sabato 5 Ottobre 2024

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Michele Bravi cerca “La geografia del buio” per orientarsi nel dolore – RECENSIONE

Recensione del nuovo album del cantautore per raccontarsi nell’intimità di un dolore

Orientarsi nel buio, conoscere il dolore, comprenderne le forme e tracciarne i confini. Da qui è partito il lavoro della ricerca musicale di Michele Bravi che il suo nuovo album d’inediti lo ha intitolato proprio La geografia del buio (qui la video-intervista con cui ci ha presentato questo suo lavoro) proprio per comunicare questa sua necessità di orientamento. Un disco, questo nuovo album del cantautore umbro, che è figlio di quel buio nato e vissuto con l’esperienza di un dolore che ha plasmato l’esistere e ne ha determinato le nuove direzioni (anche musicali).

E’ un Michele che, forse, proprio per questo si rivela più maturo, più intenso, più emotivamente coinvolto in ciò che canta. O forse sarebbe meglio dire in ciò che vive cantando. Ne è un esempio sopra ogni cosa il brano-manifesto Mantieni il bacio che, in tre minuti e mezzo, racchiude tutta l’essenza di questo nuovo lavoro: una sonorità strumentale concreta, una delicatezza del linguaggio difficilmente riscontrabile oggi e una vocalità che racchiude tutta l’esperienza di quel dolore che esprime, dell’insicurezza che ne è derivata e della vulnerabilità che ne è risultata. Mantenere per ricordare. Vale per il bacio come per quella “oscurità nella luce del giorno” che ci si ritrova tutt’attorno quando ogni cosa sembra perduta. Eppure quel bacio rappresenta l’unica certezza che “l’amore ci salva dalla ferita del mondo: e senti solo il cuore e il male non esiste più e non c’è più dolore, soltanto io, soltanto tu”. Il tutto, allora, diventa un inno a quell’amore che ci salva dal buio e al quale siamo debitori di tutto il nostro impegno per difenderlo e tutelarlo per il nostro stesso bene.

Michele Bravi

Il concetto viene, poi, esplorato all’interno dell’intero album regalando all’ascoltatore la possibilità di fotografare il momento come avviene per La vita breve dei coriandoli. In un istante ci si rende conto della grandezza della vita e della libertà rimanendo rapiti dal mistero dell’esistere e dal non riuscire a solitamente a cogliere la bellezza di quanto ci sta attorno tutti i giorni.

Attorno a questa narrativa viene costruito il viaggio musicale di un album ricco di parole, di esperienza e di ricerca musicale ma soprattutto di vita. Si parte da La promessa dell’alba che parte dalla convinzione che “questa vita alla fine per intero non può essere capita” ma che ci impone di andare alla ricerca della luce. Si chiude, invece, con uno strumentale delicatissimo per A sette passi di distanza che pare guardarsi attorno, cercare le parole, puntare alla luce ma accorgersi dell’impossibilità di farlo appieno: il dolore c’è, rimane e continua ad appartenerci.

In questo spazio c’è il modo e la possibilità per indagare la fragilità per Maneggiami con cura, una ballata tutta proiettata ad indagare la bellezza dell’unicità e del donarsi agli altri, la bellezza del condividere per Un secondo prima, in cui interviene anche vocalmente Federica Abbate per raccontare l’ineluttabile scorrere del tempo, e la potenza dell’amore per Tutte le poesie sono d’amore, perfetta testimonianza che prima o poi arriva sempre il momento in cui sarà necessario fare i conti con il sentimento.

Si fa notare all’interno di una tracklist ben omogenea la bella Storia del mio corpo che si dota di una profondità tutta particolare che deriva anche da quella scelta di guardarsi dentro nel vero senso della parole nel momento in cui, per sè e per gli altri, si è assenti. C’è spazio per un accenno di ritmica per Senza fiato, dove torna la scelta di ‘vivere ogni secondo come fosse l’ultimo, l’ultimo del mondo’, e per una scelta strumentalmente minimale come quella di Quando un desiderio cade, tutta proiettata al rendersi conto che “nella vita di sicuro non c’è proprio niente” ma soprattutto che “la rabbia passa e tutto serve” per crescere, sentirsi pronti al domani e al trovare i propri spazi.

Michele Bravi - La geografia del buio

Con questo La geografia del buio il cantautore umbro disegna i suoi nuovi confini. Lo fa innanzitutto da un punto di vista personale ed umano dipingendo in testi personali e sentiti i contorni di una persona nuova, cosciente delle proprie esperienze e frutto di queste. Ma lo fa, poi, anche musicalmente rintracciando nella propria arte il mezzo per esprimere ciò che ha dentro. La nuova musica di Michele Bravi lo rappresenta, in qualche modo, più di sempre. Misurata, profonda e riflessiva attorno ai temi scelti eppure mai troppo pesante, retorica o eccessiva nelle sue formulazioni. Ne emerge, attraverso gli strumenti della scrittura e dell’utilizzo dello strumento vocale, una capacità sopraffina del racconto e della condivisione dell’esperienza ed il risultato non può che essere apprezzato, elevato, diffuso.

Migliori tracce | Mantieni il bacio – La vita breve dei coriandoli

Voto complessivo | 8.8/10

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La geografia del buio | Tracklist e stelline

  1. La promessa dell’alba ★★★★★★★★½☆
    [Michele Bravi, Federica Abbate, Cheope – Federica Abbate, Katoo]
  2. Mantieni il bacio ★★★★★★★★★★
    [Federica Abbate, Cheope, Massimo Recalcati – Federica Abbate, Katoo]
  3. Maneggiami con cura ★★★★★★★★★
    [Federica Abbate, Cheope – Michele Bravi, Federica Abbate, Katoo]
  4. Un secondo prima feat. Federica Abbate ★★★★★★★★☆☆
    [Federica Abbate, Cheope – Federica Abbate, Katoo]
  5. La vita breve dei coriandoli ★★★★★★★★★★
    [Federica Abbate, Cheope, Giuseppe Anastasi – Michele Bravi, Federica Abbate, Giuseppe Anastasi, Katoo]
  6. Storia del mio corpo ★★★★★★★☆☆
    [Michele Bravi, Federica Camba – Michele Bravi, Federica Camba, Katoo]
  7. Tutte le poesie sono d’amore ★★★★★★★☆☆
    [Michele Bravi, Federica Abbate, Cheope – Michele Bravi, Federica Abbate, Katoo]
  8. Senza fiato ★★★★★★★☆☆
    [Federica Abbate, Cheope]
  9. Quando un desiderio cade ★★★★★★★★★☆
    [Federica Abbate, Cheope – Federica Abbate, Mattia Cerri]
  10. A sette passi di distanza ★★★★★★★★☆☆
    [Michele Bravi]
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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.