Marco Carta inizia a farsi grande con “Come il mondo”
Marco Carta classe 1985 e primo vero successo dei talent show made in Italy torna dopo 4 anni di assenza discografica con un progetto d’inediti dal titolo Come il mondo racchiudente 10 nuovi brani che hanno l’esplicito compito di fotografare con quanta mai più nitidezza utilizzata il mondo musicale di oggi del giovane cantante sardo presentatosi come un fenomeno della discografia nel lontano 2008 e costretto (non per sua volontà) a chinare la china al cospetto di nuovi colleghi che l’hanno succeduto nel tempo.
C’era un tempo in cui tutto era suo: l’universo del talent show lo venerava come la stella incontrastata in grado di collezionare dischi di platino, copie su copie, fan su fan e persino una vittoria al Festival di Sanremo (con La forza mia nel 2009) in pochissimi mesi. Dopo di lui la discografia si accorse dell’enorme possibilità offerta dalla televisione nel scovare nuovi talenti “a costo zero” e ha costretto il buon Marco a dividere il suo pubblico, il suo successo e il suo spazio con molti altri colleghi che più passano gli anni più aumentano. Da padrone di un immenso monopolio Carta si è trovato nel giro di qualche mese ad essere soltanto un co-protagonista, una pedina dell’universo discografico, uno schiavo di quel potente ed invisibile signorotto che tutti identificano con l’astratto termine di “mercato” ma che, in realtà, ha ben poco di astratto.
Ciò di cui bisogna però dar merito a Marco è la sua tenacia: qualcun altro avrebbe potuto semplicemente farsi mettere da parte, sparire come una stella dalla breve vita in quello stesso firmamento che fino ad un attimo prima la vedeva brillare. Con il tempo, la fermezza e il continuo sostegno dei fan più fedeli il giovane sardo ha continuato a macinare musica trasformandosi da un timido ragazzo innocente dal difficile percorso in un uomo maturo che vive per la musica. Come il mondo è un altro di quei passi compiuti da Marco nella strada della propria carriera che potrebbe essere definita benissimo da una semplice parola: sincera. Privo di stratagemmi, di un’eccessiva esposizione mediatica (a dire il vero il problema è l’opposto), della ricerca dello scoop, di grandi firme autorali o di brani troppo impegnati Marco canta l’amore con sincerità ormai da anni dando all’ascoltatore tutto se stesso, la sua voce graffiata, il suo messaggio semplice ed immediato.

Le cose migliori, però, non provengono dall’ultra-tradizionalista coppia autorale Camba-Coro ma delle nuove firme per la discografia di Carta. Andrea Amaticompie un passo in più coadiuvato di volta in volta da colleghi autori addentrandosi in mondi nuovi e dalle sfaccettature musicali più interessanti:L’ultima cosa vera continua nella direzione stilistica intrapresa con un crescendo che parte sin dalla strofa ma la vera novità è quella testuale che presenta un’innovativa dedica alla musica personificata nelle vesti di una fantasiosa amante per poi passare ad una più curiosa “raffinatezza” che si concretizza in immagini più celestiali, romantiche e ancor meno concrete in Guarda la felicità e la conclusiva Stelle che si posiziona nel mondo delle ballate strappalacrime per la delicatezza
A confezionare la miglior cosa del disco sono, però, Emiliano Cecere, Cosimo Angiuli e Saverio Grandi che in Lasciami adesso racchiudono il perfetto riassunto di questo lavoro e delle cose migliori di cui Marco ad oggi è capace: un crescendo che arriva al suo apice per poi ripetersi ciclicamente come un’ottima ballata sanremese (e che errore sarebbe stato se fosse stato questo il brano rifiutato dalla commissione artistica dell’ultimo Festival), una voce che libera la sua potenza, il suo dolore e il suo graffio per raccontare un amore sull’orlo del baratro fino all’ultimo quando tutto sembra risolversi per il meglio.

Migliori tracce: Lasciami adesso
Voto complessivo: 7.7/10