“Me nnamoravo di te” di Fabrizio Moro: te la ricordi questa?

Viaggio quotidiano nella colonna sonora della nostra memoria, tra melodie sospese nel tempo pronte a farci emozionare ancora. Oggi parliamo di “Me nnamoravo di te” di Fabrizio Moro
La musica è la nostra macchina del tempo: basta una nota, un ritornello, ed eccoci di nuovo lì, in una stagione vicina o lontana, in un’auto con i finestrini abbassati o nella cameretta della nostra infanzia. “Te la ricordi questa?” è il nostro appuntamento quotidiano per riavvolgere il nastro delle emozioni, proprio come si faceva una volta con una semplice penna e una musicassetta. Oggi l’orologio del tempo ci riporta al 2019 con “Me nnamoravo di te” di Fabrizio Moro.
Ogni giorno, alle 13:00, vi accompagneremo in un viaggio musicale alla riscoperta di queste gemme nascoste: canzoni che hanno detto tanto e che hanno ancora tanto da dire, pronte a sbloccare ricordi, evocare immagini, restituirci pezzi di passato con la potenza che solo la musica sa avere. Brani che forse oggi non passano più in radio, pezzi di artisti affermati lasciati in un angolo, o successi di nomi che il tempo ha sbiadito ma che, appena tornano nelle nostre orecchie, sanno ancora farci vibrare. Perché la musica non invecchia, si nasconde soltanto tra le pieghe del tempo, aspettando il momento giusto per colpire nel segno e farci esclamare sorpresi un: “Te la ricordi questa?”.
Ti sblocco un ricordo: “Me nnamoravo di te” di Fabrizio Moro
Oggi, nel giorno della Festa della Repubblica Italiana, vi proponiamo una bella e forse poco conosciuta canzone di Fabrizio Moro, dal titolo “Me nnamoravo di te”, contenuta all’interno del disco “Figli di nessuno” del 2019.
Moro mette in scena un racconto intimo e collettivo, dove il ricordo di un amore si intreccia con la storia d’Italia dagli anni ’70 ai ’90. Ispirato dal film “La mafia uccide solo d’estate” di Pif, il pezzo riprende la stessa chiave narrativa: parlare della Storia con la S maiuscola attraverso la lente di uno sguardo personale, affettivo, che non è mai distaccato né retorico.
Gli anni ’70 scorrono tra radio libere, controcultura e il trauma dell’omicidio Pasolini. Gli anni ’80 sono quelli del Mundial, della TV commerciale e del cambiamento politico, dove Fabrizio Moro osserva un’Italia che cerca un’identità nuova tra rotture e compromessi. Gli anni ’90 esplodono tra la caduta del Muro e le ferite ancora aperte di Tangentopoli e delle stragi mafiose, con l’ultima strofa che si fa quasi un grido civile.
“L’Italia s’è desta fra santi e assassini / appare cattiva, ladra e fallita / ma è solo stuprata, confusa e impaurita.” È in questi versi finali che Moro colpisce più a fondo: la denuncia non è mai rabbiosa o ideologica, ma carica di dolore e compassione.
Il testo di “Me nnamoravo di te” di Fabrizio Moro
Nasco negli anni ’70
inizio col dire c’era una volta
una radio libera
sempre accesa e raccontava ogni cosa
musica sport scontri politici
figli dei fiori fatti e pacifici
rubriche d’amore e poesie
affari di stato e antipatie
fra operai e principali
moralisti ed intellettualiSan Pellegrino Sanbitter
il compromesso di Berlinguer
erano gli anni gli anni ’70
e finiva Carosello
i pensieri di Pasolini
venivano offesi con un coltello
Io Me’ Nnamoravo De Te
Me’ Nnamoravo De Te
Me’ Nnamoravo De Te
Me’ Nnamoravo De Te
Me’ Nnamoravo De Te
Me’ Nnamoravo De Te
Cresco negli anni ’80
anni ’80 anni ’80 80
l’Italia che vince il mondiale
assiste all’alba del nuovo Canale 5 6 7 8
l’alternanza in parlamento è in continuo aggiornamento
non da spazio al giuramentoper la patria lo farò
l’ostinazione di un pensiero
che non è rosso non è nero
difeso a volte senza vergogna
l’Italia che vota che varca i confini
si abbraccia in silenzio per Sandro Pertini
Io Me’ Nnamoravo De Te
Me’ Nnamoravo De Te
Me’ Nnamoravo De Te
Me’ Nnamoravo De Te
Me’ Nnamoravo De Te
Me’ Nnamoravo De Te
Eccoli gli anni ’90
e mentre in Germania è andato giù il muro
la mano pulita disegna il futuro
la terra che amiamo gioca a Monopoli
paga il pedaggio per tangentopoli
c’è chi bisbiglia sotto ai tappeti
che esistono patti patti segreti
ne senti parlare ma tu non li vedi
capi partito capi famiglia
si vogliono bene che è una meraviglia
si giurano fede fino alla morte
saltano in aria giudici e scorte
Io Me’ Nnamoravo De Te
Me’ Nnamoravo De Te
Me’ Nnamoravo De Te
Me’ Nnamoravo De Te
Me’ Nnamoravo De Te
Me’ Nnamoravo De Te
Me’ Nnamoravo De Te
Me’ Nnamoravo De Te
Me’ Nnamoravo De Te
Me’ Nnamoravo De Te
Me’ Nnamoravo De Te
Il progresso considera il sacrificio e l’amore
il progresso che implica coraggio e dolore
sposando la patria si sposa l’ardore
di un futuro pulito di un’alba migliore
venite ragazzi venite bambini
l’Italia s’è desta fra santi e assassini
appare cattiva ladra e fallita
ma è solo stuprata confusa e impaurita