Marco Masini, trent’anni anni de “Il cielo della vergine”
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Album Amarcord, i dischi più belli da riascoltare: un viaggio nel tempo nei ricordi di progetti che hanno lasciato il segno e che vale la pena riportare alla nostra attenzione
Tra i dischi italiani che festeggiano quest’anno i trent’anni dalla propria nascita, troviamo il quarto progetto discografico di Marco Masini, intitolato “Il cielo della vergine” e rilasciato il 25 gennaio del 1995. Reduce dal grande successo dei precedenti “Marco Masini” del 1990, “Malinconia” del 1991 e “T’innamorerai” del 1993, il cantautore toscano aggiunse un importante e ispirato tassello al proprio percorso, attraverso un album ricco di spunti e di pezzi che esprimevano le dinamiche e il malessere di un’intera generazione, riscuotendo riscontri positivi anche all’estero.
L’artista, all’epoca trentenne, continuava attraverso le sue canzoni a farsi portavoce di un disagio di un’epoca, che rispetto a quella attuale era meno evidente, si avvertiva ma non come accade oggi. Per certi versi un pioniere, per altri in netto contrasto con un mondo, quello della musica leggera italiana, abbastanza patinato e ovattato da un buonismo di facciata. La poetica di Masini, e quella del fedele compagno di avventure musicali Giancarlo Bigazzi, appare piuttosto distante da ciò che era, nell’immaginario collettivo, il clima che si respirava negli anni ’90.
Ne rappresenta un ottimo esempio “Bella stronza”, un brano criticato e profondamente incompreso (a tratti ancora oggi), che in qualche modo denuncia la violenza e non la scagiona affatto, attraverso la descrizione delle dinamiche che scattano nella testa di un uomo ferito dalla propria compagna, in maniera cruda e sfrontata. A nulla serve nascondere la polvere sotto il tappeto: per condannare una piaga sociale è necessario affrontarla e sviscerarla da tutti i punti di vista, sia dallo sguardo della vittima ma anche del carnefice, anche se in questo caso il protagonista del brano non commette alcun gesto di violenza, il pensiero lo sfiora ma la lucidità lo porta ad andare via dopo essersi sfogato.
Nel disco è presente un pezzo che fa nettamente da contraltare, ovvero “Principessa”, in questo caso il protagonista è innamorato di una ragazza vittima di violenze da parte del padre. Rabbia espressa anche attraverso “Volersi male”, che in questo caso racconta le violenze di una donna manesca nei confronti del proprio uomo, altro pezzo piuttosto esplicito. Rapporti di coppia tortuosi e complicati, raccontati in maniera precisa e dettagliata, attraverso dieci tracce che, riascoltate oggi, risultano tematicamente e musicalmente attuali, anche perché dal punto di vista sonoro gli arrangiamenti sono più acustici e minimali rispetto ai suoi precedenti lavori, caratteristiche che rendono le canzoni senza tempo, poiché il suono di una chitarra o di un pianoforte resta sempre lo stesso.
La voce graffiante e l’interpretazione sentita di Marco Masini rendono “Il cielo della vergine” un disco di rottura per la carriera dell’artista, per la musica italiana ma anche per l’intera società che, di lì a poco, subirà un profondo e radicale mutamento dovuto alla digitalizzazione, a rapporti sempre meno diretti e ad un linguaggio sempre più violento. In tal senso questo disco non fa altro che anticipare argomenti e atteggiamenti che ritroviamo oggi nei dischi dei rapper, ma senza provocare particolare sgomento o sconcerto. Poeticamente parlando, possiamo pure considerare il cantautore fiorentino il padre dell’urban italiano, scusate se è poco.
Il cielo della vergine | Tracklist e stelline
- Bella stronza
(Giancarlo Bigazzi, Marco Masini) - Il cielo della vergine
(Giancarlo Bigazzi, Giuseppe Dati, Marco Masini) - Frankenstein
(Giancarlo Bigazzi, Giuseppe Dati, Marco Masini) - Il morbo di Beautiful
(Giancarlo Bigazzi, Giuseppe Dati, Marco Masini) - Cuccioli
(Giancarlo Bigazzi, Marco Falagiani, Marco Masini) - Principessa
(Giancarlo Bigazzi, Marco Masini) - Volersi male
(Giuseppe Dati, Marco Falagiani, Marco Masini) - Fatti furbo
(Giancarlo Bigazzi, Marco Falagiani, Giuseppe Dati) - Zero
(Giancarlo Bigazzi, Marco Masini) - Tempo buttato via
(Giancarlo Bigazzi, Marco Falagiani, Giuseppe Dati)