giovedì 10 Ottobre 2024

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Marco Ancona, quando del rock italiano non resta solo il nome

Pubblicato il nuovo lavoro del cantautore

C’è Sanremo e va bene. Sanremo è Sanremo, e ok. Poi c’è la musica indipendente e l’artista fuori dal circuito di massa. Esterno al “gruppo dei più”, crede nel silenzio come ricerca e quando viene fuori con un nuovo lavoro, è netta la sensazione di trovarsi di fronte a un’opera artigianale, cesellata fin nel minimo dettaglio, con l’intenzione di essere stata confezionata come un abito sartoriale, che si cuce addosso alla persona.

Perché questo è “Quando resta solo il nome”, il primo LP da solista di Marco Ancona. Uscito il 29 novembre per NOS Records/Believe, rappresenta il punto zero di Marco, dopo una lunga carriera costellata di esperienze con i Bludinvidia, i Fonokit e il progetto cult con Amerigo Verardi, e si caratterizza per un approccio approccio rock/post wave, che fa di Marco il cantautore più in vista nel panorama underground italiano.

In rotazione radiofonica dal 27 novembre, il singolo Non ascolti più, sintetizza perfettamente la potenza immaginifica e complessa di tutto il disco, che guarda nelle pieghe di un’anima inquieta, tuttavia capace di grande introspezione. Non sono tempi facili per un essere puro, costretto a districare il suo vivere quotidiano tra scenari di guerre, disgregazione e tentativi reiterati di distruzione umana. Eppure, il desiderio di voler affrontare tutto questo mosaico di decadimento indecente e incandescente trasferisce la sensazione del coraggio, di chi non ci sta e cerca di tirarsene fuori, mettendo a nudo tutto quel groviglio di sentimenti che si muovono dentro.

La circostanza è quella di un uomo in condizione estrema, forse malato per un osservatore esterno, invece lucido, ruvido e senza più voglia di edulcorare lo sguardo sulla realtà che lo circonda e sulle cornici ideologiche, ormai del tutto saltate. Resta il bisogno di un amore, termine mai usato nel testo, e la necessità di averlo accanto nonostante la sofferenza e la sua incapacità di ascoltare, ugualmente al cantante.  Come ogni assenza, anche il sentimento amoroso, privato di ogni consistenza, si trasfigura nell’essenza del sacro, diventando invocazione e preghiera a una Vergine che nulla ha di religioso, perché, alla stregua della donna terrena amata, non dorme e non ascolta più. Esattamente l’opposto di quello che dovremo fare con Marco Ancona: ascoltarlo e diffonderlo il più possibile, prima, durante e dopo Sanremo.

Testo – “Non ascolti più” |

Dall’ultima infermiera che mi svegliò

un taglio nella vena da vomito

È lunedì il colloquio su come io morirò

Ma nell’ultima cena col diavolo

Ognuno paga il conto in incognito

È il cielo di piombo nel quale mi muoverò

E tu non ascolti più

Tu, tu non dormi più

Dal cinegiornale al teletrasporto

Carlo sta bene anche senza lavoro

perché è nelle lacrime la gioia del suo vivere

 

Malvestiti religiosi alla ricerca del piacere

in un’epoca di nulla e la scienza può tacere

È solo un altro ordigno pronto a distruggere

E tu non ascolti più

Tu, tu non dormi più

Ti voglio qui

qui puoi annegare nel fuoco che più adori

Vergine infame prova a salvarmi

perché tu non ascolti più

tu, tu non dormi più

tu non ascolti più,

tu, tu non dormi più

E tu non esisti più.

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Francesco Penta

Appassionato della parola in tutte le sue forme; prediligo, in particolar modo, la poesia a schema metrico libero. Strizzo l'occhio all'ironico, all'onirico e al bizzarro. Insieme alla musica sia la parola. Dopo la musica si ascolti il silenzio; da questo "vuoto sonoro" nasca un nuovo concerto.