Arte ed comunicazione vanno di pari passo con la ponderazione
C’è Mina ed il resto del mondo. Un’affermazione questa che vale sicuramente sul piano più strettamente artistico, vocale e musicale ma che, oramai, ha una valenza tutta sua anche per quanto riguarda l’immagine, la diffusione di essa e la sua stessa cura. Oggigiorno viviamo nel “fantastico” mondo di internet, dominato dai cuoricini o dai cinguettii, dal numero di condivisioni o di retweet. Tutto fa capo a questo: la politica come il giornalismo, il lavoro come, addirittura, l’arte. Oggi non vali niente se non hai almeno 1 milione di followers o se non collezioni 10 milioni di visualizzazioni su YouTube in tempi record. Ecco che, quindi, anche la musica è dovuta scendere a compromessi con internet e con i social rimettendoci la pelle nella stragrande maggioranza dei casi.
Oggi vince chi si mostra, chi condivide ogni istante della propria vita, chi fa sapere ad ogni fan che cosa fa dalla mattina alla sera (e pure la notte in alcuni casi). Ecco perchè, per l’appunto, c’è Mina ed il resto del mondo: c’è chi continua a fare arte usando la comunicazione per l’unico scopo che davvero deve perseguire (comunicare) e c’è chi, invece, usa la comunicazione per mostrarsi, per “comunicare” ciò che in realtà non ne avrebbe alcun bisogno a fini artistici.
Sono innumerevoli i casi in cui gli artisti si dimenticano del sottilissimo confine che intercorre tra arte e comunicazione o, per meglio dire, tra condivisione della propria arte e condivisione del nulla più assoluto. E così ci troviamo Arisa che s’immortala seduta sul WC, Laura Pausini che risponde in modo polemico e altezzoso a quelle critiche che qualunque artista riceve in quanto tale, Levante che fa partire battibecchi digitali con le colleghe per mezzo dei famosi cereali e Fedez che invita Guè Pequeno al proprio concerto più importante dopo averci litigato pubblicamente su Twitter. L’ultima notizia della serie è quella di Riki che qualche giorno fa è sbottato sui social dicendo “in realtà non voglio fare nessun evento se non piazza del duomo perchè mi sono rotto il cazzo” salvo poi ricomparire puntualmente all’Arena di Verona come se niente fosse. Un artista è un artista anche per come si esprime, per come si mostra, per come comunica: peccato che, se ha scelto la musica come propria strada, dovrebbe farlo solo con le canzoni evitandosi figuracce.
Ma siamo davvero così convinti che mostrarsi 24 ore su 24 ai propri “fan” digitali (perchè poi chi segue, o spia, gli artisti su Instagram non sono quelli che effettivamente comprano gli album altrimenti vivremmo un’industria discografica in tutt’altra salute rispetto a quella attuale) sia un bene per l’artista? Non è che, forse, bisognerebbe tornare a ricordarsi che la musica è la musica e le star del web sono le star del web? Forse è davvero tempo che l’artista torni a far l’artista e sfrutti i social per quello che realmente serve alla propria arte: la diffusione della musica, non la ridicolizzandone di un personaggio, anzi, peggio ancora, di un artista.
Ilario Luisetto
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