venerdì, Aprile 19, 2024

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Matteo Faustini: “Non si può condannare l’amore” – INTERVISTA

Intervista al cantautore bresciano che ci presenta il nuovo singolo radiofonico

Per chiudere in grande stile questo 2020 ricco di tanti momenti belli per la sua carriera e la sua passione per la musica, Matteo Faustini ha rilasciato un nuovissimo estratto radiofonico dal suo album di debutto, ‘Figli delle favole’ (di cui qui la nostra recensione). ‘La bocca del cuore’ è il brano che chiude questo cerchio di musica ma che ci permette anche una riflessione attorno all’amore, al valore della presenza e all’idea di felicità. Ecco che cosa ci ha raccontato il cantautore bresciano in questa nostra nuova intervista:

Matteo partiamo da “La bocca del cuore“, questo nuovo singolo che in qualche modo ci riporta dove tutto è iniziato: un anno fa uscì proprio questo brano in radio in una veste un po’ diversa per avviare un progetto in divenire. Com’è stato quest’anno in musica per te?

<<L’esempio de “La bocca del cuore” è calzante perché l’anno scorso il mio era un progetto che stava veleggiando da solo: avevo cominciato ad autoprodurmi e realizzare i miei brani da solo senza che quasi nessuna radio mi passasse. Non sapevo davvero come fare come farmi notare, mi sentivo solo. Da un anno a questa parte, invece, il senso di gratitudine è una cosa che mi accompagna tutti i giorni, anche nei giorni brutti, perché so quello che mi è stato dato ed è tanto oltre che una cosa che non hanno tutti. Molte volte le opportunità arrivano ma noi non siamo più lì ad aspettarle perché la pazienza sempre troppa fretta. E io, invece, sono contento di esserci stato in quel momento. Quest’anno mi ha dato tantissime opportunità, tante altre purtroppo no ma ho cercato di prendere il bello anche dal disagio e di trascrivere i miei disagi e le mie difficoltà in musica. So che il prossimo disco sarà, nel bene e nel male, un disco nel quale io mi riconosco e questa è la cosa più bella>>.

Parlavi dello scrivere e sappiamo che le canzoni, a volte, sono figli dei momenti, le si scrive sull’onda di un’emozione o di un’esperienza che sia vissuto poco prima o comunque che è entrata nel nostro bagaglio: oggi vi scriveresti quella canzone con il bagaglio d’esperienza che hai avuto quest’anno?

<<Spererei di non riscriverla da un certo punto di vista perché nello scrivere quella canzone ho sofferto troppo quindi mi auguro di non riuscire più a scrivere canzoni in quel modo. Però sì, la scriverei ancora. Forse è stato positivo il fatto che l’abbia scritta qualche anno fa perché ero più semplice: ora, molte volte, mi rendo conto che le parole che scelgo sono un po’ più pesanti. Ogni tanto quando scrivo mi ripenso al me di una volta per perché un po’ devo imparare anche da lui come lui deve imparare un po’ da me>>.

Il verso che apre questa canzone dice “ci sono cose che invece non ho detto mai”: in questo tempo hai imparato a dirle?

 <<Assolutamente sì. Grazie che mi ci fai riflettere! Quando ho scritto questa canzone molte cose non le dicevo e sbagliavo però ci vuole tempo. Ci vuole tempo per capirlo, per metabolizzare la vita e i suoi insegnamenti>>.

In un altro punto del testo citi la felicità, un tema che abbiamo già affrontato nelle nostre chiacchierate ma su cui so che ragioni ogni giorno. Che cos’è oggi la felicità? E’ ancora associata a quella definizione di qualche mese fa oppure hai già cambiato punto di vista?

<<La risposta che darei adesso sul che cos’è la felicità penso che dovrebbe essere che la felicità è un momento breve, un momento di euforia in cui in si sta bene. Credo, però, di non essere alla ricerca della felicità perché non si può essere felici, secondo me, tutti i giorni. Preferisco essere alla ricerca della gioia e della serenità. La gioia, la serenità e l’equilibrio sono cose che vedo come più durature e, quindi, aspiro più a quelle rispetto alla felicità>>.

