Matteo Macchioni: “Ogni lavoro si porta dietro sensazioni importanti” – INTERVISTA

Matteo Macchioni

A tu per tu con Matteo Macchioni che si racconta in occasione dell’uscita del suo secondo omonimo album, disponibile dallo scorso 6 giugno. La nostra intervista al tenore emiliano

Da venerdì 6 giugno è disponibile in digitale “Matteo Macchioni” (Unalira Edizioni Musicali), l’omonimo nuovo album del primo tenore che ha partecipato ad Amici: un progetto crossover, elegante e potente, in cui la voce lirica si intreccia con l’anima pop, dando vita a un racconto al tempo stesso intimo e universale.

Prodotto insieme a grandi nomi della musica italiana, tra cui Piero Cassano, Fabio Perversi e Mario Natale, l’album si compone di dieci brani che affrontano i temi dell’amore, della perdita, della memoria familiare e della rinascita interiore. I testi portano la firma, tra gli altri, di Giancarlo Golzi, Alberto Salerno, Beppe Andreetto e Gian Battista Galli, oltre che dello stesso Macchioni.

“Matteo Macchioni” presenta l’omonimo album, l’intervista

“Matteo Macchioni” segna il tuo ritorno al crossover dopo oltre dieci anni. Cosa ti ha spinto a riprendere questa strada oggi?

«Riaprire anche la strada della discografia è stata una esigenza artistica prima di tutto. A me piace molto comporre musica, lo faccio fin dall’adolescenza. Ora che la mia carriera operistica ha raggiunto una maturità e una caratura internazionale stabile, posso permettermi il “lusso” di dare sfogo anche a quella creatività che mi contraddistingue da sempre. La strada del pop procederà parallelamente alla mia principale attività, che è quella di cantante lirico».

Nel 2011, a seguito della partecipazione ad Amici, avevi già pubblicato un album pop, “D’altro canto”. Cosa è cambiato da allora nell’approccio alla musica?

    «Rispetto al disco d’esordio, arrivato dopo una esperienza in tv, in questo nuovo lavoro discografico è presente l’elemento cantautorale, sono autore di tre brani della tracklist».

    Venendo alle tracce del nuovo disco, come è stato metterti in gioco anche nella scrittura dei testi e delle musiche?

    «Come detto, è una passione che ho da sempre. Insieme a Piero Cassano ho potuto affinarla e renderla adeguata ad entrare in un LP».

    “Prendi le mie mani” nasce da un testo inedito di Giancarlo Golzi, storico batterista dei Matia Bazar. Com’è stato lavorare su parole così dense di significato?

    «Bellissimo…! Piero mi ha proposto il pezzo dopo un mio concerto. L’ho ascoltato e questa frase “prendi le mie mani”, mi è entrata immediatamente in testa. Il resto è stato naturale!!!».

    “Oltreoceano” racconta la storia vera del tuo bisnonno. Come hai lavorato per trasformare una memoria familiare in una canzone dal respiro così ampio?

    «Dopo che la Ellis Island Foundation mi ha confermato la vera storia del mio bisnonno, emigrato negli Usa ad inizio secolo scorso, mi è sembrato stupendo poter raccontarlo in una canzone, dove cerco di esplorare le sensazioni del viaggio verso la speranza». 

    Chiude l’album con un medley Queen molto ambizioso: “One Vision / Bohemian Rhapsody”. Come ti sei avvicinato a due capolavori così iconici, rielaborandoli in chiave crossover?

    «Ho sempre amato i Queen e in concerto mi è capitato di cantare le loro musiche in diverse occasioni. Questo medley è tratto da uno dei miei concerti, è un Live!».

    Per concludere, quali elementi e quali caratteristiche ti rendono orgoglioso di questo tuo secondo album?

    «Ogni lavoro si porta dietro sensazioni importanti. Questo disco rappresenta non solo il Matteo interprete, ma anche il Matteo autore. Sopratutto, mi piace l’idea di portarlo dal vivo. Il 10 agosto alla Rocca di Fano e l’11 agosto a La Versiliana Festival lo suoneremo dal vivo con una formazione importante: quartetto d’archi, Mirca Rosciani alla concertazione, il soprano Cristina Neri, Mario Natale alle tastiere e Paola Caridi alla batteria».

    Scritto da Nico Donvito
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