venerdì 22 Novembre 2024

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Metrò: “Difendere l’amore in tutte le sue sfumature” – INTERVISTA

A tu per tu con la band abruzzese, attualmente in rotazione radiofonica con il singolo “Tu sei l’universo”

MetròA due anni di distanza dal lancio di “Uno qualunque”, i Metrò tornato dal 15 giugno con il nuovo singolo “Tu sei l’universo” (NatyLoveYou/Believe), prodotto da Kikko Palmosi. Conosciamo meglio i componenti del gruppo aquilano, composto dal frontman e cantante Antonio Sorrentino, dal chitarrista Luigi Tarquini, dal bassista Federico Fontana e dal batterista Marco Fiorenza.

Ciao ragazzi, partiamo da “Tu sei l’universo”, il vostro nuovo singolo, com’è nato e cosa rappresenta per voi questo pezzo?

«E’ un brano che per noi segna una rinascita dopo un momento difficile. Discograficamente vogliamo che sia non un punto di arrivo ma un punto di partenza per i nuovi METRO’».

C’è una veste precisa che avete voluto dare alla canzone, sia a livello di sonorità che di testo? 

«Il testo della canzone nasce da una riflessione, purtroppo ancora oggi necessaria: il fatto che bisogna accettare e difendere l’amore in tutte le sue sfumature. A livello di sonorità avevamo una nostra idea grezza che poi, grazie alla collaborazione con Kikko Palmosi, ha preso forma».

Come vi siete trovati a collaborare con lui?

«E’ stata un’esperienza bellissima e molto formativa, lavorare con un professionista come lui ci ha lasciato tanto. Sicuramente molto di quanto appreso influenzerà anche i prossimi brani».

Qual è la lezione più importante che avete appreso dalla musica?

«Che se una cosa è per te linfa vitale, non importa quanti ostacoli troverai davanti, devi darti da fare per ottenerla e la otterrai. Proprio con questo spirito torniamo dopo un periodo di forzata inattività».

Con quale spirito vi affacciate al mercato discografico e come valutate il livello generale dell’attuale settore musicale?

«Questa volta, come mai prima, ci siamo semplicemente limitati a fare la nostra musica senza pensare ad una reale collocazione. D’altronde in questo momento il mercato discografico Italiano è pieno di cose molto diverse tra loro, sarebbe difficile trovare una collocazione precisa».

Personalmente, vi collocate in un genere particolare?

«Di solito lasciamo che siano gli altri ad utilizzare le etichette, per noi la musica è musica. Sicuramente però nei nostri brani c’è tanto rock, tanta elettronica e un sacco di pop, che è un genere che ci accomuna tutti».

Facciamo un salto indietro nel tempo, come vi siete conosciuti e quando vi siete avvicinati alla musica?

«Suoniamo insieme dal 2013, siamo tutti di l’Aquila, una città dove conoscersi è relativamente semplice. Ognuno di noi si è avvicinato alla musica da piccolissimo e poi con la fortuna e l’impegno siamo riusciti a creare una miscela bellissima».

Quali ascolti hanno ispirato e accompagnato il vostro percorso?

«Troppi! Per fare solo qualche nome Subsonica e Niccolò Fabi tra gli italiani, Editors e Jeff Buckley tra gli stranieri».

Cosa vi ha lasciato l’esperienza del Festival di Castrocaro dello scorso anno?

«Castrocaro è una vetrina stupenda dove la musica è in primo piano. L’organizzazione è perfetta, ci siamo trovati benissimo!».

Quali sono i vostri prossimi obiettivi e/o sogni nel cassetto? 

«Adesso siamo in studio per la scrittura di nuovi brani, già c’è qualcosa che ci piace tantissimo e non vediamo l’ora che arrivi il momento di raccogliere tutto in un disco».

Per concludere, quale messaggio vorreste trasmettere al pubblico, oggi, attraverso la vostra musica?

«Seguite sempre le vostre passioni!».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.