Analisi del nuovo singolo di Mina, intitolato “Buttalo via”, che anticipa l’uscita del prossimo album della Tigre di Cremona, fuori dal 22 novembre
Novembre ha portato con sé il ritorno dei ritorni, quello di Mina con “Buttalo via”, una ballad che ci ricorda – semmai dovessimo averne bisogno, del talento e della potenza vocale di una delle nostre più lodate interpreti. Questo nuovo inedito anticipa l’atteso album dell’artista, in arrivo il 22 novembre, su cui aleggia come sempre una grande curiosità.
“Buttalo via” è un brano che si muove su un delicato equilibrio di emozioni, tra malinconia e speranza. Con la sua voce inconfondibile, Mina riesce ancora una volta a trasformare il testo in un viaggio emotivo profondo. Le parole, firmate da Francesco Gabbani, si intrecciano in una danza di immagini e sensazioni che parlano a tutti noi. L’apertura con “Adesso che… adesso che è impossibile… che scivolino tutte via le abitudini che tracciano una scia sul tuo vivere instabile che punti fermi non ha” ci cattura immediatamente, per ciò che è stato detto e per come è stato detto.
Mina non si limita a cantare: racconta una storia, dopo averla fatta sua calandosi alla perfezione in quelle parole, roba da “metodo Stanislavskij” per intenderci. La Tigre di Cremona è un’artista che ha sempre saputo reinventarsi, pur rimanendo straordinariamente se stessa. Cambiano i tempi e cambiano gli autori, ma la sua voce e il suo modo di interpretare, a 84 anni, sembra non abbiano subito l’incedere del tempo.
Un grande plauso anche a Francesco Gabbani, che in passato aveva già scritto per altri grandi nomi della musica italiana, come Adriano Celentano, Raffaella Carrà e Ornella Vanoni. In un’epoca in cui si rincorrono modelli di riferimento, questo testo liberatorio incoraggia a non aver paura di esprimere la propria individualità e di buttare via anche quel soffio di vita a cui abbiamo prestato le nostre amorevoli cure. Senza troppi giri di parole, è un invito a riflettere su ciò che davvero conta.
In tal senso, “Buttalo via” è il miglior ritorno che possiamo aspettarci da un’artista del suo calibro, perché incarna un’essenza senza tempo, in grado come sempre di toccare le corde più profonde del nostro animo. Insomma, Mina è Mina e le parole si sprecano, spazio a novantadue minuti di applausi.
Nico Donvito
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