A tu per tu con la talentuosa ventiquattrenne, interprete di “Fuoco e cenere” e “Splendida stupida”
Il bello del Festival di Sanremo è che, al di fuori della manifestazione, si possono fare piacevoli incontri anche con cantanti non in gara, ma che raggiungono la cittadina ligure per amore della musica. Ne ha sentito il richiamo anche Micaela, giovane artista calabrese che abbiamo già conosciuto sette anni fa sul palco dell’Ariston con “Fuoco e cenere”. In vista del suo imminente ritorno musicale, ci siamo concessi una bella chiacchierata con la talentuosa cantante che, dopo dieci anni dal suo esordio con “Ti lascio una canzone”, è cresciuta ed ha acquisito maggiore consapevolezza, sia dal punto di vista umano che professionale.
Ciao Micaela, rieccoci qui a Sanremo, un po’ dove tutto per te è iniziato. Che effetto ti fa tornare a casa?
«L’hai detto tu, l’effetto è proprio questo! Sanremo è la casa un po’ di tutti noi cantanti, io sono nata artisticamente proprio sul palco dell’Ariston con ‘Ti lascio una canzone’, ero una bambina e avevo solo quindici anni, quindi puoi immaginare quanti bei ricordi ho di quell’esperienza. Poi due anni più tardi la grande opportunità di prendere parte alla gara delle Nuove Proposte con ‘Fuoco e cenere’, un brano che si è classificato al secondo posto alle spalle di Raphael Gualazzi, un musicista davvero incredibile».
Che ricordo hai di quel Festival? Sei rimasta in contatto con qualche tuo collega?
«Un ricordo più che piacevole pressoché con tutti i miei colleghi. Sono rimasta in contatto principalmente con Roberto Amadè, che ho incontrato di nuovo qualche tempo più tardi grazie a Ignazio de Il Volo. Devo dire che il legame più grande è nato proprio con lui, anche durante i giorni del Festival, ho conosciuto sua moglie e trovo che siano due persone splendide».
Poi è arrivato l’incontro con Kekko Silvestre, leader dei Modà, autore di “Splendida stupida”. Com’è stato lavorare con lui?
«L’incontro con Kekko è avvenuto proprio qui a Sanremo, lui era tra i big in coppia con Emma e io tra le Nuove Proposte, ricordo che ci siamo classificati entrambi al secondo posto delle rispettive categorie. Nel settembre successivo siamo entrati in studio a registrare la canzone, talmente perfetta per le mie corde che l’abbiamo registrata in pochissimo tempo, è stato un ‘buona la prima’. In quell’occasione lui mi ha dato dei consigli molto preziosi che conservo gelosamente ancora oggi».
Una hit che ti ha regalato grande popolarità, ultra trasmessa nelle radio nell’estate 2012. Poi cosa è accaduto?
«Dopo il successo di ‘Splendida stupida’ mi sono dedicata prettamente all’attività live, poi mi sono presa un po’ di tempo per me, perché ho cominciato il mio percorso prestissimo e ho sentito proprio l’esigenza di tastare il palco e fare quella gavetta necessaria per la mia crescita sia umana che professionale. Ho fatto tantissimi concerti, sono andata all’estero e ho fatto una tournée anche negli Stati Uniti, esplorando vari tipi di musica e riscoprendo totalmente me stessa».
E cosa hai scoperto? Ci sono progetti in cantiere?
«Ho scoperto chi sono e cosa voglio essere artisticamente, oggi scrivo e sono al lavoro con un nuovo progetto oltreoceano con Fabrizio Sotti, un musicista di fama internazionale che ritengo molto bravo e che riceve proposte di lavoro da tutto il mondo. Insieme abbiamo realizzato un singolo che uscirà in primavera, di cui non posso dirti altro al momento…».
