A tu per tu con il giovane cantautore piemontese, in uscita con il suo nuovo singolo intitolato “Apatico“
Tempo di nuova musica per Matteo Romano, che ritroviamo in occasione dell’uscita di “Apatico”, singolo disponibile in rotazione radiofonica a partire dallo scorso 22 aprile. Una nuova tappa del suo percorso artistico, partito tempo fa da “Concedimi”, poi proseguito con “Casa di specchi”, “Testa o croce” e quella “Virale” che lo ha visto tra i protagonisti dell’ultimo Festival di Sanremo.
Ciao Matteo, bentrovato. Partiamo da “Apatico“, che sapore ha per te questo nuovo tassello discografico?
«Per me “Apatico” sa un po’ di primavera, c’è un sound più fresco e leggero rispetto ai precedenti singoli, ma allo stesso modo c’è dietro un significato ben pensato. Nel testo parlo di come mi sento quando mi trovo in difficoltà nell’ascoltarmi e nel percepire le mie emozioni. Un modo per dire ai miei coetanei che non è un problema se ogni tanto ci capita di non riuscire a tirare fuori le nostre emozioni, va bene anche così».
Un brano in cui tiri fuori quello che sei e che in qualche modo unisce un po’ le peculiarità che ci avevi mostrato nei precedenti pezzi, dai vocalismi al linguaggio. Quali risvolti e quali elementi di novità pensi di essere riuscito ad inserire in questo brano?
«Beh sicuramente una nuova freschezza, un sound diverso e quasi estivo, qualcosa che non avevo ancora proposto fino ad oggi. Un’altra cosa che secondo me caratterizza “Apatico” è la capacità di esprimere i miei reali pensieri, perché in questo pezzo ho dato veramente voce e sfogo alle mie insicurezze».
Musicalmente parlando, il pezzo si mostra valido, fresco e leggero, che tipo di lavoro c’è stato dietro la ricerca del sound insieme al producer Riccardo Scirè?
«Le reference erano un po’ più internazionali questa volta, c’era la volontà di arrivare anche a sound più chill e dare delle vibes anche diverse rispetto agli scorsi brani. Volevo un po’ riprendere dei mood vicini ai mondi di Nellie McKay e Taylor Swift, per poi farli miei e adattarli al mio timbro e alla mia voce».
Per concludere, quali elementi e quali caratteristiche ti rendono soddisfatto e orgoglioso di un brano come “Apatico”?
«L’autoironia, la leggerezza, ma allo stesso tempo l’essere stato in grado di parlare di qualcosa che mi appartiene e ogni tanto mi turba senza realizzare una canzone triste».
Nico Donvito
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