venerdì 22 Novembre 2024

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Musicomio: “L’unione di tre diverse personalità è la nostra forza” – INTERVISTA

A tu per tu con l’interessante trio foggiano, in uscita con il singolo “Baciami al centro di Roma”

Provengono da mondi musicali differenti Checco, Miriana e Mario, le tre anime che compongono il progetto musicale dei Musicomio, interessante realtà scoperta da Pio & Amedeo, duo comico che li ha fortemente voluti per la sigla del programma tv “Emigratis” e come ospiti fissi del loro spettacolo “Tutto fa Broadway“, che ha fatto tappa nei principali teatri italiani, oltre che al Mediolanum Forum di Assago lo scorso 3 novembre. Reduce dal successo dei precedenti “Il giro del mondo” e “Dall’Italia”, la band ha lanciato un nuovo singolo intitolato “Baciami al centro di Roma”, che racconta con un linguaggio universale tutta la bellezza del nobile sentimento per antonomasia, che non conosce distinzioni di alcun genere. 

Ciao ragazzi, partiamo da “Baciami al centro di Roma”, il vostro nuovo singolo, com’è nato e cosa rappresenta per voi?

«E’ un brano che parla fondamentalmente d’amore con una determinata accezione, i sentimenti vanno vissuti senza badare ai pregiudizi o alle conseguenze, in qualsiasi tipologia di relazione bisogna sentirsi liberi di essere se stessi. Abbiamo scelto Roma perché è una delle città più affascinanti d’Italia, il centro di tutto il nostro bel Paese».

In momento storico in cui i testi sembra che abbiano un valore marginale, in cui ci sono fiumi di parole che vogliono dire tutto ma alla fine non dicono niente, possiamo affermare che il romanticismo nelle canzoni non è passato di moda?

«L’amore fa parte della vita di qualsiasi individuo, il sentimento che ci spinge a rischiare e buttarci di capofitto nelle situazioni, anche con sofferenza, per cui non è mai banale parlarne. La musica, secondo noi, affronta da tempo un periodo drammatico, sia a livello di melodie che di testi, anche se ci sono tanti ragazzi in giro che hanno voglia di restituire centralità ai contenuti e alla bellezza. Siamo molto fiduciosi e auspichiamo in una ripresa dell’intero settore discografico, partendo proprio dal talento e dalla qualità tipiche della nostra arte».

Personalmente, vi collocate in un genere particolare?

«Mah (ridono, ndr), chiamiamolo pop-rock-rap con un misto di elettronica, un miscuglio di sonorità che danno vita al genere “Musicomio”, non c’è altro modo per definirlo. Abbiamo tre personalità completamente differenti e proveniamo da mondi musicali diversi, ciò che ci lega è una grande passione comune e questo, fortunatamente, il pubblico riesce ad avvertirlo».

Come vi siete conosciuti e quando avete dato vita al vostro progetto?

«Ci siamo conosciuti nella nostra Foggia, per puro caso. E’ stata un’idea del nostro produttore artistico Max D’Apollo, nonché co-autore di tutti i nostri brani, che ha avuto l’intuizione di mettere insieme le nostre tre diverse personalità artistiche, dando vita a questa sorta di manicomio-musicale, ecco svelato perché abbiamo scelto di chiamarci così!».

A parte il sangue foggiano che scorre inevitabilmente nelle vostre vene, cosa vi lega a Pio e Amedeo?

«Pio e Amedeo sono due grandi amici, grazie a loro ci siamo fatti conoscere ad un pubblico molto più vasto di quanto potessimo immaginare. Il nostro obiettivo è quello di continuare a crescere e a muoverci anche con le nostre gambe, per dimostrare di aver meritato la loro fiducia».

In un’epoca in cui va tutto veloce, a livello discografico le proposte sono tante, perché l’ascoltatore dovrebbe dedicare 3 minuti e 39 secondi all’ascolto del vostro pezzo? Cos’ha la vostra musica di innovativo rispetto a tutto ciò che c’è in giro?

«Guarda, a livello di innovazione crediamo che tutto in musica sia già stato fatto e detto, il nostro obiettivo è quello di riproporre con una formula diversa attraverso un nuovo linguaggio e la sperimentazione degli arrangiamenti. Ci piacerebbe che l’ascoltatore dedicasse il suo tempo per la nostra musica, molto semplicemente, perché abbiamo voglia di comunicare, di trasmettere qualcosa e, perché no, di condividere emozioni». 

Quali sono i vostri obiettivi futuri e/o sogni nel cassetto?

«Stiamo preparando la nostra piccola tournée dal vivo, speriamo di girare quanti più posti possibili, le date già annunciate potete trovarle sui nostri canali social, Instagram e Facebook. Per quanto riguarda i progetti in studio, invece, stiamo lavorando a nuovi pezzi, l’idea è di lanciare ogni tre mesi un singolo nuovo perché, oggi come oggi, l’album è un discorso complicato e un po’ superato, cerchiamo di stare al passo coi tempi e, magari, arrivare un giorno a raccoglierli tutti in un disco». 

Per concludere, quale messaggio vorreste trasmettere al pubblico, oggi, attraverso la vostra musica?

«Attraverso “Baciami al centro di Roma” vorremmo trasmettere il concetto dell’amarsi liberamente, senza paure e con grande rispetto, un qualcosa che di questi tempi non possiamo dare per scontato. In generale, invece, attraverso la nostra musica ci piacerebbe convincere le persone a non smettere mai di sognare, anche in questo periodo complicato, non bisogna mai mollare. C’è un detto che dice “l’unione fa la forza”, questo è il nostro messaggio».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.