L’analisi della nuova collaborazione tra i due artisti
Solenne collaborazione, tanto eccezionale quanto inattesa, tra Marco Mengoni ed Elodie. Niente di straordinario dal punto di vista dell’industria musicale che, negli ultimi anni, attinge allo star system in maniera forsennata. Nessuna novità, dunque, a parte la combinazione dei due artisti più acclarati di questo periodo, che li ha visti reduci della partecipazione all’Eurovision nel caso di Marco e della premiazione al David di Donatello per quanto riguarda Elodie.
Un singolo insieme porta a una riflessione specifica: era davvero necessario dilatare ulteriormente la parabola ascendente dei due, esasperandola con un’ulteriore performance? Soprattutto, quanto sono stati liberi di scegliere e di scegliersi per questa “Pazza Musica”? Annunciato in tempi brevissimi, sull’onda dei recenti successi live e in un periodo dell’anno perfetto per un lancio leggero e disimpegnato, Marco ed Elodie si sono presentati prima con un reel di Tik Tok, come in un sensuale gioco canoro e con un look inusuale e rinnovato.
Il pezzo racconta dell’importanza di sentirsi liberi nei sentimenti, anche nei momenti di vita in cui dobbiamo superare difficoltà e deserti: “ti ricordi quando ci siamo fatti terra bruciata“, così “corriamo forte sopra le paure e il panico, per mandare tutto al diavolo senza nessun perché”.
Al netto della cornice amicale, che lega i due cantanti, e del testo con spunti autobiografici, rimane la sensazione di avere a disposizione l’ennesimo pezzo costruito a tavolino fra mille altre “stupide canzoni in mezzo alla strada”. Pare proprio che un tormentone estivo si conceda a chiunque, sia all’artista che ha bisogno di nuova luce per dare smalto a una carriera un po’ ferma sia a chi, con molta probabilità, si sarebbe risparmiato l’ennesimo lavoro che ha tutta l’aria della prestazione acchiappa numeri.
Un fatto è certo: li ascolteremo, comunque e con grande piacere, per distrarci dalle noie quotidiane, ma siamo consapevoli che il pop sta diventando, nella maggior parte dei casi e in certe stagioni, “solo una pazza musica pazza musica pazza musica”? Visto che partecipiamo, involontariamente, a un cambiamento climatico epocale, in cui i confini stagionali si vanno assottigliando, non sarebbe il caso che anche la musica se ne rendesse conto e cercasse una destagionalizzazione dell’offerta?
Coltivo l’idea di un’educazione all’ascolto libero, ma consapevole, capace di esaltare il talento di artisti poliedrici come Marco Mengoni ed Elodie, con l’obiettivo, in più, di farli crescere nell’ambito della ricerca. In fondo, non di solo proventi dovrebbe vivere l’arte, ma anche di grandi intenti. In quanto a noi, resta la possibilità di vincere la sfida dell’oblio di una canzone, soltanto se sapremo legarla a uno spezzone di vita e se riusciremo a farla diventare parte della nostra biografia, certi che questo è l’unico guadagno a contare davvero.
Francesco Penta
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