Michelle Cavallaro: “La fragilità non è una debolezza” – INTERVISTA

A tu per tu con Michelle Cavallaro per parlare del nuovo singolo “Amori disperati”. La nostra intervista alla giovane cantante
Da venerdì 13 giugno è disponibile per ADA Music Italy “Amori disperati”, il nuovo singolo di Michelle Cavallaro. Con una voce che cattura e un sound fresco ed in continua evoluzione, l’artista si sta affermando come una delle giovani promesse più interessanti della nuova scena musicale italiana.
I suoi brani sono un omaggio alle radici siciliane e alle esperienze che l’hanno formata, sia come persona sia come musicista. “Amori disperati” rappresenta un tassello nella costruzione della sua identità artistica, confermando il suo talento nel trasformare emozioni intime in esperienze condivise.
Il brano, prodotto da Mameli, racconta di un amore che si sta spegnendo piano, tra silenzi che fanno più rumore delle parole, tra sedili che non si avvicinano più.
Michelle Cavallaro presenta “Amori disperati”, l’intervista
Partiamo dal tuo nuovo singolo “Amori disperati”: come nasce questa canzone e cosa rappresenta per te?
«“Amori disperati” nasce in un momento molto intimo della mia vita, quando sentivo che alcune emozioni avevano bisogno di una voce. È una canzone che rappresenta la fine di qualcosa di importante, ma anche l’inizio di una nuova consapevolezza. Per me è una sorta di fotografia emotiva, un modo per mettere ordine tra i ricordi e le sensazioni che spesso restano sospese».
“Amori disperati” racconta di un amore che si spegne piano, con silenzi che fanno più rumore delle parole. Quali pensieri e quali stati d’animo ti hanno ispirato?
«Mi ha ispirato quel tipo di malinconia che arriva quando ti rendi conto che qualcosa si è rotto, ma non sai bene quando. È un mix di nostalgia, rabbia trattenuta e anche una certa dolcezza, perché in fondo c’è sempre amore anche nei momenti più duri».
Mameli si è occupato della produzione del brano, come è stato collaborare con lui e qual è stato il suo valore aggiunto?
«Lavorare con Mameli è stato davvero stimolante. Ha saputo cogliere subito l’essenza del brano, aiutandomi a trasformare le emozioni in suono. Ha reso la produzione elegante ma intensa, senza mai forzare il messaggio. Con lui ho sentito di poter sperimentare e restare autentica».
Dal primo singolo “Come volevi tu” a oggi hai mostrato un percorso di crescita costante. Quali skills pensi di aver acquisito?
«Credo di aver imparato a conoscermi meglio, sia come artista che come persona. Ho acquisito più consapevolezza nella scrittura, più controllo nella voce e soprattutto più fiducia nel mio istinto. Ogni passo mi ha insegnato qualcosa, anche gli errori».
Guardando al futuro, quali desideri o progetti hai nel cassetto?
«Ho tante canzoni che stanno prendendo forma e un progetto più ampio che spero possiate sentire presto. Mi piacerebbe portare la mia musica dal vivo, incontrare le persone e condividere con loro queste storie. E poi, ovviamente, continuare a scrivere, crescere e sorprendermi».
Per concludere, qual è la lezione più importante che pensi di aver acquisito finora dalla musica?
«La musica mi ha insegnato che la fragilità non è una debolezza, ma un modo potente per comunicare. Mi ha insegnato a essere sincera, anche quando fa male, e a trasformare le emozioni in qualcosa di universale. È un percorso che non smette mai di insegnarti qualcosa».