Intervista al cantautore bresciano per raccontare il nuovo singolo
E’ arrivato in rotazione radiofonica a partire dal 4 settembre 2020 il terzo estratto radiofonico di Matteo Faustini intitolato Il cuore incassa forte. Il cantautore bresciano dopo l’esperienza al Festival di Sanremo con ‘Nel bene e nel male’ ha proseguito in questi mesi il suo percorso discografico con la pubblicazione dell’album ‘Figli delle favole’ (di cui qui la nostra recensione) e dell’estratto ‘Vorrei (la rabbia soffice)’ ed è ora pronto a continuare ad emozionare il pubblico con una bella e potente ballata pop in pieno stile melodico italiano che racconta delle sofferenze di un amore che soffoca quando svanisce ma che rimane, per sempre, un qualcosa di cui non possiamo fare a meno e che trova la propria origine dal nostro ‘io’ più profondo e forte. Ecco come ci ha raccontato questo nuovo singolo Matteo:
Ciao Matteo, partiamo da ‘Il cuore incassa forte‘, il tuo nuovo singolo uscito ieri in rotazione radiofonica dopo i primi due estratti del tuo primo album. Mi racconti come arrivi alla scelta di questo singolo e qual è il filo conduttore che lo lega ai precedenti due singoli?
<<Siamo stati molti combattuti nel fare questa scelta perchè se avessimo voluto seguire le cosiddette logiche del mercato avremmo, forse, dovuto optare per un brano up-tempo come ‘Figli delle favole’ o ‘Si, lei è’ ma, alla fine, ho preferito, insieme al mio team, consolidare ciò che mi rappresenta al meglio e quindi il mondo ballad e malinconico. ‘Il cuore incassa forte’ è stata, dunque, una delle canzoni che ho ritenuto più idonee tenendo in considerazione anche il significato che porta con sé>>.
Come sempre anche in questo brano la scrittura testuale è il tuo marchio di fabbrica ed il punto su cui volontariamente metti il focus della tua attenzione. Ricordi come è stato scrivere questa canzone? E’ una di quelle canzoni nate di getto oppure con una lunga gestazione?
<<Questo è uno di quei brani che ho scritto velocemente. Ovviamente l’ho scritta sempre in uno di quei momenti in cui ero più vulnerabile: in pigiama e di notte. Mi sono messo al pianoforte e sono partito con la volontà di non voler scrivere un’altra canzone d’amore ma, piuttosto, di voler raccontare altre cose di me. In realtà, poi, mentre scrivevo mi sono reso conto che ero finito a parlare ancora una volta d’amore e quindi è arrivato il verso che dice ‘canzoni d’amore che non sanno amare’: stavo scrivendo una canzone d’amore nel momento in cui, in me, l’amore non aveva spazio di fronte alla rabbia che provavo. Con questa canzone ho scelto di cantare quell’amore che stavo quasi odiando: è stato un modo per affrontare quel sentimento invece che fingere di dimenticarlo. D’altronde quando mettiamo il nostro cuore in cassaforte arriviamo sempre al punto di sentire una mancanza per l’amore che tanto spesso odiamo ma di cui abbiamo particolarmente bisogno>>.
C’è un verso che, più di tutti gli altri, secondo me merita un’attenzione speciale: ‘ho anche smesso di lottare per provare a dare un senso a tutto questo‘. Tu sei la testimonianza di quanto, invece, sia importante lottare nella vita per ottenere qualcosa. Questa canzone, in qualche modo, è riuscita ad insegnartelo?
<<Assolutamente si! Mi è servito perché è facilissimo arrendersi nella vita ma poi, in un modo o nell’altro, tutti siamo portati a ricominciare. Mi serve riascoltare questa canzone perché mi fa capire che, in realtà, qualcosa mi ha insegnato per davvero. Qui ho raccontato di me, di come reagivo alle situazioni e di come sentivo alcuni momenti: è un po’ come andare a rileggere il proprio diario segreto di qualche anno fa e rimanere quasi incredulo di fronte a come si era. E poi è ancor più bello scoprirsi tutti collegati: viviamo diverse storie ma stesse emozioni che dispongono di un linguaggio davvero universale.
