giovedì, Aprile 18, 2024

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“Silenzio al silenzio”, Mario Venuti e la sua visione dell’amore e del tempo – RECENSIONE

Disponibile dall’8 novembre il nuovo singolo del cantautore siciliano, terzo estratto da “Soyuz 10”

Si intitola “Silenzio al silenzio” il nuovo singolo scelto da Mario Venuti, in rotazione radiofonica da venerdì 8 novembre. Composto a quattro mani con il fedele Kaballà, il brano rappresenta il terzo estratto da “Soyuz 10”, l’ultimo album dell’artista siracusano pubblicato lo scorso 31 maggio. Dopo Il pubblico sei tu e Ciao cuore, il cantautore tira fuori dal cilindro l’ennesima ispirata canzone che analizza le peripezie di un rapporto di coppia, fatto di momenti di tranquillità. di dialoghi muti, di situazioni incomprensibili. Capita spesso di capire l’importanza di ciò che stringiamo tra le mani solo una volta che l’abbiamo perso, di riflettere su come avremmo potuto agire per farla andare diversamente, a riempirci la testa di pensieri e di ricordi.

“Se non c’è desiderio che duri così a lungo da pacificarti, non ci resta che vivere di istanti e continuare sempre a guardare la luce di una stella, che ormai non esiste più” canta Mario Venuti, con la spigliatezza e la personalità che da sempre caratterizza la sua narrazione. Un’analisi lucida su ciò che poteva essere e poi non è stato, perché il tempo sà dare la giusta luce agli eventi e le giuste parole ai silenzi.

Chiunque abbia vissuto una relazione conosce bene questi momenti, sono comprensibili e fisiologici, proprio per questa ragione non si fatica ad immedesimarsi in un pezzo così autentico ed emotivamente universale. “Silenzio al silenzio” ha la capacità di aggiungere riflessioni sull’argomento più musicato per antonomasia: l’amore, sviscerando in maniera inedita e sofisticata un sentimento che non viene rinnegato, bensì assimilato nel tempo e portato al suo massimo grado di esaltazione.

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Silenzio al silenzio | Video

Silenzio al silenzio | Testo

Io non ho mai creduto all’oroscopo
però a volte lo leggo lo stesso
e mi metto in cerca di un segno
mi piace leggere in un dizionario
parole a caso da interpretare
come un oracolo sul mio futuro
chi avrebbe potuto prevedere tutto questo bene
come poi è successo a noi
precipitati dentro una vertigine
navigando il mare della tranquillità
noi, quello che abbiamo avuto
non lo abbiamo capito
possiamo chiamarlo amore
era come un dialogo muto
voce dell’infinito
per chi non sa ascoltare
come essere altrove
era aggiungere il silenzio al silenzio

Se non c’è desiderio che duri
così a lungo da pacificarti
non ci resta che vivere di istanti
e continuare sempre a guardare
la luce di una stella
che ormai non esiste più

Chi avrebbe potuto
prevedere che finisse bene
come poi è successo a noi
precipitati dentro una vertigine
navigando il mare delle contrarietà
noi, quello che abbiamo avuto
non lo abbiamo capito
possiamo chiamarlo amore
era come un dialogo muto
voce dell’infinito
per chi non sa ascoltare
come essere altrove

Era aggiungere il silenzio al silenzio
silenzio al silenzio, silenzio al silenzio
noi, quel che abbiamo vissuto
poi lo abbiamo capito
possiamo chiamarlo amore
era uno spettacolo muto
l’universo finito
di chi non sa ascoltare
era essere altrove
era aggiungere il silenzio al silenzio
era aggiungere silenzio al silenzio
silenzio al silenzio, silenzio al silenzio

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Nico Donvito

Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
Nico Donvito
Nico Donvito
Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.