A tu per tu con il poliedrico artista romano, in uscita con il nuovo singolo intitolato “Boom boom“
Tempo di nuova musica per Ludovico Franchitti, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Ludwig, disponibile in rotazione radiofonica e negli store digitali con il nuovo singolo “Boom boom”, pubblicato lo scorso 1° maggio, un tributo alle sonorità anni ’90, un connubio tra passato e presente.
Ciao Ludovico, bentrovato. Partiamo da “Boom Boom”, un pezzo bello power, com’è nato e come si è evoluto questo brano?
«E’ nato dalla mia passione per la musica dance, che ho da quando sono piccolo. Sentendo in un playlist il brano “My heart goes boom” dei French Affair, ho cominciato a canticchiare le prime frasi e questo mi ha spinto a farci una canzone. Tutto si è sviluppato qui a casa in quarantena, così, spontaneamente».
Un brano che è un po’ una celebrazione degli anni ’90. Cosa manca oggi, secondo te, di quel periodo?
«Ho voluto anticipare e lanciare il singolo facendo delle storie su Instagram riprendendo il Tamagotchi, il Crystal ball e tutti quei giochi che usavo da piccolo. Volevo far conoscere ai giovani d’oggi come mi divertivo io e che musica ascoltavo, quindi ho pensato di riproporre quel genere con un linguaggio più attuale. Quello che manca non lo so, sicuramente a me piacciono quel tipo di canzoni e vorrei tanto che la dance tornasse in voga».
Un mix tra passato e presente, pensi che la tua musica possa essere una sorta di anello di congiunzione tra la precedente e la nuova generazione?
«E’ un po’ quello che ho in mente di fare, anche se inizialmente quando dicevo in giro di voler produrre un pezzo elettronico cantato in italiano, considerando l’attuale contesto discografico, mi chiedevano tutti se fossi sicuro di voler intraprendere questa strada. Invece, col senno di poi, ho fatto la scelta giusta perchè sono riuscito a coniugare musica e linguaggio, melodia ed elettronica, diciamo che sta andando bene».
Dal tuo approdo in major questo è il terzo singolo, un bilancio direi che possiamofarlo, perché oltre alle certificazioni, anche i numeri fanno girare un po’ la testa. E’ inevitabile che intorno al tuo progetto ci sia parecchio hype, come stai vivendo questo momento?
«Sono molto felice, non me l’aspettavo in così poco tempo. I numeri stanno andando molto bene, ma soprattutto vedo molto riscontro a livello di interazione con il pubblico, anche attraverso i social. Sta andando bene e, quindi, sono davvero contento».
Dopo essere stato in tournée con la Dark Polo Gang, hai registrato ben due sold-out all’Atlantico di Roma. Quali aspetti ti affascinano e ti mancano di più dell’attività live?
«Esibirmi dal vivo mi manca un sacco, ormai ero abituato a stare in tour per mesi interi, ho girato un po’ tutta l’Italia, fermarmi è stato difficile. Quello che mi manca è proprio far divertire la gente, pensa che il 29 febbraio ho fatto l’ultima data all’Atlantico, dopo pochi giorni hanno chuiso tutto».
Come stai affrontando questo difficile ed inedito momento storico?
«Guarda, come tutti, faccio il mio lavoro, ormai mi sono abituato, adattato alle varie disposizioni, a non uscire e stare il più possibile a casa. Fortunatamente ho lo studio a pochi passi dalla mia abitazione, ci posso andare. Faccio musica, gioco alla playstation, le solite cose».
Al netto dell’incertezza discografica dovuta al periodo, cosa dobbiamo aspettarci dalla tua nuova musica?
«Un sacco di novità, sto preparando veramente tanta musica, qualche featuring importante, magari in un futuro un album, dato che non l’ho mai fatto. Spero il prima possibile di poter raccontarvi tutto quello che sto facendo».
Per concludere, nella nostra precedente intervista alla domanda ”Dove desideri arrivare con la tua musica?” mi hai risposto: “Nello spazio, voglio arrivare lontano, creare un team e costruire insieme un movimento musicale. Sono arrivato per restare, non per essere di passaggio”. Pensi di essere già sulla giusta strada o più semplicemente ne sei ancora alla ricerca?
«Sono un po’ lontano dallo spazio, ma diciamo che la strada l’ho presa (sorride, ndr), sta andando davvero tutto molto bene. Da quell’intervista non pensavo andasse tutto così in fretta, mi aspettavo che ci volesse più tempo, invece in pochi mesi è successo tutto questo. Sono veramente contento, anche se c’è ancora tanta strada da fare, tanta musica, spero sempre di farla bene».
Nico Donvito
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