venerdì, Marzo 29, 2024

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Marco Mengoni e la contraddizione di se stesso in “Atlantico/On Tour” – RECENSIONE

Recensione del nuovo album live del cantautore

E’ uscito ad un anno di distanza del precedente progetto discografico, Atlantico (di cui qui la nostra recensione), il nuovo album live di Marco Mengoni che ha scelto il contenitore di Atlantico / On Tour come formato ideale per racchiudere un anno intenso e ricchissimo dal punto di vista delle esperienze live. E proprio questo dato fa onore all’intero progetto che, però, subisce, è bene dirlo subito, il facile attacco della ripetitività: in dieci anni di carriera questo è già il terzo progetto dal vivo che il cantautore di Ronciglione pubblica (l’ultimo risale ad appena 3 anni fa) ed il rischio di etichettare tali progetti come fini unicamente alle vendite e al raggiungimento delle cifre tonde (al disco mancano poche migliaia di copie per festeggiare il terzo disco di platino) c’è ed è sensibile.

Atlantico / On Tour, infatti, è un progetto che, forse proprio in quest’ottica, cerca di accontentare un po’ tutti: ci sono le registrazioni dal vivo ma ci sono anche dei brani inediti, ci sono brani “storici” alternati ad altri più “attuali”, ci sono ballate intense e ritmi travolgenti, c’è la voce ma c’è anche la musica ed il suono. Insomma, Mengoni guarda a tutto senza, per forza, scegliere una strada, un obiettivo, una direzione. Lo testimoniano bene i tre brani inediti capeggiati dal singolo Duemila volte che recupera le atmosfere oscure e dark che l’artista di Ronciglione ha già esplorato con efficacia ma lo fa mettendoci una poetica testuale profondamente più contemporanea ed “indie” rispetto al sentimentalismo tradizionalista del passato con cui, tuttavia, si conserva il tema di un amore distante e, per questo, intimamente doloroso.

Gli altri due brani completano sommariamente lo specchio delle proposte tipicamente mengoniane: Calci e pugni purifica la voce, essenzializza i suoni e punta sull’emotività di un testo struggente (non a caso coscritto con Gazzelle) di un amore finito che, però, rimane in attesa dell’arrivo di un “qualcun altro che possa aiutarmi ad abbandonarti” mentre, invece, Il destino davanti punta tutto (o quasi) sulla resa sonora dei sintetizzatori e di una leggerissima ma impellente ritmica.S

Nel resto dell’album si trovano su per giù gli stessi contenuti che i brani inediti hanno velocemente e sommariamente presentato senza aggiungere niente di davvero degno di nota in un repertorio già ricco di piccoli e veri capisaldi. C’è la voglia di sempre di Marco Mengoni di sperimentare e di darsi alla pazza gioia nel corso dei suoi concerti per la possibilità che ha di osare con i suoni, gli arrangiamenti e la voce. Ed è proprio quest’ultima che si fa notare più di tutto il resto in diversi momenti dell’album live giustificando il motivo di questo progetto: dare nuovamente spazio a quella voce che, negli ultimi anni, non ha avuto larghe possibilità di emersione sui dischi incisi per bene. Ecco che, allora, in Muhammad Alì si riscopre un timido falsetto nel ritornello finale o che in Proteggiti da me di raggiunge l’apoteosi facendo apparire, anche se solo per qualche minuto, il Mengoni delle origini: quello senza freni, estroso, ipnotico ed originale nell’uso folle e spregiudicato della propria vocalità unica. Merito della stupenda canzone, certo, ma anche e soprattutto di quella libertà che solo i live sembrano in grado di dare, ormai, ad una vocalità che spesso ci è apparsa imprigionata dalle logiche del successo commerciale e dell’omologazione forzata entro certi limiti che non sempre permettono la piena espressione al talento.