Quindi niente spoiler? Ok, ma voglio l’esclusiva per la prossima volta…
«Promesso! Di novità importanti posso dirti che ho da poco ricevuto il risultato del mio ultimo esame e, quindi, a breve mi laureo in giurisprudenza! So cosa stai per chiedermi, ti anticipo la domanda: io voglio fare la cantante, questo è il mio sogno oltre che il mio più grande obiettivo, ma ho scelto l’indirizzo forense perché vorrei specializzarmi nel diritto d’autore e, credimi, se ci pensi bene è una materia strettamente connessa alla musica. In passato ho avuto a che fare con diversi contratti discografici, mi sono trovata davanti a numerose carte da firmare, così mi è venuto spontaneo approfondire questo campo che ha davvero tanto a che fare con il mestiere di cantante. Poi, ovvio, ci vuole sempre un parere esterno e più esperto, ma desidero capirci qualcosa in più anche io, perché inciampare in qualche clausola estremamente vincolante è davvero un attimo».
Beh, in effetti, come analisi non fa una piega, ma mi servi la prossima domanda su un piatto d’argento: mi dai un parere tecnico-personale sulla vicenda Meta-Moro, che ha tanto animato il Festival appena concluso?
«Senza entrare troppo nei tecnicismi, sicuramente c’è un ottimo avvocato che li ha tutelati. Dal mio punto di vista il ritornello è la parte fondamentale di una canzone, senza dubbio il brano è bellissimo e ha meritato la vittoria finale, però non lo trovo corretto nei confronti soprattutto dei ragazzi delle Nuove Proposte, che per regolamento non possono ripresentarsi con una canzone proposta l’anno prima, bruciandosi il proprio inedito su cui hanno investito energie e denaro. Dunque, onore ai vincitori ma anche al loro avvocato, onestamente spero di poter fare il tirocinio con lui (ride, ndr)».
Ecco, magari hai uno spunto per l’argomento della tesi! Ma torniamo al tuo percorso: c’è stato un momento in cui hai pensato di prendere parte ad un talent show?
«In realtà si, ma non credo sia il mio mondo. Per me sarebbe comunque una scuola, così come lo sono i concerti e altri tipi di esperienze, che sento più vicine al mio modo di intendere la musica. Poi, per carità, nella vita non escludo mai nulla, in fondo è un format che ho già vissuto con ‘Ti lascio una canzone’».
A tal proposito, sta per partire “Sanremo Young”, il nuovo teen talent della Rai che richiama un po’ il format a cui hai preso parte, oltre ad essere condotto sempre da Antonella Clerici. Pensi sia una buona opportunità per i giovani?
«Sicuramente, alcuni di loro li conosco e li reputo bravissimi, sono certa che stupiranno parecchio. In questi anni mi sono dedicata ad alcune master class, in cui do dei piccoli consigli ai ragazzi giovani che iniziano il loro cammino in questo mondo, non voglio farli arrivare impreparati come sono arrivata io (ride, ndr). Un’esperienza che è servita molto anche a me, perché oltre a dare ho ricevuto davvero tanto. Inizialmente il mio è stato un percorso molto veloce, per questo motivo continuo a studiare e ad aggiornarmi, se posso dare una mano lo faccio sempre con estremo piacere».
Come valuti l’attuale situazione discografica?
«Innanzitutto bisogna precisare che quando ho debuttato io la situazione era ben diversa da quella di oggi, YouTube e lo streaming erano alle origini, i social network non avevano lo stesso valore che hanno oggi, caratterialmente mi sento ‘vecchia dentro’ e trovo non sia così facile stare al passo con i tempi, nonostante i miei ventiquattro anni. Io faccio la cantante, ciò che mi interessa è soltanto salire sul palco ed esibirmi, il resto per me non è che un contorno, ma mi rendo conto che sia fondamentale l’esposizione ed il promuovere il più possibile se stessi».
Per concludere quali, sono i tuoi ascolti e come descriveresti la tua musica oggi?
«Io nasco pop, ma sono sempre stata affascinata anche dal blues e dal jazz. Non amo molto etichettare i generi, mi piace spaziare e sperimentare il più possibile, ad esempio, nei miei concerti apro spesso con una canzone rock e chiudo con un pezzo country, chi viene ad ascoltarmi dal vivo fa un vero e proprio viaggio all’interno della musica, senza limiti o barriere».
Nico Donvito
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