La nostra chiacchierata con Lusaint, cantautrice e musicista britannica in uscita da venerdì 13 settembre “Remember me”, singolo apripista dell’Ep “Self Sabotage”
Tempo di nuova musica per Lusaint, ugola di Manchester che vanta più di 60 milioni di stream in tutto il mondo. L’intervista ruota attorno al suo nuovo Ep “Self Sabotage”, disponibile sulle piattaforme da venerdì 13 settembre, uscita traghettata dal singolo “Remember me”.
Il risultato è un meltin pot di generi e sonorità che spaziano dal blues all’R&B, passando per il jazz, il pop e riferimenti vintage. Nel nuovo tour date di Lusaint tra Inghilterra e Francia, si è da poco aggiunto lo show di debutto per l’Italia a Milano il prossimo 1° dicembre presso il Circolo Magnolia. Ecco cosa ci ha raccontato.
Partiamo dal tuo nuovo singolo “Remember me”, com’è nata l’ispirazione per questo pezzo?
«Ho scritto “Remember me” originariamente alla chitarra con il mio produttore Bjorn. Di questa melodia, avevo delle note vocali sul mio telefono, un giorno le abbiamo messe insieme. Dopo una settimana abbiamo portato la canzone in studio e con la band si è trasformata completamente in un suono più cinematografico. La canzone parla di una relazione che va male e volevo davvero che la musica e la voce rappresentassero la tristezza e il crepacuore».
Il suono è proprio “cinematografico”, che valore aggiunge l’orchestra al risultato finale?
«Sono così felice del risultato finale! Avere l’arrangiamento degli archi è qualcosa che ho sempre sognato. Aggiunge così tanta emozione in più ai testi ed è stato incredibile vedere tutto ciò prendere vita in studio».
“Remember me” è un estratto dall’Ep “Self Sabotage”, in cui esplori anche altre atmosfere e accarezzi altri suoni. C’è un filo conduttore che collega le tracce di questo progetto?
«Ho sempre voluto collegare jazz, soul e pop alla mia musica e usare questo primo EP per sperimentare quei suoni. Penso che, in modi diversi per ogni canzone, tutte le tracce abbiano questi elementi; “Remember me” è stata probabilmente una canzone più emozionante da creare, e mi è sempre piaciuto particolarmente eseguirla dal vivo!».
Sono rimasto molto colpito da “Sweet Tooth” per il suo approccio retrò e magicamente sempre attuale. In generale, ciò che ti colpisce in ogni traccia è il suono organico, il fatto che siano pezzi realmente suonati, in cui tutti gli strumenti sono riconoscibili. Cosa ti ha affascinato del mondo della musica analogica?
«Per me è stato molto importante realizzare questo primo Ep con la guida dalla band e con un approccio come dici tu, organico, unito a una produzione di un certo livello. Adoro ascoltare brani musicali che suonano davvero dal vivo e volevo ricreare il più possibile questo mood nell’Ep».
Ed è proprio “Sweet Tooth” ad essere stata ripresa da Elton John nel suo programma “Rocket Hour” su Apple 1. Che effetto ha avuto su di te?
«Quello è stato un momento davvero grandioso! Lui è una vera ispirazione e avere quel momento su un mio brano è stato un sogno che si è avverato! Adoro la sua passione per gli artisti emergenti».
Il prossimo 1° dicembre ti esibirai a Milano al Circolo Magnolia, cosa ti piace del nostro Paese e che idea hai del pubblico italiano?
«Visito l’Italia quasi ogni anno. È uno dei miei posti preferiti al mondo. Amo la cultura, il cibo, le persone sono sempre così accoglienti e amichevoli e, naturalmente, la musica!! Non vedo l’ora di tornare per il live!».
Infine, qual è la lezione più importante che ritieni di aver imparato finora dalla musica?
«Essere pazienti e costanti è la chiave. La fretta ti frenerà. Quando senti un momento creativo, usalo e credici».
Nico Donvito
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