Si sperimenta, anche musicalmente, in delle tracce “fantasma” che servono da ponti tra una traccia e l’altra, da apertura o da chiusura del live, da spunti di riflessione. C’è, per questo, Intro Atlantico, la riflessiva Mondo Loon che riflette con un flusso di coscienza sulla realtà di oggi, la latineggiante Chan chan e la personalistica Sei tutto. Persino L’essenziale viene rivisto nell’ottica di una rimodulazione sonora contemporanea che utilizza ampiamente i suoni sintetici ed elettronici risultando, forse, contraddittori con il senso stesso della canzone che guarda alla purificazione, alla sottrazione, all’essenzialità per l’appunto. Fortuna che, se proprio controcorrente dobbiamo andare, almeno la voce a tratti osa e si dimostra desiderosa di farsi notare e, entro certi confini, riavvicinarsi a quegli “eccessi” da cui si voleva fuggire.

Si viaggia, poi, tra l’energia internazionale di Buona vita, l’intimità di un classico come In un giorno qualunque che suona sempre sincera e l’emozione di La ragione del mondo e dell’ultimo manifesto Hola che per la vocalità di Mengoni avrebbe potuto rappresentare in alcuni passaggi un’araba fenice ma che in questa versione live non azzarda mai espressioni coraggiose. C’è tempo per viaggiare anche tra le atmosfere ritmate di Mille lire, Onde e Parole in circolo e tra i sintetizzatori di una Voglio, molto più centrata in questa veste live che in quella da disco, . Chiudono il cerchio i tre capisaldi delle dark-ballad del periodo d’oro di Mengoni: la cantata a squarciagola dal pubblico Ti ho voluto bene veramente, la più intensa Sai che e la primizia di Guerriero che contribuì, tra le prime, ad imprimere una svolta al pop italiano post-anni ’10.

Nel complesso questo nuovo progetto discografico di Marco Mengoni è un disco che mette coerentemente a fuoco quanto il cantante di Ronciglione fino ad oggi ha fatto o, meglio, quanto ha fatto nel suo ultimo periodo discografico e di esperienza live. I tre inediti si sposano coerentemente al progetto Atlantico non aggiungendoci nè togliendoci nulla di davvero rilevante. Le versioni live, invece, a tratti risultano davvero degne della vocalità di cui Marco da sempre dispone altre, invece, sottovalutano questo suo valore e si accontentano di suonicchiare senza infama e senza lode. Ma quello è un problema di canzoni più che di tutto il resto.

Migliori tracce | Calci e pugni / Proteggiti da me (Live)

Voto complessivo | 7.5/10

Tracklist |

Disco 1

  1. Duemila volte
    [Marco Mengoni, Mahmood, Alessandro Raina, Davide Simonetta]
  2. Calci e pugni 
    [Marco Mengoni, Gazzelle]
  3. Il destino davanti
    [Marco Mengoni, Dario Faini, Simone Cremonini]

Disco 2

  1. Intro Atlantico
  2. Muhammad Alì
    [Marco Mengoni, Tony Maiello, Piero Romitelli, Davide Simonetta]
  3. Voglio
    [Marco Mengoni, Andrea Bonomo, Gianluigi Fazio]
  4. Ti ho voluto bene veramente 
    [Marco Mengoni, Fortunato Zampaglione]
  5. In un giorno qualunque
    [Marco Mengoni, Piero Calabrese]
  6. Sai che 
    [Marco Mengoni, Fortunato Zampaglione, Michele Canova Iorfida]
  7. Proteggiti da me
    [Daniele Magro]
  8. Mille lire
    [Marco Mengoni, Mahmood, Takagi, Ketra]
  9. Onde
    [Marco Mengoni, Niccolò Contessa]
  10. Hola
  11. [Marco Mengoni, Mahmood, Katoo]
  12. Mondo loon
  13. Guerriero
  14. [Marco Mengoni, Fortunato Zampaglione, Michele Canova Iorfida]
  15. Io ti aspetto
  16. [Marco Mengoni, Ermal Meta, Dario Faini]
  17. Parole in circolo
  18. [Marco Mengoni, Rory di Benedetto, Maurizio Musumeci]
  19. Chan chan
  20. Buona vita
    [Marco Mengoni, Fabio Ilacqua]
  21. Sei tutto
  22. La ragione del mondo
  23. [Marco Mengoni, Fabio Ilacqua]
  24. L’essenziale 
    [Marco Mengoni, Roberto Casalino, Francesco De Benedittis]

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
Ilario Luisetto
Ilario Luisetto
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.