Intervista al cantautore e producer romano che racconta sé stesso ed il suo nuovo singolo “Giovani Vecchi“
Abbiamo incontrato Matteo Pierotti aka Matteo Alieno, cantautore e producer romano che ci ha parlato del suo nuovo brano “Giovani Vecchi”, uscito su tutte le piattaforme il 2 marzo 2022 per Honiro a distanza di un anno e mezzo dalla pubblicazione del suo album d’esordio “Astronave” (ne abbiamo parlato qui), e di alcuni aspetti della sua vita personale e musicale. Di seguito, una parte della chiacchierata con Matteo Alieno (l’intera chiacchierata è disponibile nel formato video).
Benritrovato Matteo. Tutto il tuo percorso artistico è fortemente influenzato dalla tua ricerca e profondità nella scrittura dei testi. Qual è il tuo approccio alla scrittura e di cosa vuoi parlare nel tuo ultimo singolo “Giovani Vecchi”?
<<Mi alleno molto spesso nella scrittura anche scrivendo testi senza senso; l’importante è allenare il “come scrivere”. Oltre questo aspetto, la lettura di libri è anch’essa fondamentale nel mio continuo processo di crescita dal punto di vista cantautorale; provo amore verso le parole e verso il modo in cui vengono scritte. “Giovani Vecchi” l’ho scritto di getto: volevo parlare della mia generazione e di come vive in un mondo che ormai è pieno di contraddizioni e sopraffatto dal caos>>.
Con l’uscita di “Giovani Vecchi”, hai anche esplorato un sound diverso, più moderno, rispetto al tuo ultimo album “Astronave”. Come hai gestito questa transizione a livello sonoro?
<<Ho ascoltato il mio vecchio disco prima di creare nuove canzoni e sono giunto alla conclusione che mi piacevano i testi ma ho capito di dover creare arrangiamenti più energici avendo un occhio di riguardo anche sull’attività live; dopo l’uscita del mio primo disco, non ho potuto suonare in giro a causa della pandemia e quindi mi sono voluto concentrare sul creare nuovi brani che avessero come obiettivo anche quelli di portare ad un maggiore coinvolgimento il pubblico durante i concerti>>.
Qual è stato il tuo primo approccio con la musica e la scrittura dei testi?
<<Entrambi i miei genitori amavano la musica e me l’hanno sempre fatta ascoltare; mio padre è sudafricano e mi ha trasmesso il suo amore verso le sonorità della sua terra d’origine mentre mia madre mi ha fatto conoscere il mondo del cantautorato italiano. Quando avevo 5 anni, mia madre suonava il pianoforte intonando delle melodie che io poi completavo a livello testuale scrivendo delle piccole poesie. Posso quindi dire che la prima azione che ho svolto nella mia vita riguardo la musica è stata quella di scrivere testi; lo scrivere era un modo per passare del tempo con mia madre>>.
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