“L’ultima poesia” di Francesco Renga: te la ricordi questa?
Viaggio quotidiano nella colonna sonora della nostra memoria, tra melodie sospese nel tempo pronte a farci emozionare ancora. Oggi parliamo di “L’ultima poesia” di Francesco Renga
La musica è la nostra macchina del tempo: basta una nota, un ritornello, ed eccoci di nuovo lì, in una stagione vicina o lontana, in un’auto con i finestrini abbassati o nella cameretta della nostra infanzia. “Te la ricordi questa?” è il nostro appuntamento quotidiano per riavvolgere il nastro delle emozioni, proprio come si faceva una volta con una semplice penna e una musicassetta. Oggi l’orologio del tempo ci riporta al 2001 con “L’ultima poesia” di Francesco Renga.
Ogni giorno, alle 13:00, vi accompagneremo in un viaggio musicale alla riscoperta di queste gemme nascoste: canzoni che hanno detto tanto e che hanno ancora tanto da dire, pronte a sbloccare ricordi, evocare immagini, restituirci pezzi di passato con la potenza che solo la musica sa avere. Brani che forse oggi non passano più in radio, pezzi di artisti affermati lasciati in un angolo, o successi di nomi che il tempo ha sbiadito ma che, appena tornano nelle nostre orecchie, sanno ancora farci vibrare. Perché la musica non invecchia, si nasconde soltanto tra le pieghe del tempo, aspettando il momento giusto per colpire nel segno e farci esclamare sorpresi un: “Te la ricordi questa?”.
Ti sblocco un ricordo: “L’ultima poesia” di Francesco Renga
Tra le gemme più preziose, e allo stesso tempo meno conosciute, della discografia di Francesco Renga, “L’ultima poesia” rappresenta un’istantanea emotiva di rara intensità, capace di lasciare un segno profondo nell’animo dell’ascoltatore. Inserita come inedito nella ristampa sanremese del suo primo album solista, pubblicata nel 2001, la canzone è scritta da Andrea Amati.
Sospesa tra malinconia e abbandono, “L’ultima poesia” è una confessione in punta di voce, dove la musica cede il passo al sentimento, lasciando che siano le parole e la straordinaria vocalità di Renga a guidare il racconto. L’arrangiamento minimale, essenziale, accompagna la voce in modo discreto, dando spazio a ogni inflessione, ogni respiro, ogni pausa carica di significato.
Quello che colpisce di più è la misura con cui Francesco interpreta questo brano: senza eccessi, senza enfasi, ma con quella voce potente e fragile insieme, che ha reso celebre il suo stile. “L’ultima poesia” non ha bisogno di crescere, di esplodere: tocca con leggerezza, e proprio per questo fa male. È una carezza mancata, una lettera mai spedita, un abbraccio rimasto in sospeso.
Il testo di “L’ultima poesia” di Francesco Renga
Ogni cosa, questa sera
Mi parla di te
La televisione è accesa e
Davanti a me.
La tua fotografia, tra i fogli e
Un’ultima poesia, da scrivere.
Ora la mia mente vola da te
Sulle pagine scritte, nel cuore ora c’è
Un’ultima poesia te la regalo, anima mia
Tutto si confonde piano, tra sogno e realtà
Sopra il foglio la mia mano, scivola.
… e così vai via, verso il mare,
Dove tutto prima o poi, può finire.
Ora la mia mente vola da te
Sulle pagine scritte, nel cuore ora c’è
Un’ultima poesia, te la regalo anima mia
Ora la mia mente vola da te
Tra le cose che non ti ho mai dato ora c’è
Un’ultima poesia, il vento poi ti soffia via