Intervista all’artista torinese
Ne avevamo dato notizia qualche giorno fa ed oggi abbiamo il piacere di proporre una breve chiacchierata con Marcello Pasquali, noto artista torinese particolarmente apprezzato nell’abito della Musica italiana, che da qualche giorno ha pubblicato un suo nuovo ricchissimo album dall’iconico titolo 18, come il numero dei brani che contiene al proprio interno. Ecco cosa ci ha raccontato:
Marcello Pasquali, dalla dance, al pop, al mondo dei crooners: com’è difficile amalgamare generi così diversi?
<<Musica equivale a dire linguaggio universale. Ogni genere è fatto comunque di note sullo spartito, che raccontano l’emozione di chi le interpreta, indipendentemente dagli stili. Un esempio riuscito, nella storia, è dato anche dall’esperienza ormai mitica del ‘Pavarotti & Friends’: un’aria classica assumeva come d’incanto i toni di un brano pop, e viceversa. Ecco, è quello che, nel mio modo e nel mio mondo, ho cercato un po’ di fare anch’io: semplicemente, sperimentare. E questo grazie anche ai sapienti e all’esperienza del Maestro Pietro Salvaggio, preparatore tecnico dell’Orchestra Arena di Verona, tra i migliori musicisti classici e moderna attualmente in circolazione>>.
C’è un pezzo del disco cui è particolarmente legato?
<<Sì, ‘Broken Vow’: è stato un pezzo suggeritomi dallo stesso Salvaggio, e calza addosso perfetto come un abito sartoriale fatto su misura. Lo sento perfettamente nelle mie corde. Narra il dolore di un amore infranto, lasciando a chi parte il compito e la libertà di andar via per la propria strada. Quando finisce un rapporto, è un po’ come sciogliere un voto per un religioso: si ricomincia daccapo, in cerca di nuovi orizzonti e altrettante strade da percorrere>>.
Interprete, autore, cantautore e rivisitatore virtuoso del mito del songbook americano: quale il ruolo che Le si addice di più?
<<Rivisitatore dei grandi classici d’oltreoceano e autore, senza dubbio: gli americani hanno prodotto capolavori immortali in fatto di melodia senza tempo, come ‘Fragile’ di Sting, tanto per restare sul moderno. Posseggono un’innata e reiterata capacità a livello di arrangiamenti e suoni, e altrettanta estrema abilità creativa nel saper dar vita a stili e generi. Da loro ho cercato di far mio il talento nel saper vitalizzare i brani come vivessero di vita propria, facendone dei veri e propri inediti rispetto alle versioni originali>>.
‘Il tempo delle cattedrali’, atto sonoro del musical ‘Notre-Dame de Paris’ firmato da Riccardo Cocciante, è uno dei momenti più intensi del disco.
<<Sì, lo ammetto: anche perché l’uomo, con le sue mani popolari, ha innalzato torri, monumenti e baluardi a testimonianza del tempo che passa. Guardare una cattedrale ci riporta indietro negli anni, e allontana la memoria dal presente, sino alle piramidi egizie, dà profondità all’emozione e al canto. Una canzone che richiede, in questa particolate versione, una notevole attenzione e precisione a livello interpretativo, anche per via dei 5 cambi di tonalità che la contraddistinguono>>.
Come è nata la scaletta del cd?
<<E’ frutto di un lavoro di staff cucito sulla mia storia musicale che va dalla maggiore età a oggi. Ho guardato dentro me stesso, ripercorrendo sul filo della mente e a cuore aperto i miei gusti musicali, le canzoni nel cassetto da me scritte, quella già pubblicate nel tempo, e quelle portate al successo da latri illustri colleghi che avrei voluto scrivere o avrei voluto fossero state scritte per me>>.
Ed ecco dunque ‘18’…
<<Titolo nato, naturalmente quale logica conseguenza, dal numero dei brani in track-list: cifra che è anche multiplo di tre moltiplicato sei, quest’ultimo il mio numero fortunato. E un pizzico di scaramanzia, nella vita come nell’arte, non guasta mai>>.
Che cosa ne pensa del Sanremo di Baglioni, e anche della sua riconferma alla guida del Festival 2019?
<<Sono sempre stato un suo grandissimo fan. E’ un tenore prestato alla musica leggera che ha un’escursione vocale immensa. Artista di estrema sensibilità compositiva e poetica, ha saputo resistere sulla cresta dell’onda per più di 50 anni, oltre il vento delle mode: rivoluzionando spesso anche la propria discografia in corsa, come dimostra l’album ‘Oltre’, impreziosito anche dalla voce di Mia Martini. Attendiamo il bis del successo dell’edizione 2018>>.
Un’ultima domanda: che cosa ne pensa dell’attuale musica italiana?
<<Sicuramente, in passato, ha vissuto stagioni ben migliori: oggi, la melodia è quasi del tutto scomparsa a favore dei fiumi di parole di cui è pieno il rap, trap e dintorni. Noi italiani, una sola cosa, anzi due, sappiamo fare meglio di tutti, da sempre, nel mondo: scrivere melodie eterne, e cantarle con voci uniche. Questa è la strada da cui ripartire. Vi sono artisti immensi, come Anna Oxa, Antonella Ruggiero, Giorgia, Silvia Mezzanotte e Gatto Panceri, tanto per citarne alcuni, che meriterebbero di sicuro molta più considerazione e rispetto per i nomi che portano e le canzoni che cantano. L’augurio più sincero è che il gusto italian style possa avere nuovamente la meglio su buona parte dell’immondizia formato cd e Mp3 che talent, youtubers e rappers da quartieri emarginati continuano a propinare da radio e tv>>.
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Ilario Luisetto
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