giovedì 24 Ottobre 2024

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Malandrino riparte da se stesso: che “Buon viaggio” sia! – RECENSIONE

Ascoltiamo insieme il nuovo singolo del giovane cantautore siciliano, in radio da venerdì 12 ottobre

I tasti in bianco e nero di un pianoforte fanno da introduzione a questa ipnotica ballad intitolata “Buon viaggio”, in cui vengono messe in risalto tutte le sfumature vocali di Andrea Malandrino, in un crescendo di continue emozioni. A pochi mesi di distanza dal lancio del precedente singolo estivo “Una come te”, l’artista siciliano torna con un pezzo intimo e personale, in una sola parola: autobiografico, un termine che non siamo più molto abituati ad ascoltare. Riparte da se stesso, dopo essersi preso il tempo necessario per rimettersi in sesto, curando le proprie ferite emotive, colmando vuoti e silenzi di una storia finita. Una riflessione attenta, carica di pathos e volta a metabolizzare il dolore che solo una separazione imposta è in grado di trasmettere. La tristezza e la malinconia, piano piano, lasciano spazio alle riflessioni già lucide, slegandosi lentamente dai ricordi.

Dicono che in amore vinca sempre colui fugge, in realtà soffre decisamente meno chi riesce a lasciar andare la persona amata, per il bene di entrambi e il desiderio di non volersi logorare a vicenda, tra litigi e accuse reciproche. Augurare “Buon viaggio” a chi sappiamo che non farà più parte della nostra vita, senza rancori o rimpianti, un segno di grande maturità e consapevolezza. Una rinascita per Malandrino, che ha gettato l’ancora e impostato la propria rotta di navigazione verso terre inesplorate, perché alla fine di ogni viaggio ad attenderci ci sarà sempre un panorama bellissimo.

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Buon viaggio | Audio

Buon viaggio | Testo

Mi sono dato tutto un tempo
per sorridere e ricominciare
è rimasto un solco dentro
un grande vuoto da colmare
ho imparato nel silenzio

C’era molto da ascoltare
io che ad urlare facevo presto
pur di farti ragionare
ci pensi mai a come è stato
cosa non ha funzionato
eri un salto troppo grande
ho chiuso gli occhi e ho saltato
con le spalle contro il vento
senza quasi niente dentro
faccio i conti con me stesso
prima di vederti andare

Non riesco a dimenticare
l’odore della tua pelle
i morsi sulle labbra
la tv, la scuola di danza
forse adesso devo smettere
di portarti nel presente
per riempire il vuoto intorno
che sento tra la gente

Buon viaggio
non ti voltare
se piango
e non ti vedo tornare

Ti ricordi di quei giorni
in cui ti stavo ad aspettare
dove i secondi erano stanze
le più brutte in cui abitare
avevamo pochi soldi
non sapevamo dove andare
mi bastava averti al fianco
in quel piccolo monolocale
ti ricordi quante volte
siamo stati a litigare
mi urlavi dritto in faccia
tra noi due non può più andare
ho un indirizzo nuovo
facce nuove da incontrare
ora che sulla nostra pelle
abbiamo imparato ad amare

Buon viaggio
non ti voltare
se piango
e non ti vedo tornare

Più dei segni e dell’inchiostro
che ho su questa pelle
più delle volte in cui il cielo
mi ha nascosto le stelle
più dei sogni appesi pronti a sventolare
più di un abbraccio che sai di non poter ridare
più del bianco che c’è in una cosa pura
più della passione in una storia finché dura

Se piango
e non ti vedo tornare
buon viaggio
non ti voltare
se piango
e non ti vedo tornare

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.