venerdì 22 Novembre 2024

ULTIMI ARTICOLI

SUGGERITI

MAJOR: “Ogni giorno per noi è una pagina da scrivere” – INTERVISTA

A tu per tu con il gruppo musicale toscano, attualmente in promozione con il singolo “Coachella”

Si intitola “Coachella” il nuovo singolo dei MAJOR, band pop-rock livornese nata nel 2014, composta da Diego Pieri (voce), Giacomo Signorini (chitarra), Enrico del Gratta (basso), Filippo Danesi (batteria) e Dario Garzelli (tastiere). In radio dal 6 dicembre, il brano anticipa l’uscita del nuovo loro secondo album, previsto entro la primavera, che arriva a un anno e mezzo di distanza dal precedente “La luna sale”.

Ciao ragazzi, partiamo dal vostro ultimo singolo “Coachella”, com’è nato e cosa rappresenta per voi?

«Ciao a tutti! Siamo i MAJOR e facciamo musica pop/indie. “Coachella” è la canzone che anticipa il nostro secondo lavoro in studio; come tutti i nostri brani, racconta attraverso parole e musica, le emozioni che ogni giorno proviamo. La canzone infatti, ha come tema principale la bellezza, descritta attraverso immagini e riferimenti, ma allo stesso tempo affronta anche l’insicurezza che precede una nuova relazione. Ci aspettiamo che “Coachella” anticipi al meglio il nostro secondo disco, che sarà sicuramente più maturo del primo. Ovviamente anche il sound sarà più evoluto, ma cercheremo di mantenere il nostro stile; non siamo una band che vuole cambiare faccia disco dopo disco, almeno non al momento».

Qual è la tematica predominate e che tipo di sonorità avete scelto per esprimerle al meglio?

«La tematica predominante delle nostre canzoni, specialmente in quelle nuove, è l’amore, in tutte le sue sfaccettature. Non solo amore però; non mancano infatti brani nei quali viene affrontato il “disagio” che spesso proviamo in questa società, schiava di mode e luoghi comuni (“Allora Vado Via”). Crediamo molto nella conoscenza a fondo delle persone e delle cose e diffidiamo da chi giudica e si ferma all’apparenza. Abbiamo tante esperienze da raccontare. Le sonorità vengono scelte in base a cosa vogliamo comunicare con quella canzone: se per esempio parliamo di una relazione difficile, i suoni saranno di conseguenza più cupi, al contrario se raccontiamo esperienze positive anche la musica lo sarà».

Quali innovazioni possiede rispetto alle vostre precedenti produzioni?

«“Coachella”, ma come tutte le nuove canzoni che faranno parte del secondo disco, presenteranno notevoli migliorie rispetto all’album di esordio; abbiamo affinato in studio e in sala prove gli arrangiamenti e la tecnica. Vogliamo definire ancora meglio la nostra identità. Nel nostro genere musicale, la voce è fondamentale ed è su quello che lavoreremo al meglio, perfezionando su tutto, il timing, che può dare al pezzo il tocco di classe decisivo».

Cosa aggiunge “Coachella” al vostro percorso artistico?

«Questo singolo aggiunge al nostro percorso la sperimentazione di nuove sonorità e nuove parole per raccontare qualcosa di vissuto. Definiamo “Coachella” una scommessa; abbiamo cercato di evolverci ma allo stesso tempo mantenere il sound di band, cosa che al giorno di oggi sta andando sempre più a disperdersi. Sentire una batteria vera o un basso vero prima era la normalità, adesso è una rarità specialmente nel nostro genere».

Come vi siete conosciuti e quando avete deciso di dar vita al progetto Major?

«Ci siamo conosciuti musicalmente nel 2014, ma bene o male abitando tutti a Livorno ci conoscevamo già di vista anche prima di formare il gruppo. Ascoltando musica simile, siamo arrivati ad un punto e abbiamo detto: “Perche no? Trasformiamo la nostra passione in un progetto vero e proprio…” e da lì è nato tutto. All’inizio abbiamo affinato la tecnica ed il sound di insieme attraverso le cover, poi in seguito abbiamo sentito l’esigenza di comunicare qualcosa e da lì ci siamo posti degli obiettivi e attraverso il lavoro e la costanza sono arrivate le prime soddisfazioni».

