giovedì, Marzo 28, 2024

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Marco Carta svolta verso l’electropop con “Tieniti forte” – RECENSIONE

Recensione del nuovo album d’inediti del cantante sardo

Nell’ultimo periodo il lavoro mi sormonta: troppi dischi (la maggior parte bruttini o perlomeno mediocri, nel senso dispregiativo del termine) affossano la mia scrivania dunque ho deciso di ottimizzare il tempo e l’ultimo energico album di Marco Carta ho deciso di ascoltarlo ripetutamente durante le mie (obbligate) sessioni di palestra. “Ti darà la carica”, mi avevano detto, ed effettivamente devo dire che non sono caduto nella (fortissima) tentazione di tenermi la “panza” e tornarmene a casa. Insomma, Tieniti forte, mi ha dato la spinta giusta. Tralasciando l’ironia, poi, l’ultimo disco del giovane sardo me lo sono riascoltato per bene per giungere a formulare una mia analisi critica come si deve che mi ha portato a pensare quanto cercherò di raccontarvi.

Ad un anno di distanza da “Come il mondo” (di cui qui la recensione), ultimo capitolo discografico non troppo fortunato del primo vero vincitore del talent-show di punta di Canale 5 (Amici di Maria de Filippi), arriva questo nuovo progetto che coincide con la prima vera sostanziosa svolta di Marco che si è affidato ad una squadra totalmente nuova, ha abbracciato un nuovo genere musicale ed ha intrapreso un percorso nettamente staccato da questi primi 10 anni di carriera. Alla produzione arriva Davide Simonetta, giovane autore e produttore della scena discografica italiana già al lavoro con tanti altri artisti del nostro pop contemporaneo, mentre dal punto di vista autorale viene segnato l’addio (o l’arrivederci, chissà) alla proficua ed assidua coppia di Federica Camba- Daniele Coro in favore di nomi nuovi per il repertorio del giovane sardo.

Il primo singolo estratto, non a caso intitolato Il meglio sta arrivando, porta le firme di Luca Chiaravalli (uno di quelli di “Occidentali’s Karma” si, ma anche Nek, Paola Turci e Annalisa), Davide Simonetta (per l’appunto) e di Raige (che con Tiziano Ferro aveva mostrato qualcosa di davvero lodevole). La svolta è ben presto servita: si parte con tastiere, sintetizzatori e una batteria tutta sintetica per poi sfociare nell’electropop più comune dei nostri tempi. Ritornello che spinge sull’acceleratore per quanto riguarda orecchiabilità e strofe che mantengono alto il beat raccontando errori e ripartenze.

Il resto dell’album non lascia spazio a sfumature, esperimenti o ritorno al pop suonato fino a qui nemmeno per una piccola parentesi ma applica, con risultati altalenanti, questi nuovi suoni che ormai da qualche anno hanno globalmente invaso radio e scena pop. A scorrere gli autori, in effetti, non ci si potrebbe aspettare nulla di diverso a partire da Tony Maiello (autore per Pausini, Renga, Giorgia tra gli altri) che, stavolta, fa cilecca in una mediocre Niente di logico.

L’osso duro dell’album è quello firmato da Gianluigi Fazio (si, anche lui è quello di Nek) che firma ben 4 brani a partire dalla più riuscita Dalla stessa parte fino alla più testualmente imbarazzante Solamente la pelle, che a strofe ben confezionate musicalmente contrappone un ritornello tamarro che fa fare rima “Gesù” con “views”. Tra i due estremi si collocano Finiremo per volerci bene, che apre da subito con una caterba (fin troppe) di doppie voci per poi aprirsi melodicamente in un ritornello più tradizionale, e la più melodica La destinazione siamo noi, che attacca nuovamente con quelle (odiose) doppie voci capaci di rompere la magia della voce sabbiosa di Marco e rendendo una potenzialmente bella ballata pop un qualcosa di fin troppo artificiale non comunicando musicalmente la delicatezza che avrebbe potuto suscitare.

