A tu per tu con la giovane cantautrice piemontese, in uscita con il suo nuovo singolo “Per dirti che (mi spiace)“
A un anno di distanza dalla nostra precedente chiacchierata, ritroviamo con piacere Martina Beltrami per parlare del suo nuovo singolo “Per dirti che (mi spiace)”, disponibile in radio e sulle piattaforme digitali a partire dallo scorso 28 maggio. Approfondiamo la sua conoscenza.
Ciao Martina, bentrovata. Partiamo da “Per dirti che (mi spiace)”, cosa racconta?
«“Per dirti che (mi spiace)” racconta di una mia storia d’amore e della difficoltà che ho avuto alla fine di questa storia di ammettere i miei errori e dire appunto, che mi dispiaceva di come fossero andate le cose tra di noi».
Quanto hai dovuto scavare, in profondità e a mani nude, per scrivere questo pezzo?
«No, non ho dovuto scavare troppo a fondo. Come ogni volta che mi ritrovo a scrivere un brano, si tratta di emozioni che arrivano in modo improvviso e arrivano tutte insieme, quando succede questo mi viene facile tramutare queste sensazioni in musica. Più che scrivere il testo in se per se, la parte più difficile è stata proprio quella di prendere coscienza e ammettere i miei errori».
A livello musicale, che tipo di sonorità avete scelto di abbracciare insieme al producer Andrea Rigonat?
«Quando lavoro con Andrea cerco sempre di trovare un vestito più adatto al brano. In questo caso avevo un’idea definita perché ho trovato la reference della base su YouTube, quindi già sapevo come volevo che fosse il risultato finale».
Quali skills pensi di aver acquisito rispetto ai tuoi precedenti singoli “Luci accese” e “Ti vengo a cercare”?
«È passato un anno dalla pubblicazione del singolo, quindi sono successe diverse cose. Ho continuato a studiare e crescere, quindi spero che si senta questa maturità artistica. Spero di continuare su questa strada, sicuramente continuerò ad impegnarmi per fare ancora meglio».
Cosa ti piacerebbe riuscire a trasmettere a chi ascolterà questo pezzo?
«Mi piacerebbe far capire che è liberatorio riuscire a pronunciare le parole “mi dispiace”. A volte lo diamo per scontato o ci viene difficile per orgoglio, invece riuscire ad ammettere i propri sbagli e a pronunciare questa frase ci libera da pesi e angosce».
Stai lavorando a nuova musica? Cosa dobbiamo aspettarci a riguardo?
«Sì, sto lavorando al disco. Salvo imprevisti, uscirà per la fine di quest’anno e non vedo l’ora!».
Per concludere, a chi si rivolge oggi la tua musica e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?
«La mia musica si rivolge a tutti quelli che mi seguono e continuano ad ascoltarmi, a chi ci si ritrova e chi vuole trovare conforto nelle mie parole. Ma parlo anche a chi non mi conosce e spero che possano scoprirmi e apprezzare la mia musica».
Nico Donvito
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