Quali ascolti hanno accompagnato e influenzato il vostro percorso?

«Ancora non sappiamo se è una fortuna o meno, ma tutti e cinque ascoltiamo musica spesso simile ma a volte no. Diego (voce) ha come modelli Tiziano Ferro, Marco Mengoni, Adele, Sia. Giacomo (chitarra) è quello che si avvicina più a Filippo (batteria) come ascolti, tutti e due adorano il pop internazionale di artisti come Maroon 5, Coldplay, Charlie Puth. Enrico (basso) è un amante del cantautorato italiano sia del passato come Califano, Tenco che del presente come Cesare Cremonini. Dario (tastiere) è quello che nel gruppo ascolta un’ampia varietà di generi e artisti internazionali, su tutti i Depeche Mode e gli Artic Monkeys. Tutto questo influenza le nostre composizioni ovviamente, ma alla fine tutto si fonde nella produzione che dà vita al sound MAJOR».

Vi sentite rappresentati dall’attuale mercato discografico e da ciò che si sente oggi in radio?

«Questa è una domanda alla quale è difficile dare una risposta definitiva; viviamo in un’era nella quale i tempi sono molto più veloci rispetto al passato. Oggi con un pezzo che funziona puoi arrivare al grande pubblico ma se non hai la né forza né il “bagaglio” necessario per restare in alto, cadere a terra e farsi male è un attimo. Quello che si sente in radio oggi ci piace e non ci piace anche se dobbiamo dire che con la crescita esponenziale dell’indie italiano, certi canoni del passato stanno pian piano cadendo per fortuna».

Qual è il vostro personale bilancio di questi anni di carriera?

«Se “carriera” possiamo chiamarla vista la nostra giovane età, ci sentiamo veramente soddisfatti per i risultati ottenuti fino ad adesso. Solamente grazie alla nostra passione e alla nostra voglia costante di migliorarci, siamo riusciti a suonare su palchi stupendi come l’Alcatraz di Milano, il The Cage di Livorno e il Viper di Firenze. Abbiamo conosciuto in giro persone meravigliose che ancora oggi ci dimostrano anche a distanza il loro affetto, inviandoci messaggi di stima. Sapere che qualcuno ascolta le nostre canzoni e le condivide è per noi una grande soddisfazione».

“Coachella” anticipa l’uscita del vostro nuovo album di prossima uscita. Cosa dobbiamo aspettarci da questo lavoro?

«Il nuovo lavoro sarà “diverso” dal precedente. Abbiamo capito cosa piace al nostro pubblico e vogliamo riproporlo nel nuovo album, attraverso brani più evoluti e maturi. Sicuramente sarà un disco vero e proprio ( 8-10 canzoni) e non un ep. Manterremo le nostre sonorità pop ma cureremo ancora di più il sound. Vi sveliamo in anteprima alcuni titoli del nuovo disco: “Non ci sono regole”, “Sete”, “Balla con me” e “Lontano da tutto”».

Buoni propositi e sogni nel cassetto?

«Ogni giorno per noi è una pagina da scrivere. Sarebbe bello poter sapere cosa ci riserverà il futuro. Di certo c’è che se vuoi raggiungere un obiettivo devi far di tutto per raggiungerlo, lavorando più degli altri e facendo sacrifici perchè il livello è veramente alto. Ovviamente il nostro sogno è quello di poter trasformare la nostra passione in un progetto di successo. Essendo italiani, salire sul palco dell’Ariston ed esibirci al Festival di Sanremo è uno dei tanti sogni nel cassetto».

Per concludere, quale messaggio vorreste trasmettere al pubblico, oggi, attraverso la vostra musica?

«Attraverso la nostra musica vogliamo trasmettere a chi ci ascolta la voglia costante di non abbattersi alle prime difficoltà ma di andare avanti nonostante tutto. La vita spesso è dura ma solo noi possiamo fare in modo che prenda una piega oppure un’altra. “Sete” è un brano che parla proprio di questo. Inoltre cerchiamo di raccontare esperienze nelle quali il nostro pubblico possa rivedersi. Quante volte ascoltiamo un brano che ci sembra cucito sulla pelle proprio perchè affronta tematiche a noi vicine e vissute?».

The following two tabs change content below.

Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.