domenica 24 Novembre 2024

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“Luci blu”, la fragile e intermittente dolcezza di Emma – RECENSIONE

Disponibile da venerdì 6 marzo il nuovo singolo dell’artista, terzo estratto dall’album “Fortuna”

L’amore non mi basta“, “Io di te non ho paura e Mi parli piano, tre canzoni importanti all’interno del repertorio di Emma Marrone, tre ballatone che hanno in qualche modo segnato e contraddistinto la sua carriera, tre pezzi uniti dalla stessa curiosa particolarità: sono tutti usciti come terzo singolo, proprio come “Luci blu”, il nuovo estratto dall’album “Fortuna” (qui la nostra recensione), rilasciato lo scorso 25 ottobre.

Dopo essersi raccontata in maniera essenziale con Io sono bella e aver tirato fuori la propria vena nostalgica in Stupida allegria, la cantante salentina torna in rotazione radiofonica con un pezzo che abbraccia atmosfere confortevoli, composto da Davide Simonetta e Simone Cremonini, due sarti dalle mani esperte che hanno cucito su misura per lei il giusto abito da cerimonia, quello delle grandi occasioni.

Disponibile a partire dal 6 marzo, Luci blu è una ballad intensa e profonda, musicalmente perfetta per la vocalità della sua interprete, che in questo genere di canzoni ci sguazza con abilità e leggiadria. E’ proprio vero, le cose girano senza poterle controllare, non ci resta che accettarle per quello che sono, fare spallucce alla vita e cercare di cambiare noi stessi, il nostro approccio, le nostre ambizioni e le nostre pretese.

Arriva un certo punto della vita in cui ridimensionare diventa una vera e propria arte, un esercizio a cui non siamo abituati, ma una pratica più che necessaria. Cercare l’equilibrio dentro di noi per poi restituirlo o chiederlo a chi ci sta accanto, prima di vederlo andar via, scomparire nel buio di un silenzio fatto di incomprensioni e rancori. Allora ecco che le luci blu altro non sono che i nostri ricordi, quei momenti che vorremmo rivivere, riaccendendoli all’occorrenza.

Lasciarsi andare all’emozione, anche alla malinconia se necessario, é l’invito che Emma ci rivolge tra le righe di questa bella canzone, una soffice carezza sull’anima che ci invita ad andare oltre, a rispettare anche chi non c’è più (“tu non volermi male, se ti ho lasciato andare”), una prova di coraggio e di umanità in primis verso noi stessi, perché il nostro cuore non merita risentimento, bensì un semplice slancio di bontà, un piccolo assaggio di amorevolezza.

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Luci blu | Audio

Luci blu | Testo

Girano così…
le cose, sai com’è
che sembra puoi far tutto
e invece non puoi fare niente
io ancora non ce l’ho
la pillola del tempo
che se la prendo torno
torno e mi risveglio da te, eh-eh

E ci resto fino a quando
non ho capito dove sbaglio!
finché non ho imparato a renderti felice
finché non ho imparato a renderti felice

Ora ti prenderò in braccio
senza stringere troppo
per non farti male
per non farti male
ma abbastanza da non farti cadere giù
e si accendono le luci blu
che facciamo l’amore
poi ti lascio andare
ciao

Mettiamola così
da oggi cambio tutto
e metto l’orizzonte
appeso come un quadro sopra il letto
e se voglio lo riguardo
perché non so immaginarlo
finché non ho imparato a renderti felice
finché non ho imparato a renderti felice

Ora ti prenderò in braccio
senza stringere troppo
per non farti male
per non farti male
ma abbastanza da non farti cadere giù
e si accendono le luci blu
che facciamo l’amore
poi ti lascio andare
non c’è niente da dire

C’era tutto, io e te e quelle luci blu
c’era tutto, io e te e quelle luci blu
c’era tutto, io e te e quelle luci blu

E si spengono le luci e tu
tu non volermi male
se ti ho lasciato andare
ciao
ciao

E si spengono le luci e tu…
tu

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.