giovedì 10 Ottobre 2024

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Madalina: “Spingo l’ascoltatore a viaggiare nei meandri più nascosti della mente” – INTERVISTA

A tu per tu con la cantante italo-rumena, fuori negli store digitali dal  27 agosto con “Umanamente

Si intitola “Umanamente” l’inedito scelto da Madalina per affacciarsi sul mercato discografico. Per la giovane artista di origine rumena classe ’93 si tratta di un pezzo importante, che riflette sulla poca umanità che, spesso e volentieri, alberga nel nostro animo. Realizzato e distribuito da Honiro Ent, il brano è disponibile a partire dallo scorso 27 agosto.

Ciao Madalina, partiamo dal tuo nuovo singolo “Umanamente”, che significato ha per te?

«“Umanamente “ è un simbolo di rivolta contro tutto ciò che di poco umano vive in noi! È una dichiarazione d’amore a mia madre perché è l’unica persona con la quale non ho paura di essere completamente me stessa in tutta la mia umanità!».

Cosa hai voluto raccontare tra le righe del testo?

«Sul bridge distolgo l’attenzione dal rapporto con mia madre descrivendo l’immagine di un embrione che si trova nel grembo materno. Quest’ultimo esprime la paura del dover uscire in un mondo corrotto dove non troverà mai più la stessa protezione condizionata dalla sua futura natura razziale: un appello ai diritti umani!».

A livello musicale, invece, quali sonorità hai voluto abbracciare?

«Il genere è pop/rock. Ho voluto utilizzare delle sonorità che permettessero all’ascoltatore di viaggiare nei meandri più nascosti della mente suscitando in lui malinconia ma inebriandolo di sensazioni positive».

Facciamo un salto indietro nel tempo, quando e come ti sei avvicinata alla musica?

«Non ricordo un momento preciso nel quale ho deciso di avvicinarmi alla musica. È stato il tutto molto naturale e fluido. Da quando ero bambina mi divertivo ad organizzare spettacoli insieme alle mie cugine e sponsorizzarli in giro per il paesino dei miei nonni, dove passavo le vacanze estive! Non mi definisco una cantautrice semplicemente non so tenermi le cose dentro perciò scrivere, cantare e comporre è il modo meno dannoso per me di cacciarle fuori!».

Quali ascolto hanno accompagnato e influenzato il tuo percorso?

«Non amo un genere definito ma ascolto tutto ciò che fa muovere sensazioni dentro di me ed inconsciamente lo assimilo come fosse mio! Non saprei dire quali ascolti in particolare mi abbiano influenzato ma posso affermare che Mina è stata la mia musa nei primi anni di scuola di canto e ne conosco quasi tutto il repertorio a memoria».

Con quale spirito ti affacci al mercato e come valuti l’attuale settore discografico?

«Tendo a non aspettarmi mai nulla. Sono onorata per l’opportunità datami da Honiro, continuerò a fare musica e a lottare per raggiungere i miei obiettivi! Riguardo l’attuale settore discografico preferirei non esprimermi».

In un momento storico in cui i messaggi nelle canzoni scarseggiano, secondo te, c’è ancora spazio per i contenuti?

«Ci sarà sempre spazio per i contenuti finché ci saranno persone piene di contenuto! Penso che bisognerebbe solo educare la nuova generazione alla bella musica, all’amore e al rispetto! Chi fa musica oggi dovrebbe realizzare il grave peso che ha sugli adulti di domani ed essere più “autentici” e sinceri con loro stessi in primis».

Quali sono i tuoi obiettivi professionali e sogni nel cassetto?

«Il mio obiettivo è portare a casa il pane grazie alle mie canzoni. Sogno che un giorno le persone canteranno insieme a me sotto al palco e perché no magari Sanremo. Vorrei anche affacciarmi al mercato musicale rumeno essendo comunque la Romania il mio paese nativo!».

Per concludere, dove e a chi desideri arrivare con la tua musica?

«Desidero arrivare a tutti coloro che hanno mantenuto la loro umanità e che viaggiano sulla mia stessa lunghezza d’onda».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.