Luk3: “Devo essere fiero dei miei diciotto anni” – INTERVISTA

A tu per tu con Luk3 per parlare del suo primo Ep “Diciotto”, disponibile dal 30 maggio. La nostra intervista al giovanissimo cantautore che abbiamo imparato a conoscere ad Amici 24
Dopo aver conquistato il pubblico di Amici 24 con la sua voce sincera e il suo stile autentico, il giovane Luca Pasquariello, alias Luk3, è pronto a sigillare il suo debutto discografico.
Il 30 maggio uscirà infatti “Diciotto” (DMB / Triggger, distribuito da ADA / Warner), primo Ep ufficiale del cantautore campano classe 2007. Sei tracce che raccontano sogni, paure e desideri di un ragazzo che ha fatto della musica un rifugio e uno specchio: tra queste l’inedito “Canzoncine”, nato da una riflessione profonda sull’identità artistica e personale.
Nel disco trovano spazio anche i brani che lo hanno accompagnato nel talent, da “Valentine” a “Parigi in motorino”, da “Piangi” a “Roma lo sa”, fino al recente “Bianca-Prada”. E mentre si prepara all’instore tour che partirà proprio dalla sua Marcianise, Luk3 si racconta in questa intervista, tra consapevolezze, paure superate e l’urgenza di restare fedele a se stesso.
Luk3 presenta l’Ep “Diciotto” e ci racconta l’esperienza ad Amici 24, l’intervista
Cosa hai voluto racchiudere in questo progetto, che rappresenta il tuo biglietto da visita discografico?
«È molto semplice: volevo raccontare la mia vita. “Diciotto” è un disco che gira intorno alla mia età, ma in cui tantissime persone possono rivedersi: chi con nostalgia, chi perché li sta vivendo adesso e chi magari li vivrà presto. La verità è stata il filo conduttore: ci tenevo tantissimo a raccontare qualcosa di mio, e nell’inedito “Canzoncine” credo di aver lasciato una parte importante di me».
Secondo te, esiste un filo emotivo che unisce le sei tracce dell’Ep?
«Sì, assolutamente. In “Diciotto” convivono due anime: quella più leggera e spensierata, del ragazzo che si diverte, esce, conosce gente nuova… e quella più introspettiva, fatta di paure e riflessioni. È una montagna russa emotiva, e anche l’ordine dei brani segue questo andamento».
Parliamo proprio di “Canzoncine”, il brano inedito: una sorta di presa di coscienza, quasi una lotta interiore. Cosa ti ha ispirato in particolare?
«Avevo questa paura costante, prima e durante Amici, di restare intrappolato nell’immagine del ragazzino che fa solo “canzoncine”. Ero ossessionato dal voler dimostrare che non fosse così. In realtà era un errore. Con questa canzone ho capito che devo essere fiero di ciò che sono, dei miei 18 anni, del mio modo di raccontare le cose. È un brano che mi ha fatto fare pace con me stesso».
Tra i brani già noti c’è “Parigi in motorino”, che ha avuto un grande riscontro. Cosa pensi abbia colpito così tanto il pubblico?
«Credo la spensieratezza e la freschezza. È un pezzo che prende sia i più giovani, sia chi ha 40 o 50 anni e si rivede in quelle immagini, ricordando i suoi 18 anni. È un brano che funziona perché parla di qualcosa che abbiamo vissuto tutti».
Il tuo ultimo singolo, “Bianca-Prada”, è già virale su TikTok. Com’è nato?
«È nato dopo Amici, quando avevo voglia di scrivere qualcosa di leggero. Volevo staccare, e cosa meglio dell’amore per riempire un vuoto? È venuto fuori in modo molto naturale. I commenti più belli sono quelli di chi mi dice che si ritrova in quella sera d’estate, nella semplicità della storia che racconto».
Il 30 maggio partirai con un instore tour che avrà inizio proprio da Marcianise, la tua città. Come descriveresti il rapporto con la tua fanbase?
«Ottimo e non vedo l’ora di abbracciare tutte le persone che mi hanno seguito. I social, a volte, ti fanno dimenticare che dietro i numeri ci sono volti veri. E leggere negli occhi delle persone le emozioni che prima vedevi solo nei commenti sarà speciale».
Cosa ti ha lasciato l’esperienza di Amici, a livello professionale e personale?
«All’inizio ero molto focalizzato sui numeri, sulla paura del giudizio. Poi, col tempo, ho capito che ciò che conta davvero è la verità in quello che fai. La musica è sempre stato il motivo per cui ero lì. Ritrovare quel centro è stato fondamentale».
Qual è il momento più bello e quale il più difficile del tuo percorso ad Amici?
«Il più bello è stato quando, durante il pomeridiano, tutto lo studio ha cantato il mio inedito. Indimenticabile. Il più difficile è stato quando ho pensato davvero di mollare tutto per la questione “canzoncine”. Ma poi mi sono ricordato l’occasione che avevo e ho scelto di restare».
Per concludere, hai detto di voler raccontare le fragilità della tua generazione. Quanto è importante per te farlo attraverso la musica?
«Tantissimo. Con “Piangi” ho voluto parlare proprio di questo: le fragilità sono comuni a tutti, dai bambini agli adulti. Piangere è un’azione universale, è liberazione, è verità. Raccontare anche le debolezze è il modo migliore che ho per essere sincero con chi mi ascolta».