Intervista al giovane cantautore in gara a Sanremo Giovani 2022
Arrivato a giocarsi la finalissima di Sanremo Giovani 2022 con il brano inedito “Mille porte“, Maninni è pronto a dare tutto se stesso sul palco per guadagnarsi un posto da big nel prossimo Festival della canzone italiana di Sanremo. In vista dell’appuntamento televisivo della prima serata di Rai Uno del prossimo 16 dicembre, abbiamo incontrato il giovane cantautore per farci raccontare la sua canzone, i suoi sogni e l’attesa per questo fondamentale traguardo:
Benritrovato su RecensiamoMusica, Alessio. Vorrei innanzitutto partire da questo tuo nuovo singolo “Mille porte” che è anche il brano attualmente in concorso per Sanremo Giovani. Che canzone è per te questa?
«’Mille porte’ ha un valore importantissimo per me: è una delle canzoni più importanti che io abbia mai scritto. E’ una canzone che parla di un determinato periodo della mia vita e che riassume il concetto di dover lottare anche contro se stessi e gli errori che puntualmente facciamo. Questa è una canzone importante per me perchè per un periodo particolarmente delicato della mia vita sono stato io stesso il mio principale nemico».
Il 16 dicembre ci sarà la finalissima del concorso di Sanremo Giovani per accedere al palco del Festival di Sanremo 2023. Come stai vivendo questa attesa e come ti stai preparando?
«Sto vivendo quest’attesa in maniera molto strana: è tutto un po’ confuso e tutto scorre veloce. Questo mese sta passando in fretta. Mi sto preparando tanto e sto cercando di non ammalarmi giusto in tempo per il 16 dicembre. Ho una leggera ipocondria (ride). Non vedo l’ora di salire su quel palco per cantare questa canzone emozionandomi ed emozionare chi l’ascolterà».
Come è avvenuta la scelta di prendere parte a questo tipo di percorso?
«Abbiamo scritto questa canzone attorno a maggio di quest’anno. ‘Mille porte’ è stata la canzone, tra tutte quelle che stavamo lavorando per il futuro disco, che mi ha fatto versare un paio di lacrime. In quel momento ho capito che era il brano giusto per raccontarmi nel miglior modo. E’ la canzone che mi racconta di più e mi rappresenta al 100% sia dal punto di vista sonoro che da quello di scrittura».
Era la prima volta che tentavi la strada di Sanremo Giovani?
«Mai così intensamente. Anni fa ci avevamo provato senza riuscire ma questa è la prima volta che vivo questa esperienza in maniera così profonda».
“Mille porte” è una canzone perfetta per il circuito sanremese: c’è il racconto di un amore e una buona serie di crescendo melodici eppure c’è anche una buona dose di contemporaneità nella scrittura. E’ possibile, secondo te, scrivere un qualcosa di attuale rispettando la tradizione di un palco importante come quello di Sanremo?
«Credo che, a volte, occorra ricordarsi da dove viene la musica italiana. Un percorso che mette in evidenza il valore che abbiamo sempre dato alle parole ed alla melodia. E’ un peccato che queste radici si possano perdere per questo nelle mie canzoni cerco sempre di essere contemporaneo non dimenticando il nostro passato. E’ un qualcosa che mi esce naturalmente sulla base dei miei ascolti e l’influenza del cantautorato italiano con cui sono cresciuto. Per me è molto importante il valore della melodia, delle parole e dell’arrangiamento. Ci tengo particolarmente alla musica suonata, al valore dei musicisti».
Cosa ne pensi del meccanismo di gara che è stato riconfermato dallo scorso anno ma che è molto diverso alla tradizione delle due categorie durante il Festival?
«Sicuramente è un meccanismo che mette a disposizione meno posti però penso che sia un vantaggio perchè da la possibilità ai tre vincitori di Sanremo Giovani di entrare nella categoria dei Big avendo una visibilità assolutamente maggiore. La scalata di Mahmood o Tananai degli ultimi anni ha mostrato che questa è una formula che funziona».
Il regolamento vuole che, qualora dovessi essere uno dei tre vincitori, tu debba portare in gara un brano inedito differente. Lo hai già individuato e come mai hai pensato di giocarti l’accesso proprio con “Mille porte” e non con l’altro?
«Sono due canzoni che si collocano sulla stessa lunghezza d’onda viaggiando su due binari paralleli pur andando in direzioni diverse. Abbiamo scelto ‘Mille porte’ per questo momento perchè è il brano che più mi rappresenta e per questo ho pensato che fosse giusto presentarsi per la prima volta con un pezzo che raccontasse il più possibile chi sono e qual è il mio modo di fare musica. Il secondo brano ha una pasta leggermente diversa e l’ho immaginato anche maggiormente adatto ad un arrangiamento che sfruttasse l’orchestra».
Hai avuto modo di ascoltare le canzoni dei tuoi colleghi? C’è qualcosa che ti ha colpito particolarmente?
«Mi ha colpito molto il brano di gIANMARIA. Lo ritengo un artista molto valido e la sua canzone mi è piaciuta».
Cosa ti aspetti per il tuo futuro nella musica?
«Non mi aspetto nulla. Sta succedendo tutto molto in fretta e non sono portato ad aspettarmi nulla. Desidero che, nel mio futuro, la mia musica possa arrivare a quante più persone possibile facendole emozionare».
Ilario Luisetto
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