Divertenti, bravissimi, molto simpatici, polistrumentisti, artistici e con una personalità invidiabile, i Maleizappa non mi hanno assolutamente pagato perché io realizzassi questa presentazione di loro. Questa istrionica band di Caserta ha fatto uscire da poco un album stupendo e bellissimo “Dorem Ipsum”. Sono andato ad intervistarli perché queste pagine non potevano stare senza di loro.
R: Siamo una band di Caserta che punta più sulla bellezza che sulla musica. Siamo nati nel 2004, avevamo bisogno di creare la band per poterci salvare dalla strada. L’origine del nostro nome non la sappiamo manco noi, è perché siamo braccia rubate all’agricoltura.
D: Raccontateci un po’ del vostro ultimo (ma non meno importante) disco.
R: Abbiamo messo insieme le nostre miserie, tutto quello che avevamo da dire ma anche quello che nessuno di noi voleva esprimere. È l’esigenza di tornare a fare della vera musica. Ci ispiriamo a tantissimi musicisti diversi, tra cui non ci sono né Frank Zappa, per quanto il nome possa ingannare, né tantomeno Elio & Le Storie Tese perché noi siamo molto molto più belli.
D: Come mai la scelta di dedicarvi a questo genere?
R: Hai presente Adele o Lana Del Rey? Ecco. Noi vogliamo combattere questa depressione dilagante nella musica con una leggerezza però impegnata e tanta libertà. Affrontiamo delle tematiche che sono terribilmente deprimenti ma lo facciamo scherzandoci su.
D: Quale è la canzone della vostra produzione che più vi rappresenta?
R: Di certo “Canzonette” che esprime come parlare in modo leggero di cose molto impegnate. Per lo stile invece suggeriamo l’ascolto di “Ragazzini” ed “Appartamento”.
R: I talent sono un modo per adescare la mediocrità, la banalità e tante altre cose poco positive in -ità. Però ci andremmo come dissacrazione e provocazione, quasi una sfida.
D: La canzone della musica italiana che avreste voluto scrivere
R: “Vaffanculo a chi vuò tu” degli Squallor.
D: Quali sono i vostri consigli simpatici e disinteressati per chi vuole provare a fare musica come voi e magari anche meglio?
R: Avere sempre un’alternativa alla musica, che sia il famoso pezzo di carta od un impiego fisso, tenersi sempre pronto un piano B e specializzarsi in qualcos’altro che di questi tempi non si sa mai.


Nicolò Giusti


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