Omaggio all’indimenticato artista pugliese, reo di aver coniugato il linguaggio pop alla classe jazz
Oltre sessant’anni di carriera, longevo e prezioso è il contributo che Nicola Arigliano ha donato alla musica dagli anni cinquanta sino all’inizio del nuovo millennio, regalando al pubblico una visione tentacolare e versatile rispetto al classico interprete, proponendosi sia come rappresentante della musica popolare, ma anche come raffinato cantante jazz, meglio conosciuto come il re dello swing.
Nato il 6 dicembre 1923 a Squinzano, in provincia di Lecce, si avvicina alla musica sin da giovanissimo, partecipando a vari concorsi locali, per poi trasferirsi dopo la guerra nel nord Italia. Incide diverse canzoni in lingua napoletana, ma il primo successo arriva nel 1958 con “Simpatica”, anno in cui prende parte alla prima edizione di “Canzonissima”. Sul piccolo schermo debutta anche in veste di conduttore, al fianco di Mina, nel programma di Lelio Luttazzi intitolato “Sentimentale”.
Parallelamente ai riscontri commerciali, prosegue il proprio percorso jazzistico partecipando a varie manifestazioni internazionali a tema, alternando l’impegno da crooner ad eventi di carattere nazional- popolare, tra tutti il Festival di Sanremo, dove debutta nel 1964 con la celebre “Venti chilometri al giorno”, abbinato all’austriaco Peter Kraus. In riviera ci tornerà per la seconda e ultima volta ben quarantuno anni dopo, nel 2005 con “Colpevole”, ottenendo il prestigioso Premio della Critica Mia Martini.
Tra i suoi maggiori successi, ricordiamo l’internazionale “I sing Ammore“, ma anche brani come “Un giorno ti dirò“, “Amorevole“, “I love you forestiera” e “My wonderful bambina“, pezzi che abbinavano il dialetto all’inglese e che hanno fatto letteralmente il giro del mondo. Si è spento il 30 marzo del 2010, all’età di ottantasette anni, dopo una vita spesa tra canzoni leggere e di prestigio, tra popolarità e qualità, tra pop e jazz.
Nico Donvito
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