“L’una per te” di Vasco Rossi: te la ricordi questa?

L'una per te Vasco Rossi

Viaggio quotidiano nella colonna sonora della nostra memoria, tra melodie sospese nel tempo pronte a farci emozionare ancora. Oggi parliamo di “L’una per te” di Vasco Rossi

La musica è la nostra macchina del tempo: basta una nota, un ritornello, ed eccoci di nuovo lì, in una stagione vicina o lontana, in un’auto con i finestrini abbassati o nella cameretta della nostra infanzia. “Te la ricordi questa?” è il nostro appuntamento quotidiano per riavvolgere il nastro delle emozioni, proprio come si faceva una volta con una semplice penna e una musicassetta. Oggi l’orologio del tempo ci riporta al 1998 con “L’una per te” di Vasco Rossi.

Ogni giorno, alle 13:00, vi accompagneremo in un viaggio musicale alla riscoperta di queste gemme nascoste: canzoni che hanno detto tanto e che hanno ancora tanto da dire, pronte a sbloccare ricordi, evocare immagini, restituirci pezzi di passato con la potenza che solo la musica sa avere. Brani che forse oggi non passano più in radio, pezzi di artisti affermati lasciati in un angolo, o successi di nomi che il tempo ha sbiadito ma che, appena tornano nelle nostre orecchie, sanno ancora farci vibrare. Perché la musica non invecchia, si nasconde soltanto tra le pieghe del tempo, aspettando il momento giusto per colpire nel segno e farci esclamare sorpresi un: “Te la ricordi questa?”.

Ti sblocco un ricordo: “L’una per te” di Vasco Rossi

Pubblicata nel 1998 come secondo singolo tratto dall’album “Canzoni per me”, “L’una per te” è una ballata ritmata di Vasco Rossi, lontano dalla sua abituale immagine da rocker ribelle. Dopo il graffio di “Io no”, questa canzone rappresenta il contraltare emotivo, svelando una poetica dell’amore fatta di insicurezze, desideri e piccole promesse mai urlate.

Il brano si apre con un tono quasi sospeso: “Questa sera… non lo so” è una dichiarazione di smarrimento che lascia spazio a una riflessione emotiva. Il testo, come spesso accade nei brani di Vasco Rossi, è sintetico, essenziale, ma denso di significato, costruito su frasi spezzate e interrotte, che sembrano riprodurre il flusso irregolare dei pensieri quando si è innamorati e fragili.

Il cuore del brano ruota intorno a un’immagine simbolica e potente: la Luna, metafora di un amore ideale, eterno e irraggiungibile. Ma Vasco ribalta la prospettiva: se la Luna non ci fosse, lui ne inventerebbe “subito una, l’una per te”. Il gioco di parole tra “l’una” e “la Luna” sottolinea il tentativo di costruire un universo personale per l’amata, un piccolo mondo poetico dove anche l’assenza può essere colmata dall’amore.

Il testo di “L’una per te” di Vasco Rossi

Questa sera, questa sera, questa sera
Non lo so
C’è qualcosa nell’aria stasera
Che non si può, non si può, non si può spiegare
A meno che
Non ritorni per forza a parlare
Ancora di te
Se tu fossi buona
Buona con me
Ti porterei, ti porterei la Luna
A letto con te
E se non ci fosse Luna
Allora beh

Ne inventerei, ne inventerei subito una
L’una per te
La Fortuna, la Fortuna, la fortuna
Quando c’è
Aiuta sempre e comunque gli audaci
E mica me

Io che c’ho paura
Perfino che
Che un giorno in testa mi caschi la Luna
O di perdere te
Io non sto piangendo
Adesso no
Sto soltanto, sto soltanto dicendo
Che ti amo
E non ho paura

Adesso che
Se guardi in alto c’è ancora la Luna
Se guardi in alto c’è ancora la Luna
Se guardi in alto c’è ancora la Luna
E qui vicino ho te

Io non sto piangendo
Adesso no
Sto soltanto, sto soltanto dicendo
Che ti amo
E non ho paura
Adesso che

Se guardi in alto c’è ancora la Luna
Se guardi in alto c’è ancora la Luna
Se guardi in alto c’è ancora la Luna
E qui vicino ho te
E qui vicino ho te
Se guardi in alto c’è ancora la Luna
E qui vicino ho te
E qui vicino ho te
E qui vicino ho te
Se guardi in alto c’è ancora la Luna
L’una per te
E qui vicino ho te
E qui vicino ho te

Se guardi in alto c’è ancora la Luna
E qui vicino ho te
E qui vicino ho te
E qui vicino ho te
Se guardi in alto c’è ancora la Luna
L’una per te

Scritto da Nico Donvito
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