giovedì 19 Settembre 2024

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Mida: “Nella vita non bisogna mollare mai” – INTERVISTA

A tu per tu con il giovane talento italo-venezuelano, in occasione dell’uscita del singolo “Rossofuoco”, già doppio disco di platino

L’estate di Mida è stata una stagione di trionfi e soddisfazioni, un percorso inaugurato con “Amici” e proseguito con la pubblicazione dell’Ep “Il sole dentro“. Poi il doppio disco di platino del singolo “Rossofuoco” e l’imminente partecipazione ai Tim Music Award, sul palco dell’Arena di Verona, dove il giovane artista sta per ritirare l’importante certificazione. Ne parla ai nostri microfoni in questa intervista alla vigilia dell’evento in onda su Rai 1, ripercorrendo le tappe fondamentali dell’ultimo fortunato periodo.

La nostra precedente chiacchierata risale alla partecipazione di Saremo Giovani, in quella che è stata sicuramente una bella esperienza, ma che poi non ti ha portato al conseguente passaggio del Festival. Poi è arrivato Amici e così il successo, ma come hai vissuto dall’interno questi alti e bassi?

«L’ho vissuta con la stessa consapevolezza che avevo prima e che, forse, è anche un po’ aumentata. Insomma, con la voglia di rendere la mia passione un lavoro e di non mollare mai. Dopo Sanremo Giovani non era facile reagire nel modo giusto, ma alla fine penso che ce la siamo cavata egregiamente».

E a coronamento di un periodo straordinario stai per recarti a Verona, ai Tim Music Awards per ritirare il doppio disco di Platino di “Rossofuoco”. Quale pensi sia il segreto del successo di questa canzone?

«Il fatto che sia nata spontaneamente. “Rossofuoco” è arrivata alla fine di una settimana ricca di sessioni in studio. Eravamo convinti di avere già tutto il disco pronto, soddisfatti di quello che avevamo realizzato. Così ci siamo messi a lavorare con grande serenità. Quel giorno lì avevo già il ritornello, ma ero d’accordo con i miei musicisti di prendercela con calma, realizzando un pezzo magari più italiana per il disco, ma senza impegno, giusto così per farlo, tanto avevamo già le tracce che ci servivano. E invece poi quel giorno lì è uscito il pezzo che mi ha cambiato la vita, in modo genuino, con l’intenzione di fare musica solo per divertirci».

Cosa ti ha lasciato di concreto l’esperienza nella scuola di Amici?

«Mi ha insegnato che non bisogna mollare mai e che la costanza è necessaria per tenere alto il livello per sei mesi. Ad Amici mi sono messo veramente alla prova, questo mi ha aiutato a migliorare la vocalità, che ritengo essere una cosa molto importante. Sto continuando a studiare, perché voglio fare della mia vocalità un punto del mio percorso. E poi, naturalmente, ho imparato anche tante cose a livello umano».

E il rapporto con Maria De Filippi come è stato e come è tuttora?

«Penso che Maria sia una donna molto intelligente e l’ho studiata tanto, forse lei non lo sa ma mi piaceva osservarla per capire come si muove sul lavoro. Giustamente c’è un motivo se è considerata da tutti una grande professionista. Penso di aver imparato tante cose da lei anche solo guardandola da lontano e spero in futuro di poterne imparare altre».

Una delle caratteristiche che secondo me è stata accentuata con Amici è l’influenza delle tue origini sudamericane. Penso di primo acchito a “Que pasa”, ma anche a diverse cover che hai realizzato nel programma. Questa è una linea che ti piacerebbe continuare a sviluppare in futuro?

«Sicuramente sì, ci sono delle influenze già nei nuovi brani che sto facendo, ma non è una prerogativa, perché penso che la mia musica in spagnolo possa adattarsi con le sonorità italiane e viceversa. Credo che potrebbe essere una cifra bella, anche se non mi precludo nulla e cerco di fare le cose come piacciono a me, senza paletti o troppe influenze. Voglio sperimentare, sì, ma senza fissarmi di fare qualcosa cosa che non sento mia».

Per concludere, c’è una lezione che pensi di aver imparato di concreto dalla musica fino ad oggi?

«Che non bisogna arrendersi mai. Vorrei che gli altri vedessero il Christian che c’è dietro Mida, la persona che non molla mai, non solo il cantante. Può sembrare un cliché, ma io cerco di fare entrare chi mi ascolta in questo mio pensiero, perchè se veramente vuoi qualcosa devi lottare per ottenerla. Mi piacerebbe che, alla fine di tutto, si percepisca la mia voglia di non arrendermi. Questo è quello che ho imparato io stesso dalla musica e che cerco di applicare ogni giorno nella vita».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.