sabato 7 Dicembre 2024

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Missteryke: siamo donne e facciamo rock

Continuiamo ad occuparci di giovani realtà musicali della scena underground italiana questa volta propendo l’intervista ad una band tutta al femminile: le Missteryke. Abbiamo raggiunto telefonicamente la vocalist per farci raccontare il loro ultimo lavoro discografico, “Effettivamente”: ecco cosa ci ha raccontato.

Vorrei partire da una domanda banale quanto, forse, fondamentale: chi sono le Missteryke?

<<Siamo quattro ragazze che dal 2005 si sono messe in gioco insieme grazie alla loro comune passione per la musica. Siamo anime diverse musicalmente ma il nostro obiettivo è condividere socialmente quello che ci unisce: la musica.

Cosa c’è dietro la scelta del nome del gruppo? Cosa sta a significare “Missteryke”?

<<La prima cosa che ci tengo davvero tanto a sottolineare è che la corretta pronuncia è quella italiana nonostante ci possa essere la tentazione di leggerlo all’inglese visto le lettere straniere che abbiamo usato. In realtà, tutti i nostri testi sono in italiano ed il fatto che anche il nostro nome si legga nella nostra lingua deriva dalla grande importanza che noi diamo alle nostre parole e all’italiano nella nostra musica. Il nome, poi, unisce tre parole importanti per noi: donne, isteriche, misteriose. E’ un modo per prendersi anche un po’ meno sul serio e giocare sul significato che comunemente si dà all’associazione donne-musica rock-isteria.

miss2Il vostro ultimo album è “Effettivamente”. Che significato ha per voi questo lavoro anche rispetto al vostro passato?

<<”Effettivamente” ha segnato la svolta del nostro gruppo per quanto l’impegno che racchiude: rispetto a “tempismi perfetti” (il precedente album datato 2011), che era quasi “casareccio” perché registrato in casa, questo nuovo lavoro è nato in uno studio professionale grazie a “Percorsi musicali”. Tra i due dischi c’è stato anche un cambio di formazione visto che abbiamo cambiato la nostra unica chitarrista il che ha fatto svoltare inevitabilmente anche il suono: l’album del 2011 era più metal mentre questo è più rock. E’ esattamente quello che cercavamo per noi e per il nostro gruppo>>

Ascoltandovi siete molto difficili da incastrare stilisticamente in un genere ben definito: nella vostra musica si ritrovano tracce di rock, pop, musica d’autore nei testi ma anche sprazzi di elettronica. Come vi sentite davvero?

<<Noi diciamo sempre di essere rock ma in realtà il nostro rock è un rock italiano che per definizione è totalmente diverso da quello degli anni 70 tipico dell’America e dell’Inghilterra. Comunemente in Italia quando si parla di rock viene in mente l’immagine di una musica dura e irruenta in realtà nella nostra tradizione nazionale il rock è qualcosa di diverso. Per quanto riguarda il nostro mondo musicale una buona definizione potrebbe parlare di un rock social-cantautorale>>.

I prossimi progetti futuri dove vi vedranno impegnate?

<< Di recente abbiamo aperto il concerto di Nada ed ora ci dedicheremo per costruire un tour tutto nostro. Questo nostro album è stato prodotto grazie alla fiducia “Musicraiser” (una piattaforma in cui chiunque può proporre un proprio progetto musicale che può essere finanziato dagli altri utenti) che ci hanno finanziato credendo nel nostro progetto. Per ripagare chi ci ha sostenuto abbiamo pensato di restituire loro in cambio un mini-tour nelle case, quindi gireremo dal nord al sud suonando nelle abitazioni. Poi il 30 aprile a saremo a Livorno, il 22 maggio ad Empoli e poi avremo tante altre date fino a settembre che sveleremo mano a mano attraverso i nostri spazi social>>.

Il vostro è un percorso che inizia quasi 11 anni fa, come è possibile continuare a fare musica per tutto questo tempo continuando a trovare sempre nuovi stimoli?

<<Imparando a conoscersi e a sopportarsi oltre che a supportarsi a vicenda. Poi noi abbiamo notato che è molto più facile la non sopportazione ed il cambio di elemento in una formazione maschile che femminile dove forse entra in campo anche un sentimento affettivo più forte tra i componenti. Anche noi abbiamo avuto due cambi ma in 11 anni non sono molti rispetto alla media. Poi noi siamo amiche vere anche al di fuori della musica e questo aiuta>>.

Se doveste fare qualcuno dei nomi che più vi ispirano a livello musicale chi citereste?

<<Per quanto riguarda il suono abbiamo sicuramente influenze che vengono dai Muse e da Loredana Bertè. Anche se attualmente è più difficile trovare qualcosa di simile a noi e questo è un bene ma contemporaneamente anche un male in quanto questo non rende facile essere collocate stilisticamente. Per il modo di scrivere amiamo molto Nada di cui abbiamo aperto con grande emozione uno dei suoi ultimi concerti in Toscana>>.

missNelle vostre canzoni son ben presenti anche le tematiche sociali come ad esempio il diritto al lavoro che avete affrontato in “Part time”. Mi raccontate un po’ questa canzone?

<<E’ stata una scommessa perché fino all’ultimo momento non sapevamo se inserirla o meno nel disco perché, nonostante il testo sia nato ad 8 mani in pochissimo tempo durante una delle cene da amiche che spesso facciamo fra noi, non riuscivamo a trovare la chiave di lettura del brano. L’ultimo giorno di registrazione l’abbiamo suonata ed è venuta molto bene convincendoci ad inserirla nel progetti. All’inizio sembra un incontro amoroso mentre poi, invece, si rivela un incontro di lavoro. In questo abbiamo giocato con l’idea che per i giovani d’oggi l’attesa di un lavoro è diventata come l’attesa di un amore di un tempo>>.


Il vostro è un gruppo totalmente al femminile, una realtà che non ha grandi esempi nella storia della musica italiana e non solo: che cos’è che ha tenuto le donne a distanza da questa dimensione musicale secondo voi?

<<Probabilmente il fatto che in Italia l’immaginario comune da sempre collega la figura del rocker ad un uomo portando ad una mancata apertura verso l’universo femminile che tutt’ora perdura>>.

Qual è il segreto che fa sì che un gruppo duri così tanto nel tempo?

<<Sicuramente l’andare oltre i propri limiti mettendo da parte i problemi quando si entra in sala prova: se ognuna di noi si portasse i propri problemi nel momento in cui stiamo facendo musica il risultato sarebbe soltanto una grande confusione da cui sarebbe difficile uscire>>.

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.