Il trionfo della tradizione pop d’amore sboccia dalla penna di Marco Rotelli
Un paio di settimane fa è stato finalmente pubblicato El amor que no se vive, il primo esperimento internazionale che lega il giovane cantautore lombardo alla voce sinuosa e morbida dello spagnolo David Neira. Da un brano scritto e composto totalmente in italiano con la stessa ispirazione centrata de Il mio domani dalla penna concreta e misurata di Marco Rotelli si è giunti ad una bella versione bilingue a due voci che esalta l’universalità del pop e del sentimento celebrato.
Due anime e due voci diverse s’intersecano, si sfiorano, si accarezzano e si graffiano contemporaneamente nella descrizione di attimo eterno e istantaneo (“dove un minuto sembra lungo un secolo“) in cui l’essenza pura dell’amore viene finalmente conquistata, posseduta e vissuta con maturità: “sbatte i pugni forte più di un temporale ed io che mi spavento solo a pensare, poi mi prende l’ansia e vorrei partire“.
“L’amore, l’amore quello che non si dice e non si vive forse per la paura di ricominciare mille cento nuove abitudini da sopportare e discorsi illogici da consentire” canta nell’inciso il cantautore lasciando libero sfogo a se stesso spogliandosi degli scudi che la vita impone di indossare per proteggersi come una matrioska russa tenta di nascondere e custodire di volta in volta la più piccola e fragile parte di sé. Alla fine l’essenza viene portata a galla, la si sfiora e la si accarezza nella sua pelle nuda fatta d’imperfezioni ma anche di quella delicatezza che solo la verità può portare con se.
Forse non funzionerà, non piacerà al mercato o ai grandi colossi radiofonici ma la verità di una canzone non ha prezzo: racconta la bellezza, racconta ciò che si è in un dato momento ed è bello, poi, riscoprirsi e riviversi a distanza di tempo scoprendo quanto diversi si è stati. Marco finalmente è tornato a raccontarci la vita, la sua vita, la sua verità in una favola d’amore pop senza tempo. Quella favola che trova nelle parole la sua principessa, nella vocalità espressiva il suo principe azzurro e nella bella melodia italiana il miglior lieto fine possibile. Una canzone d’oggi costruita come la Musica richiede nel rispetto del suo valore oggettivamente innegabile: la bellezza.
Ilario Luisetto
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