Un altro tema che questa canzone ci permette di aprire è il tema della presenza e contemporaneamente dell’assenza. Nella canzoni  canti con foga e convinzione “non ci sei”. Qual è, secondo te, il significato della presenza e, viceversa, dell’assenza nella vita di qualcuno?

<<E’ la cosa veramente importante. Come un po’ accennavo anche ‘Nel bene e nel male’: quanto è bello dimostrare di esserci? A livello di relazioni amorose, soprattutto, è difficile continuare ad esserci quando ci si lascia. Molte volte, la cosa che mi fa più soffrire, è che insieme ad altre persone si vivono delle cose importantissime e, ad un certo punto, ci si lascia come se nulla fosse avvenuto. Per me, in quelle situazioni, la cosa più bella che si possa fare è riuscire a tenere gli esseri umani che ho amato nelle stanze del mio cuore e chiuderle a chiave. Anche quando ci lasciamo “seppelliamo” una persona però seppelliamola nel nostro cuore>>.

La prima volta che ci siamo incrociati eravamo a Sanremo e parlavamo di paure: mi dicesti “ho paura dei sensi unici, ho paura della solitudine nel senso di sentirmi solo“. Oggi ti senti solo esattamente come allora oppure ti senti un po’ meno solo?

<<In quel momento mi sentivo veramente solo e abbandonato da una persona per la quale ho scritto ‘Nel bene e nel male’. E’ molto difficile non sentirsi soli: per quanto mi riguarda potrei essere anche la persona più felice di questo mondo ma arriverebbe sempre un momento in cui guardando il cielo mi sentirei un attimo solo con me stesso. Sto maturando, però, anche la convinzione che non siamo mai veramente soli perché abbiamo sempre noi stessi. Anche oggi mi sento solo ma è una solitudine mentale e credo che sia una condizione dalla quale non riuscirò mai a sottrarmi>>.

Il videoclip che accompagna questo brano porta con sé la scelta di inserire un ballerino che ha un significato profondo. Ci racconti qual è il senso dei suoi gesti?

<<Potremmo dire che rappresenta il me interiore: mentre vivevo quella relazione e mentre cantavo quella canzone mi sentivo come quando, dopo essersi lasciati, ci si trascina dietro il dolore per troppo tempo riempiendosi di rimpianti. Rappresenta, in qualche modo, me mentre scrivevo quella canzone: più andavo avanti con le parole e più mi liberavo. Si arriva alla fine in cui rimane solo un laccio e si sposa alla consapevolezza di essere pronti ad accettare quello che c’è stato senza rancore ma con gratitudine per quanto di bello c’è stato. Non è giusto condannare l’amore. Scrivendo questa canzone mi sono perdonato ed ho accettato>>.

Parliamo di futuro. Ci hai detto di essere al lavoro sul nuovo album ma ora ci aspettiamo degli spoiler più sostanziosi…

<<Nel 2021 ci saranno ovviamente nuovi singoli che anticiperanno l’uscita ovviamente del secondo disco che ha già un titolo che è anche quello di una delle canzoni che sarà presente. Una canzone tosta diciamo. Prevedo che per aprile ci sia un singolo apripista del secondo album e poi ne faremo uscire altri in attesa di far uscire il disco in occasione di qualcosa di importante se mai dovesse esserci>>.

Abbiamo parlato all’inizio di questa nostra chiacchierata di bilanci. Vasco ha detto che il 2021 sarà l’anno della rinascita quindi ti chiedo cosa ti aspetti dal tuo 2021 e qual è, invece, la canzone che rappresenta questo tuo 2020?

<<Spero che non ci sia tanto dolore nel 2021 sia a livello personale che globale. Mi aspetto un consolidare e un lavorare: ho voglia di mettermi in gioco e di fare tante esperienze. La cosa che amo di più della musica è quello che la musica mi permette di fare: incontrare persone, abbracciarle e fare delle colonne sonore di vita. Il 2021 spero sia un anno di possibilità per tante persone. La canzone del mio 2020 penso sia ‘Nel bene e nel male’ perchè mi ha cambiato davvero la vita. C’è poi un’altra canzone che mi è costata e mi ha salvato da un certo punto di vista. E probabilmente mi condannerà e mi salverà ancora>>.

E qual è?

<<Non posso dirtelo perché sarà nel prossimo disco (ride)>>.

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
Ilario Luisetto
Ilario Luisetto
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.