venerdì 22 Novembre 2024

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Maria con “Amici” torna al talent e lascia stare lo show

Lettera aperta alla signora De Filippi perchè torni a “produrre” talenti (e non prodotti) con il suo Amici

E’ partita oggi con tutti i fasti che richiedeva la nuova edizione di Amici di Maria de Filippi, lo storico talent show di Canele 5 che quest’anno giunge a compiere ben 18 anni. E se il raggiungimento della maggiore età è di per sé un traguardo prestigiosissimo per la televisione contemporanea ben più importante potrebbe, e dovrebbe, essere il recupero degli antichi splendori del format.

E’ un dato inconfutabile che nelle ultime stagioni la punta di diamante televisiva della programmazione primaverile del Biscione ha subito un netto calo di ascolti e di consensi. Nulla di preoccupante se, però, il fenomeno fosse riservato unicamente all’aspetto televisivo dove, comunque, Amici rimane in assoluto il talent show più visto e seguito della TV italiana: nell’ultima stagione il talent della De Filippi ha registrato una media di 4.009.000 di spettatori, X-Factor di 1.256.000 e The Voice of Italy di 2.103.000.

Il dato più preoccupante, però, si riversa nel sistema discografico dove nessuno dei talenti emersi dal talent di Canale 5 è riuscito a crearsi una carriera davvero stabile e promettente: anche il ciclone Riki negli ultimi mesi si è dimostrato sufficientemente in discesa per non parlare di Sergio Sylvestre, The Kolors, Deborah Iurato e Moreno. Un album e via, come si suol dire. Dopo la spinta mediatica il beniamino di turno vede via via erodersi il proprio successo venendo accantonato da televisione e discografia in attesa dell’arrivo del nuovo fenomeno del momento che, comunque, deve puntualmente fare i conti con il restringersi, inevitabile ed infermabile, del proprio potenziale bacino di pubblico, limitato da un mercato sempre più sovrappopolato.

Ecco, dunque, che Maria de Filippi ha, a mio modesto parere, il dovere, perlomeno morale verso i ragazzi che puntualmente accoglie tra le sue braccia, di provare a cambiare nuovamente le carte cercando di regalare loro davvero ciò che sognano per una vita. Non per 6 mesi soltanto. Maria l’ha già fatto anni fa quando tutto sembrava assai più difficile: può e deve rifarlo ora che i mezzi ci sono per non adagiarsi su degli allori sempre più scoloriti.

Prima necessità è lo stop definitivo alla diretta del sabato sera che da troppi anni condanna inevitabilmente Amici ad avvicinarsi sempre di più alle logiche del varietà rispetto alla propria indole sicuramente votata all’universo ‘talent’. C’è da dire che in questo e in altri campi la De Filippi pare essersi già attivata e che già la scelta di tornare in diretta dopo qualche anno di registrazioni ha fatto sicuramente del bene alla trasmissione in termini televisivi. Pare che per la stagione 2018/2019 la signora Costanzo sia riuscita ad ottenere da Mediaset, dopo parecchie insistenze, il ritorno alla domenica, serata durante la quale il pubblico giovane è sicuramente più raggiungibile.

Venendo, però, al fronte prettamente più “musicale” altra esigenza assolutamente obbligata è quella di una pulizia generale dei tanti, troppi, volti televisivi che negli ultimi anni hanno accollato, immeritatamente, il proprio nome al format ‘mariano’. Basta, dunque, alle giurie televisive che nulla centrano con i campi della danza e della musica. Discorso analogo, naturalmente, anche per i cosiddetti professori che dovrebbero, in realtà, passare ben più tempo di quanto in realtà fanno con i propri allievi cercando di trasmettere loro qualcosa di concreto. Di insegnare cioè. Fare il discografico od il coreografo non è la stessa cosa di fare il maestro di canto o di ballo: uno insegna l’altro si occupa d’altro. I ragazzi che frequentano una scuola (visto che Amici si professa ancora tale) hanno bisogno di insegnanti veri anche a costo che questi non siano (almeno inizialmente) volti noti e televisivi. Ricordate Grazia de Michele e Luca Jurman? Ecco, loro ai ragazzi insegnavano davvero a cantare. Rudy Zerbi, forse, potrebbe insegnare loro come muoversi nell’ambiente discografico ma con le sette note c’entra poco.

Ultimo punto che Maria dovrebbe assolutamente riconsiderare è la fin troppa e palese interferenza delle case discografiche nei meccanismi del format. Molti, troppi, ragazzi arrivano alle fasi finali con dei manager e degli accordi discografici fissati ancor prima dell’approdo al talent show che, sempre di più, diventa mezzo per le etichette discografiche a corto di denaro per la promozione. Il talento, però, spesso si nasconde anche al di fuori ed è bene tornare a cercarlo. A tal proposito è da sottolineare anche l’inaccettabilità che ogni anno l’approdo al mercato discografico venga concesso ad un numero crescente di ragazzi: quando, nel 2007, Marco Carta vinse Amici soltanto lui e Roberta Bonanno, seconda classificata, ottennero un contratto per realizzare un disco. La scorsa edizione del 2017 ha visto assegnati ben 6 contratti discografici su un totale di 8 cantanti in gara. E’ un’utopia pensare che ci sia spazio e possibilità di assorbimento per tutti. Tutelare i ragazzi significa anche aprire loro gli occhi dimostrando che artisti lo sono in pochi e le possibilità non possono essere uguali per tutti. Il prezzo, altrimenti, è alto ed è l’illusione eterna. Meglio far felice, per sempre, un solo ragazzo che illuderne 100.

Maria, in sostanza, torna a guardare ai tuoi talenti, a coltivarli, a tutelarli e a farli crescere con amore e dedizione come hai già dimostrato di saper fare in passato. Lascia stare lo show e concentrati sul talent. Abbandona ospiti internazionali e volti inutili nel tuo contesto. Eleva il talento vero, l’unico che tu insieme il tuo cast di produzione ed al tuo pubblico credi possa davvero sfondare.

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.