Senza rumore coniuga chitarra acustica e una batteria che si sospende soltanto per l’attacco del ritornello che risulta esattamente come “un’esplosione senza rumore” ma che ha il merito di restituire una vocalità pura e riconoscibilmente graffiata regalando il miglior Marco dell’album. Le stesse ricette le segue anche La fine del viaggio che esordisce con un arrangiamento dalla ritmica quasi etnica per poi sfoderare un ritornello che sa di “già sentito” all’interno di questo album.

A chiudere arrivano Comunque vada, con la batteria in grande spolvero e un ritornello estivo che funziona coniugando, questa volta bene, le doppie voci, e Dove il tempo non esiste che, con la sua partenza su di un pianoforte sembra essere in grado di riportare la voce di Marco nei territori sonori su cui più è capace di comunicare prima di aprirsi in un (rispettoso) ritornello pop dove tornano finalmente protagoniste le tinte sabbiose e nostalgiche della voce del sardo fin troppo oscurate in questo progetto.

Poco aggiungono, purtroppo, in questo senso le due bonus track presenti nella versione fisica: Fuggirò da te, altra ballata electropop firmata da Raige che dimostra comunque di saper sempre scrivere un buon pop, e Inviolabile, brano solo piano e voce che si discosta totalmente dalla dimensione energica di questo album. Si ricerca di restituire la magia creando l’atmosfera giusta ma che, purtroppo, non è ancora una volta quella giusta per la vocalità di Marco che ha bisogno di una via di mezzo tra i due estremi esplorati in questo album. Apprezzabile tentativo comunicativo che, nonostante tutto, non fa gridare al miracolo.

Il nuovo Marco Carta che emerge da questo lavoro discografico è un artista che ha scelto di sposare suoni e mondi musicali che il pop italiano sta adottando da qualche tempo per rincorrere le esigenze radiofoniche spesso ai danni della qualità, della libera espressione e della diversificazione di proposta. “Tieniti forte” ha il pregio di mostrare un cambiamento radicale, la ricerca di una maturazione e la voglia di mostrarsi nuovo che Marco ha dentro sé ma, al contempo, ha il grande difetto di snaturare la sua voce, il suo animo pop, la profondità del suo timbro sabbiato in favore di un piatto ed omologato electropop. Un album a metà che, probabilmente, segna un passo indietro rispetto al più maturo e personale “Come il mondo” rispetto al quale non serviva alcun stravolgimento d’intenti.

MIGLIORI TRACCE: Dove il tempo non esiste – Senza rumore

VOTO COMPLESSIVO: 7/10

TRACKLIST:

  1. Il meglio sta arrivando [Raige, Davide Simonetta, Luca Chiaravalli]
  2. Dalla stessa parte [Gianluigi Fazio, Gianluca Florulli, Stefano Paviani]
  3. Niente di logico [Tony Maiello, Davide Simonetta – T. Maiello, D. Simonetta, Enrico Palmosi]
  4. Finiremo per volerci bene [Edwyn Roberts, Gianluigi Fazio, Gianluca Florulli]
  5. Solamente la pelle [Gianluigi Fazio, Gianluca Florulli, Stefano Paviani]
  6. Senza rumore [Davide Simonetta, Gianluca Florulli, Luca Chiaravalli]
  7. La destinazione siamo noi [Gianluigi Fazio, Gianluca Florulli]
  8. La fine di un viaggio [Andrea Bonomo, Davide Simonetta]
  9. Comunque vada [Adrea Bonomo, Luca Chiaravalli, Davide Simonetta]
  10. Dove il tempo non esiste [Fabio de Martino, Massimiliano Pelan, Nicolò Bolchi, Stefano Paviani]
  11. Fuggirò da te [Raige, Davide Simonetta]
  12. Inviolabile [Massimiliano Zanotti, Davide Simonetta]
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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
Ilario Luisetto
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Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.