venerdì, Marzo 29, 2024

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La sincerità disarmante di Nesli in “Salvami” – RECENSIONE

Recensione del nuovo singolo del cantautore de “La fine

Arriva da un periodo difficile Nesli. Problemi nella vita privata, un doloroso cambio di management e alcuni anni di silenzio hanno minato le sue certezze prima di iniziare i lavori su di un album che, come da lui stesso dichiarato recentemente nelle Instagram Stories, è “figlio del fallimento, della sconfitta, è la conseguenza di un periodo disastroso di vita privata e professionale affidata a persone che mi hanno tradito, ingannato e rubato l’anima e l’ispirazione. Anche chi mi seguiva mi ha voltato le spalle, per scelte artistiche e private che non mi sono state mai perdonate“.

Salvami“, il quinto singolo che lo anticipa (sulle piattaforme digitali dallo scorso venerdì 23 settembre) e che segue l’uscita in estate di “Terra di confine” in duetto con Raige, ne è una marcata conseguenza.

Un brano che suona come una necessità |

È il racconto più viscerale che poteva uscire in questo momento dalla penna del cantautore di Senigallia. Suona come una necessità, un grido disperato, un’urgenza comunicativa. Nella prima strofa si parla di “solitudine che ti fa a pezzi” e di un continuo senso di smarrimento (“Ho visto mondi senza cieli dove ti perdi“). Nesli si guarda allo specchio, vede una persona “a terra da troppo tempo” e chiede di essere salvato senza via di mezzo e senza lasciare spazio a diverse interpretazioni. Se nessuno può farlo, meglio dimenticarsi di lui: “Salvami in questa notte senza gli angeli, se non puoi farlo allora scordami“.

Nesli

La seconda strofa alza ancora di più il tiro, raccontando i lati oscuri che ci sono dietro al successo e ai suoi alti e bassi. Entrano quindi in gioco la depressione (“Forse ho iniziato troppo presto, per questo son depresso“), l’isolamento (“La chiave del successo apre questo e chiude tutto il resto“), i pensieri oscuri (“In cima alla collina della miseria ci si dà fuoco“) e un dolore “mai rimosso“. Un messaggio che passa in maniera netta grazie anche all’ausilio di esempi concreti: quello del deejay Avicii, morto suicida a soli 28 anni (“È l’ABC, far la fine di Avicii“), e quello del rapper Mac Miller, deceduto a 26 anni a causa di un’overdose (“La noia in questo gioco è un killer, prova a chiederlo a Mac Miller“).

Ritorno alle origini rap |

È un Nesli che guarda quindi alle sue origini quello di “Salvami“. Lontano dalla melodia che ha contraddistinto i suoi lavori da “Andrà tutto bene” (2015) a “Le cose belle” (2019), e decisamente più vicino a quel rap da cui è partita la sua carriera. Sono figli del genere il beat che scandisce un ritmo serrato, il cantato aspro e le rime che prevedono anche la provocazione. Come quella sui sogni da ragazzino di voler essere come il mafioso John Gotti per “averli tutti davanti con la paura negli occhi, perchè metà son p*****e e l’altra metà son f******i“.

In conclusione |

Salvami” ne esce così come una confessione matura di un uomo che, arrivato a 42 anni, vuole mettere un punto su ciò che è stato finora il suo percorso e ripartire da capo. Un brano di grande spessore autobiografico e di una sincerità disarmante. Un flusso di coscienza che ha l’obiettivo finale di dare un monito sia a sè stesso che all’ascoltatore. “Devi pensare a te” è il consiglio di Nesli in chiusura, “perchè da grandi siamo sempre più soli, perchè là fuori non ci aspetta nessuno, perchè ‘sta vita non c’ha reso migliori“. Pessimistico, sì. Ma è difficile dargli torto.

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Nick Tara

Classe '92, ascoltatore atipico nel 2022 e boomer precoce per scelta: mi nutro di tradizione e non digerisco molte nuove tendenze, compro ancora i cd e non ho Spotify. Definito da Elettra Lamborghini "critico della sagra della salsiccia", il sogno della scrittura l'ho abbandonato per anni in un cassetto riaperto grazie a Kekko dei Modà, prima ascoltando un suo discorso, poi con la sincera stima che mi ha dimostrato.
Nick Tara
Nick Tara
Classe '92, ascoltatore atipico nel 2022 e boomer precoce per scelta: mi nutro di tradizione e non digerisco molte nuove tendenze, compro ancora i cd e non ho Spotify. Definito da Elettra Lamborghini "critico della sagra della salsiccia", il sogno della scrittura l'ho abbandonato per anni in un cassetto riaperto grazie a Kekko dei Modà, prima ascoltando un suo discorso, poi con la sincera stima che mi ha dimostrato.