A tu per tu con il cantautore comasco, in rotazione dal 3 settembre con “Cercami di sera“
Reduce dal successo del videoclip del singolo “Cercami di sera”, in crescita con le sue 95.000 visualizzazioni, prosegue il cammino artistico di Marco Padula, ventiquattrenne cantautore comasco che ricordiamo per la sua partecipazione al pomeridiano di “Amici 17”. Il testo del singolo prende spunto da tematiche attuali come il razzismo, la disoccupazione e il bullismo, trasformandosi in una denuncia sociale riletta in chiave ironica, anche grazie alla presenza di Francesco Nozzolino, volto noto nel mondo dello spettacolo, che è anche autore del video e coautore del brano. Ospiti della clip anche Marco Morrone e Domenico Manfredi. Padula devolverà i guadagni del singolo ad un’associazione che sostiene le vittime di bullismo.
Ciao Marco, partiamo dal tuo nuovo singolo “Cercami di sera”, com’è nato e cosa rappresenta per te questo brano?
«E’ un brano molto particolare. Volevo denunciare i problemi in Italia, ma utilizzando molta ironia».
C’è una veste precisa che hai voluto donare al brano, sia a livello testuale che di sonorità?
«Il testo è senza regole e parla di molte cose… non c’è un ordine preciso. Ho voluto osare, nascondendo nel testo la sincerità di chi si sente perso. Cercami di sera perché per noi rossi è difficile vivere d’estate… Il sole ci uccide, perché siamo più bianchi dei mulatti ma più rossi dei “neri”».
Cosa avete voluto esprimere attraverso le immagini del videoclip?
«Il nostro obiettivo era quello di sconfiggere il bullismo in un videoclip musicale. Nel video ci siamo riusciti, ora proviamo a farlo anche nella realtà».
https://www.youtube.com/watch?v=07tbaUvcK2M
Facciamo un breve salto indietro nel tempo, quando e come ti sei avvicinato al mondo della musica?
«Ho iniziato a fare musica nel 2011 quando suonavo con i Ryba e successivamente con i Givana, su YouTube potete trovare qualcosa. Per gioco mi sono buttato nel canto e nel 2016 a novembre ho pubblicato ‘’RedHead’’ , io ho scritto la musica e due miei amici hanno scritto il testo (Leonardo Lucini e Riccardo Bottinelli). Ho deciso di pubblicarla perché è il primo giro di chitarra che ho scritto, e quindi ci sono molto affezionato. RedHead parla di una storia d’amore finita male…».
Quali ascolti hanno ispirato e accompagnato la tua crescita?
«Mi sono innamorato della musica grazie a due persone: mio padre e Dave Grohl (cantante dei Foo Fighters ed ex batterista dei Nirvana). Mio padre mi ha dato le prime lezioni di chitarra, insegnandomi ”la canzone del sole” e altre canzoni italiane, poi ascoltando il rock dei FF mi sono decisamente immerso nel mondo della musica e ho iniziato a scrivere e suonare con più band».
Come valuti l’attuale panorama discografico e con quale spirito ti affacci al mercato?
«La musica è senz’altro cambiata negli ultimi anni. La trap è il nuovo pop. Inizialmente mi spaventava come cosa, ma ora ho capito che le persone hanno voglia di sentire qualcosa di nuovo e fresco. Probabilmente per questo motivo molti si sono stancati del Rock e dei generi più impegnati. Ascolto qualsiasi genere musicale e ogni giorno cerco di scrivere qualcosa di innovativo. Non riesco a identificarmi in nessun artista italiano… Ma il mio artista preferito in Italia è Bello Figo. Il talento canoro non è dalla sua parte, ma secondo me è geniale come artista. Certo non mi ispiro alla sua musica, ma mi ispiro alla sua ironia».
Musicalmente parlando, ti collochi in un genere particolare?
«Sono cresciuto con il rock, ora sto cercando di cambiare sound proprio perché non piace più così tanto. “Cercami di sera” infatti ha delle influenze rock, ma nel nuovo album cambierò sound. Mistero».
Hai partecipato ad una sfida nel pomeridiano dell’ultima edizione di “Amici”, ma ha avuto la meglio Irama che, come sappiamo, ha poi vinto il talent di Maria De Filippi. Cosa ti ha lasciato questa breve ma intensa esperienza?
«Amici è stata una bella esperienza… Purtroppo ho perso la sfida, ma si sapeva sarebbe andata a finire così. La musica è un business … Irama aveva 300k su Instagram quando l’ho sfidato. Sarebbe stato stupido eliminarlo contro un ‘’babbo’’ come me con 2000 follower. Detto questo penso comunque che Irama abbia meritato la vittoria. Diciamo che però è partito avvantaggiato».
Progetti in cantiere?
«C’è un album… Ma non posso dire nient’altro».
Quale messaggio vorresti trasmettere al pubblico, oggi, attraverso la tua musica?
«Se dovessi utilizzare soltanto due parole: sincerità e ironia».
Nico Donvito
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