venerdì 22 Novembre 2024

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Manfredi: “La musica unisce le persone e le generazioni” – INTERVISTA

A tu per tu con il cantautore classe ’98, in uscita con il nuovo singolo intitolato “Hollywood

Tempo di nuova musica per Antonio Guadagno, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Manfredi, artista che abbiamo imparato a conoscere con i precedenti inediti “20143 Milano Navigli”, “Cuffiette” e “Noi meno tu”. Si intitola “Hollywood” il singolo che segna la sua ulteriore evoluzione stilistica, un brano che colpisce sin dal primo ascolto, prodotto da Matteo Cantaluppi e in uscita per Foolica, disponibile in radio e sulle piattaforme digitali a partire dallo scorso 25 settembre.

Ciao Antonio, benvenuto. Partiamo da “Hollywood”, quali pensieri e quali stati d’animo ti hanno accompagnato durante la fase di creazione di questo pezzo?

«Ho iniziato a scrivere questa canzone in un momento molto particolare, in un periodo in cui uscivo da una relazione importante, sai il primo amore, la prima storia che finisce, per cui non la stavo vivendo benissimo. Gli amici cercavano di consolarmi, alcuni mi ripetevano “certo che anche tu te le cerchi”, ho cominciato a rifletterci questa frase ho cominciato a ragionarci sù e mi sono reso conto che trovo un certo fascino nei rapporti complicati, forse perchè sono quelli che riescono a smuoverti di più. Penso di non essere il solo, in tanti cerchiamo qualcosa che ci spinga a cambiare, che ci emozioni e che ci porti fuori dalla quotidianità, perchè la felicità piatta e semplice dopo un po’ ci annoia».

Dal punto di vista musicale, mi hanno colpito molto il sound bello potente, ricco di strumenti, un po’ in contrasto con il tipo di narrazione. Insieme al producer Matteo Cantaluppi, come siete arrivati a questa soluzione sonora?

«Matteo è davvero bravissimo, ha la capacità di prendere un bel pezzo e trasformarlo in un capolavoro. Per quanto riguarda la scelta, sai, non volevamo utilizzare un solo strumento, l’uso di un pianoforte avrebbe appesantito tanto. Avere un ritornello così forte, simile ad un grido, sottolinea in qualche modo il desiderio di andare avanti e lasciarsi tutto alle spalle, piuttosto che metterti lì a rimuginare sull’accaduto. In questo caso, la musica interviene e rende più completo il messaggio».

Il dolore fa parte di ciascuno di noi, la musica può essere un modo per esorcizzarlo?

«Assolutamente sì, personalmente credo che tutte le emozioni vadano vissute, non puoi costringerti ad essere sempre felice, allo stesso tempo non puoi pensare di essere sempre triste. Quindi, prenditi il tuo tempo per stare male, ma ricordati che ogni situazione può esserti utile per imparare e andare avanti, vivendo i rapporti e le situazioni al 100%».

Dopo aver ascoltato “20143 Milano Navigli”, “Cuffiette”, “Noi meno tu” e “Hollywood”, in che direzione si dirigerà la tua musica? Cosa dobbiamo aspettarci dai tuoi tuoi prossimi progetti in cantiere?

«Dei brani che hai citato, l’unico che sarà inserito nel disco è “Hollywood”, nonostante io sia legato agli altri, sono comunque pezzi più vecchi, in mezzo c’è stato un percorso di crescita. Sarà un album che parla molto di relazioni, amorose e non, dall’amicizia al rapporto con u genitori, un disco super autobiografico, perchè secondo me si vince con la verità, non avrebbe senso raccontare di storie inventate. Considero questo progetto come una sorta di presa di coscienza da cui esco bene, con alcuni brani un po’ più allegri e altri più tristi. Spero piacerà».

Per concludere, a chi si rivolge oggi la tua musica e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?

«Non ho mai pensato ad un pubblico preciso, di solito quando scrivo una canzone non ho un interlocutore, parlo di me e mi rivolgo alla persona a cui sono rivolti quei pensieri. Lato ascoltatori, non saprei, penso che la musica vada fatta per come ti viene, senza pensare ad un target di riferimento. Dai riscontri che ho avuto fin ora sono abbastanza felice, perchè ho un pubblico abbastanza eterogeneo, sia come età che come genere, questo è bello perchè hai tante diverse tipologie di persone che si ritrovano nelle tue canzoni. Alla fine la musica è questo, unisce le persone e le generazioni».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.