Non credo che si possa fare tutto nella vita per cui, a volte, è giusto arrendersi all’evidenza delle cose dimostrando maturità. Altre volte, invece, è fondamentale rialzarsi dopo le cadute, lottare e provare a migliorarsi se si sente dentro che quella cosa per cui lo si fa davvero ci appartiene>>.
C’è una cosa per la quale stai ancora lottando nel tuo presente?
<<Si! Sto lottando disperatamente per far parte del mondo della musica: dentro di me sento di aver fatto dei passi in avanti enormi rispetto a dov’ero solo un anno fa però so di essere ancora in bilico nella linea di confine. Sto cercando di analizzarmi tantissimo e provando a capire come posso migliorarmi e continuare a fare della musica la mia vita>>.
Musicalmente questa è indiscutibilmente una gran bella canzone pop italiana con dentro anche qualche elemento soul che esce sull’inciso finale dove la tua voce viene sorretta da tutti quei cori che fanno tanto gospel… Sei uno di quei cantanti che sogna di trovarsi alle spalle il coro gospel con le tuniche tipicamente anglosassoni?
<<Si… meraviglioso! Tipo ‘Sister Act’. Mi piacerebbe, tantissimo avere quel tipo di possibilità e di esperienza musicale>>.
Come sempre hai posto, mi sembra, particolare attenzione anche al videoclip dove i due protagonisti, alla fine, riescono a trovarsi, ad unirsi e a vincere, quindi quella sofferenza. E’ quasi un passo oltre la canzone… è così?
<<Nell’ultimo passaggio del brano il testo dice ‘canzoni d’amore che ci fanno amare, che mettono le rotelle al cuore instabile, canzoni d’amore che ci fanno credere che ci sia di più’. E’, quindi, un piccolo spiraglio di speranza che abbiamo provato a mettere anche nel videoclip pur senza portare i due protagonisti ad un bacio che, magari, avrebbe reso il tutto troppo palese. Il focus principale abbiamo voluto metterlo sull’esigenza di diventare più forti, di migliorarsi partendo da sé stessi. Anche l’ultima scena che richiama il gobbo indica proprio l’esigenza di uscire prima dalle proprie paure per poter , poi, aprirsi agli altri>>.
Tra pochissimi giorni andranno in scena i tuoi primi due concerti dal vivo di questo 2020 con due date speciali a Milano e a Brescia. Cosa ci puoi anticipare?
<<Suoneremo, ovviamente, i brani dell’album ‘Figli della favole’ e aggiungeremo qualche cover rivisitata. Sarò accompagnato da tre musicisti pazzeschi: un tastierista, un chitarrista e un percussionista. Sono davvero molto felice perchè sono convinto che saranno due serate stupende. Avrò con me degli ospiti ancora top secret e non è da escludere che ci siano anche altre sorprese…>>.
Per salutarti e augurati buona fortuna per queste due date e per i lavori del tuo prossimo album che so che proseguono spediti vorrei chiederti come hai passato quest’estate e se c’è stata qualche canzone altrui, in particolare, che ti ha fatto compagnia
<<E’ stata un’estate un po’ strana: non sono uscito praticamente mai se non per andare a fare musica o per scrivere nuove canzoni. E’ stata una scelta perchè, come ti dicevo, in questo momento voglio concentrare tutte le mie forze e le mie energia nella musica per provare a vincere questa sfida, per riuscire a farcela davvero.
Non ho avuto, quindi, una vera canzone dell’estate: ho ascoltato tanta musica ambient dove, seppur non ci siano le parole, secondo me lì sono contenute davvero tante parole preziose>>.
Ilario Luisetto
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