giovedì 21 Novembre 2024

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Mietta ritrova la strada dell’avanguardia con “Milano è dove mi sono persa” – RECENSIONE

Disponibile dal 28 giugno l’atteso singolo dell’interprete tarantina “Milano è dove mi sono persa”

Perdersi per poi ritrovarsi, con questo spirito riabbracciamo Daniela Miglietta, meglio nota con lo pseudonimo di Mietta, artista che nel corso dei suoi trent’anni di carriera ha sempre seguito il proprio istinto, reinventandosi e rimettendosi in gioco più volte. L’unica differenza è che questa volta sono passati otto anni dalla pubblicazione del suo ultimo album di inediti, ma chi conosce bene il suo percorso non rimarrà di certo stupito da questa versatilità e dalla voglia di mescolare le carte in tavola. “Milano è dove mi sono persa” è un pezzo che mette in risalto la vocalità e l’ecletticità dell’artista, grazie a sonorità moderne e internazionali che accompagnano un testo dotato di un linguaggio attuale e comprensibile a più generazioni, in maniera piuttosto trasversale.

Viviamo in un’epoca in cui le zone di comfort non sono più così tanto frequentate come in passato, Mietta questa cosa l’aveva già capita “ab illo tempore”, quando a metà degli anni ’90, dopo l’incredibile successo ottenuto con i suoi precedenti album (“Canzoni”, “Volano le pagine” e “Lasciamoci respirare”) e ben cinque partecipazioni al Festival di Sanremo dove si è proposta con brani dalla forte impronta melodica, decide di stravolgere tutto e di proporre qualcosa di nuovo, sotto il segno del funky-blues con il disco “Cambio pelle”, il cui titolo è altamente rappresentativo della sua volontà di non inscatolarsi in un genere preciso, cosa che stava in qualche modo avvenendo a seguito dei suoi esordi musicalmente molto classici.

Nel 1995 esce un altro lavoro cult di quegli anni, intitolato “Daniela è felice”, prodotto da Michele Certonze, incentrato su territori sonori vicini al mondo R&B e hip-hop. Insomma, l’interprete tarantina non si è mai adagiata e ha abituato il suo pubblico a numerosi mutamenti, forse più di altre sue colleghe note per essere delle abili trasformiste, ma a volte tendiamo a confondere i cambi di look con la rinascita artistica, due cose ben distinte. La sua immagine è rimasta pressapoco la stessa, tra l’altro sempre in splendida forma, ciò che si è evoluta è la sua musica, il desiderio di sperimentare e di azzardare, in maniera sempre coerente e passionale.

Per tutta questa serie di ragioni, chi ascolta oggi “Milano è dove mi sono persa” non può rimanere spiazzato, perché a proporre questo pezzo è un’artista da sempre poliedrica e multiforme. Prodotto da Diego Calvetti e composto da Karin Amadori, Valerio Carboni e Vincenza Casati, il brano riprende quella ricerca dell’avanguardia che la stessa cantante aveva intrapreso, tra l’altro una delle prime a farlo nel nostro Paese, per poi ritornare ad atmosfere più rassicuranti e decisamente pop negli ultimi anni, realizzando album di notevole fattura come “Per esempio… per amore”, “74100” e “Con il sole tra le mani”, tre dischi che ho amato alla follia ma che, forse, non rappresentavano più una novità nel momento storico in cui sono usciti.

Bisogna sempre tener conto del contesto, spesso diventa determinante per comprendere al meglio la natura di un progetto e la direzione che un artista sceglie di percorrere. Oggi Mietta sa quello che vuole, probabilmente lo ha sempre saputo. Il suo talento e le sue doti interpretative sono indiscutibili, non riesco ad immaginare nessun altro artista alle prese con questa canzone, chiunque ne sarebbe uscito in maniera diversa, cantando “ah ah ah ah ah ah” avrebbe ricordato il maculato Jonny Grove, ma Daniela no, perché la credibilità passa sempre attraverso un principio di onestà. Viviamo in un’epoca abbastanza confusa, comprendere l’onestà intellettuale-musicale di una canzone o di un disco diventa sempre più difficile, ma con un piccolo sforzo, andando soprattutto ad analizzare il percorso riascoltando i lavori passati, sono certo che chiunque possa arrivare a comprendere la differenza tra fake-music e real-music.

Milano è dove mi sono persa | Video

Milano è dove mi sono persa | Testo

Sono le dieci è ancora troppo presto
c’è una chiamata che non ho mai fatto
il mio profumo lo sento diverso
ma forse non è il mio
forse non sono io

Parla più forte non ti sento
ti giuro che non mi ricordo
limone, zenzero e rossetto
e una canzone addosso
una canzone addosso
una canzone addosso

Milano è dove mi sono persa
dove mi sono persa
dove mi sono persa
Milano è tutta gente perversa
tutta gente perversa
tutta gente perversa

E allora oh oh oh oh oh oh
la voglia dentro la testa
ah ah ah ah ah ah
Daniela è sempre depressa

Sono le nove è ancora troppo presto
se ricomincio mi risale tutto
ho fatto un patto con me stessa
dimenticare adesso
dimenticare tutto

Milano è dove mi sono persa
dove mi sono persa
dove mi sono persa
Milano è tutta gente perversa
tutta gente perversa
tutta gente perversa

E allora oh oh oh oh oh oh
la voglia dentro la testa
ah ah ah ah ah ah
Daniela è ancora depressa

E non pensa quasi a niente
e non pensa quasi a niente
e non pensa quasi a niente
e non pensa quasi a niente

Milano è dove mi sono persa
dove mi sono persa
dove mi sono persa
Milano è tutta gente perversa
tutta gente perversa
tutta gente perversa

E allora oh oh oh oh oh oh
la voglia dentro la testa
ah ah ah ah ah ah
Daniela è sempre la stessa
e adesso inizia la festa
la tigre nella foresta
ah ah ah ah ah ah

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.