanto buon uso di queste parole per tornare ad un vero girotondo di anime>>.
Abbiamo parlato di parole ma questo brano porta con sé anche una piccola rivoluzione nei suoni e nella produzione. Da dove nasce l’esigenza di andare verso questa contemporaneità?
<<Amerei, un giorno, avere l’opportunità di studiare lirica e questo testimonia il fatto che sono sempre felicissima di potermi confrontare con nuovi stili o, per meglio dire, esigenze e correnti musicali che, com’è naturale che sia, cambiano nel corso del tempo. Il mio pubblico è rimasto, forse, spiazzato all’inizio visto che mi hanno conosciuta con un mio cantare differente ma ritengo questa nuova sperimentazione bella ed utile perché non bisogna fermarsi mai per presentarsi sempre in nuove forme>>.
‘100 vite’ e ‘E’ la vita che conta’ anticipano la pubblicazione di un nuovo lavoro che arriverà il prossimo autunno e rispetto al quale vorrei chiederti se sarà caratterizzato da questa attenzione alla tematica della vita e dalle sonorità più fresche ed attuali
<<La scommessa è proprio questa che è partita da un mio sentire: quando ho iniziato a lavorare a questo disco ho ascoltato diversi brani e mi sono affezionata maggiormente a quelle canzoni che rispecchiano proprio questo mood sonoro e continuano a raccontare messaggi importanti come la vita e l’amore, gli argomenti più puri da cui prendere ispirazione. Dal vivo ci sarà comunque l’occasione di dar sfogo all’interpretazione libera>>.
Parlando per l’appunto di interpretazione vorrei tornare a quando, nel 2010, hai avuto l’occasione di lavorare con una grandissima interprete della storia della musica italiana, Loredana Bertè, con cui hai inciso il duetto inedito ‘Cattiva’. Come ricordi quell’incontro?
<<Ricordo ancora benissimo il momento in cui ho incontrato Loredana Bertè nello studio di registrazione di Michele Canova, il produttore dell’intero album ‘L’errore’. Il brano era firmato da Biagio Antonacci che, insieme a Canova, mi fece il regalo di poter vedere registrare dal vivo Loredana Bertè che avrebbe potuto tranquillamente registrare in un altro momento o luogo. Il fatto di poterle dire che ero grata alla vita per avermi fatto il dono di poter cantare con lei è stato un grandissimo regalo che, per me, è stato sempre un diamante che sono tornata ad ascoltare e ricordare anche nei momenti bui per suggerire a me stessa di continuare a lottare>>.
A proposito di Loredana Bertè e d’interpretazione non posso non chiederti un pensiero su Mia Martini, un’interprete che, immagino, sia stata per te una musa…
<<Si, certo però ci tengo a dire anche un’altra cosa per provare a chiarire un dettaglio che, forse, non si è mai davvero compreso>>.
Ovvero?
<<Mi sono trovata ad interpretare dei suoi brani nel corso delle mie esperienze ma non era un qualcosa dovuto al fatto che io provassi per Mia Martini un amore incredibile. E’ stato con il tempo, canzone su canzone, che Mimì mi è entrata nel cuore dandomi l’impressione di affrontare un repertorio di una persona che conoscevo da sempre. E’ stata una sinergia che si è creata quasi inspiegabilmente forse proprio a partire da quella voglia di vita che Mia Martini aveva dentro di sé>>.
Quanto è importante per te la vocalità?
<<La vocalità è fondamentale, uno studio non semplice e un qualcosa che richiede tanta tranquillità e gioia per esprimersi al meglio. La voce è un qualcosa da tutelare, uno scrigno prezioso in cui confluiscono tutte le esperienze che la vita ci riserva rispetto alle quali la vocalità consiste in un punto luce di tutte quante quelle emozioni vissute e provate>>.
Ti sei mai sentita attaccata per l’uso del tutto particolare ed estroso della tua vocalità?
<<Sono solita prendere ogni critica con ammirazione e gratitudine: chi ti riserva un proprio pensiero lo fa perchè comunque si è visto suscitare qualcosa da te, che sia buono o cattivo. In questo senso di critiche ce ne sono state tante ma non mi hanno mai fermato, piuttosto sono andate a costituire un punto di consapevolezza e di stimolo. Sono convinta che l’emozione che determina l’utilizzo della voce sia incontrollabile e che non possa essere regolata o gestita nemmeno dai noi stessi perchè arriva dal cuore e costituisce qualcosa di davvero magico>>.
Prima di salutarci vorrei portarti a fare un ultimo pensiero a proposito del Festival di Sanremo: non hai mai nascosto la volontà di salire, un giorno, sul palco dell’Ariston come artista in gara. C’è già la volontà di tenere nel cassetto un pezzo da riservare all’edizione del 2021?
<<Posso dirti che da entusiasta della vita sono assolutamente determinata a costruire, pezzo per pezzo, una bella storia che magari possa portarmi su quel palco. Spero che da questi brani e da questo nuovo progetto venga recepita la resilienza e la mia voglia di comunicare il mio messaggio. Mi auguro proprio che si possa aprire un punto di ascolto nuovo e generoso che, magari, potrebbe passare, se mi verrà concesso, anche dal Festival di Sanremo>>.
Ilario Luisetto
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